Luna, le rocce riportate dalla missione cinese fanno luce sulla storia del sistema solare

Secondo una nuova ricerca il nuovo carico di roccia lunare riportato a terra dalla missione cinese potrebbe essere un miliardo di anni più giovane del materiale che il programma Apollo ha portato a casa decenni fa, contribuendo così a chiarire diversi aspetti della storia del nostro sistema solare.

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a cura di Alessandro Crea

A dicembre 2020 la sonda cinese Chang'e 5 è riuscita a prelevare 1,73 chilogrammi di roccia lunare da una regione chiamata Oceanus Procellarum. Gli scienziati hanno così iniziato numerosi esperimenti sul prezioso materiale per comprendere i segreti del sistema solare che le rocce potrebbero rivelare.

Il veicolo spaziale cinese sembra infatti aver catturato il campione perfetto per riempire un buco critico nella conoscenza degli scienziati, come riportato in un nuovo studio: due piccoli pezzi della roccia lunare appena restituita sono stati datati a circa 1,97 miliardi di anni, con un errore di circa 50 milioni di anni.

"È il campione perfetto per colmare un vuoto di conoscenze di un periodo di circa 2 miliardi di anni", ha affermato Brad Jolliff, scienziato planetario presso la Washington University di St. Louis nel Missouri e co-autore della nuova ricerca, guidata da un team con sede a Pechino.

Questo periodo fino ad ora sconosciuto si estende da circa 3 miliardi di anni fa, quando si formarono la maggior parte delle rocce dei campioni riportati da Apollo, a circa un miliardo di anni fa, quando si formarono alcuni giovani crateri da impatto.

Gli scienziati, che sperano di districare la storia di 4,5 miliardi di anni del sistema solare, hanno combinato le scoperte su quei campioni con una tecnica per identificare le età relative delle superfici chiamata datazione dei crateri. Jolliff ha spiegato che più crateri ci sono su una superficie, più essa è vecchia; meno crateri ci sono, più è giovane la superficie, ma per datarle con esattezza, bisogna avere dei campioni da esaminare di quelle superfici.

Usando questo approccio, gli scienziati hanno potuto esaminare la fonte dei campioni Apollo, datarli in laboratorio e calcolare quanti crateri sono presenti sulla loro superficie. Quindi, potrebbero usare quella data approssimativa per altre superfici altrettanto piene di crateri, non solo sulla luna ma in tutto il sistema solare, anche su mondi di cui gli scienziati non sono mai stati in grado di esaminare campioni di roccia in laboratorio.

"In questo studio, abbiamo ottenuto un'età molto precisa intorno ai 2 miliardi di anni, con un margine d'errore di circa 50 milioni di anni", ha detto Jolliff. "È un risultato fenomenale. In termini di tempo planetario, questa è una determinazione molto precisa". L'età di questi campioni è importante anche perché sono un tipo di roccia chiamata basalto, che si forma durante le eruzioni vulcaniche – e gli scienziati in precedenza avevano solo prove di lava che scorreva sulla Luna fino a circa 3 miliardi di anni fa.

Gli scienziati si aspettavano di trovare alcuni dei basalti più giovani della luna nella regione perché la crosta lunare è sottile lì e relativamente ricca di elementi che producono calore. Ma i ricercatori non sono ancora sicuri di come la roccia sia rimasta fusa fino a una data così tardiva.