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La fisica degli oceani si sposta su un chip di silicio

Ricercatori creano un "oceano" microscopico su chip di silicio usando elio superfluido per studiare la dinamica delle onde in scala ridotta.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 24/10/2025 alle 08:40

La notizia in un minuto

  • Ricercatori australiani hanno creato un oceano su chip grande quanto un granello di riso utilizzando elio superfluido, che permette di studiare fenomeni ondulatori complessi in pochi millisecondi anziché giorni
  • Il dispositivo amplifica le non-linearità delle onde di oltre 100.000 volte, rivelando comportamenti esotici come onde che si inclinano all'indietro e solitoni mai osservati prima sperimentalmente
  • La tecnologia apre la strada verso una fluidodinamica programmabile con applicazioni che spaziano dalle previsioni meteorologiche alla progettazione di turbine e navi

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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Un oceano in miniatura grande quanto un granello di riso sta rivoluzionando lo studio delle onde e della fluidodinamica. I ricercatori della University of Queensland hanno sviluppato una tecnologia che permette di osservare fenomeni ondulatori complessi su un chip di silicio, utilizzando proprietà quantistiche che sfidano le leggi della fisica classica. Il dispositivo rappresenta un salto tecnologico che potrebbe trasformare radicalmente la nostra comprensione di fenomeni naturali che vanno dagli tsunami alle previsioni meteorologiche.

Il segreto di questa innovazione risiede nell'utilizzo di elio superfluido, un materiale dalle caratteristiche straordinarie che si comporta in modo completamente diverso dai liquidi comuni. A differenza dell'acqua, che a scale microscopiche diventa praticamente immobile a causa della viscosità, l'elio superfluido può scorrere senza alcuna resistenza grazie alle sue proprietà quantistiche. Il film utilizzato nel chip ha uno spessore di pochi milionesimi di millimetro, coprendo una superficie infinitesimale con appena 5 femtolitri di materiale, un volume dieci miliardi di volte più piccolo di una goccia di pioggia.

Secondo il professor Warwick Bowen, che ha guidato la ricerca presso il Queensland Quantum Optics Laboratory, l'approccio miniaturizzato permette di comprimere la durata degli esperimenti di un milione di volte. Quello che tradizionalmente richiederebbe giorni di raccolta dati può ora essere completato in pochi millisecondi. "Nei laboratori tradizionali, gli scienziati utilizzano enormi canali ondosi lunghi fino a centinaia di metri per studiare le dinamiche delle acque poco profonde come tsunami e onde anomale", ha spiegato Bowen, sottolineando come queste strutture riescano a riprodurre solo una minima parte della complessità delle onde presenti in natura.

La vera rivoluzione sta nella capacità del dispositivo di amplificare le non-linearità che caratterizzano i comportamenti complessi delle onde di oltre 100.000 volte. Il dottor Christopher Baker, che ha contribuito allo sviluppo del sistema, ha descritto fenomeni sorprendenti osservati durante gli esperimenti. Utilizzando la luce laser sia per generare che per misurare le onde, il team ha documentato comportamenti esotici che fino ad ora esistevano soltanto nelle previsioni teoriche: onde che si inclinano all'indietro invece che in avanti, fronti d'urto e solitoni, onde solitarie che viaggiano come depressioni anziché come creste.

Un oceano microscopico dove le onde sfidano le leggi della fisica classica

"Lo studio di come si muovono i fluidi ha affascinato gli scienziati per secoli perché la fluidodinamica governa tutto, dalle onde oceaniche ai vortici degli uragani, fino al flusso di sangue e aria attraverso i nostri corpi", ha dichiarato Baker. La turbolenza e il moto ondulatorio non lineare plasmano infatti il meteo, il clima e persino l'efficienza delle tecnologie per l'energia pulita come le centrali eoliche. Ma gran parte della fisica che sta dietro a onde e turbolenze è rimasta fino ad oggi avvolta nel mistero.

Il dispositivo, realizzato presso la School of Mathematics and Physics dell'ateneo australiano, utilizza un risonatore a cristallo fotonico che intrappola e amplifica la luce laser per consentire la generazione delle onde. L'intera struttura misura 100 micron di lunghezza, approssimativamente quanto il diametro di un capello umano. La possibilità di studiare questi effetti a scala nanometrica, con precisione quantistica, potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui comprendiamo e modelliamo fenomeni complessi.

Secondo Bowen, lo sviluppo apre la strada verso una fluidodinamica programmabile. Poiché la geometria e i campi ottici del sistema vengono fabbricati utilizzando le stesse tecniche impiegate per i chip semiconduttori, diventa possibile ingegnerizzare con straordinaria precisione parametri fondamentali come la gravità effettiva del fluido, la dispersione e la non-linearità. Questa flessibilità rappresenta un vantaggio inedito rispetto agli esperimenti tradizionali, dove le variabili fisiche sono difficilmente modificabili.

Le applicazioni future di questa tecnologia potrebbero spaziare dalla scoperta di nuove leggi della fluidodinamica all'accelerazione della progettazione di tecnologie che vanno dalle turbine agli scafi delle navi. Gli esperimenti condotti su questa piattaforma miniaturizzata miglioreranno la nostra capacità di prevedere il tempo atmosferico, esplorare le cascate energetiche e persino studiare la dinamica dei vortici quantistici, questioni centrali sia per la meccanica dei fluidi classica che quantistica.

Fonte dell'articolo: phys.org

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