Il dibattito sul ruolo delle patate nella dieta moderna si arricchisce di nuove evidenze grazie a una ricerca pubblicata su The BMJ, che ha seguito per quasi 40 anni oltre 205.000 professionisti sanitari americani. I risultati ribaltano alcune convinzioni diffuse: non è tanto il tubero in sé a rappresentare un rischio per la salute, quanto il metodo di preparazione e, soprattutto, gli alimenti con cui viene sostituito nella dieta. La differenza tra una porzione di patatine fritte e una di patate bollite può essere molto più rilevante di quanto si pensasse.
I numeri che cambiano la prospettiva
Tra il 1984 e il 2021, lo studio ha registrato 22.299 casi di diabete di tipo 2 in partecipanti inizialmente sani. Consumare tre porzioni settimanali di patatine fritte aumenta del 20% il rischio di sviluppare la malattia, mentre la stessa quantità di patate bollite, al forno o in purè non comporta un incremento significativo del rischio. Dall’analisi delle sostituzioni alimentari emerge che rimpiazzare tre porzioni di patate con cereali integrali riduce l’incidenza dell’8%, mentre sostituire nello specifico le patatine fritte con cereali integrali abbassa il rischio del 19%. Al contrario, sostituire le patate con riso bianco può aumentarlo.
Le patate sono ricche di nutrienti utili come fibre, vitamina C e magnesio, ma il loro alto contenuto di amido comporta un elevato indice glicemico. Il metodo di preparazione risulta decisivo. La frittura, oltre ad aggiungere grassi e calorie, altera la struttura dell’alimento e genera composti che possono interferire con il metabolismo degli zuccheri. Preparazioni come bollitura e cottura al forno mantengono invece intatte le proprietà nutrizionali del tubero.
Limiti dello studio e prospettive future
Si tratta di uno studio osservazionale, quindi non stabilisce un rapporto di causa-effetto. Inoltre, la popolazione analizzata - composta in prevalenza da professionisti sanitari di origine europea - potrebbe non rappresentare l’intera popolazione. Un editoriale collegato sottolinea che le patate, se cucinate in modo sano, possono far parte di una dieta equilibrata e sostenibile, pur mantenendo la priorità sui cereali integrali.
Le raccomandazioni dovrebbero spostarsi dal divieto assoluto alla promozione di metodi di cottura più salutari e sostituzioni intelligenti. La patata bollita, accompagnata da verdure e proteine magre, resta un’opzione valida, mentre le patatine fritte andrebbero consumate solo occasionalmente.