Il mondo si trova sulla soglia di una trasformazione climatica senza precedenti, dove interi ecosistemi potrebbero collassare innescando reazioni a catena devastanti. Un recente rapporto scientifico internazionale ha documentato come alcuni elementi fondamentali del sistema terrestre abbiano già oltrepassato punti di non ritorno, mentre altri sono pericolosamente vicini a farlo. Le conseguenze potrebbero tradursi in innalzamenti irreversibili del livello dei mari e sconvolgimenti profondi degli equilibri climatici globali.
La situazione più critica riguarda le barriere coralline tropicali, che secondo gli scienziati rappresentano il primo punto di svolta già superato. Con l'attuale riscaldamento globale di circa 1,4°C rispetto all'era preindustriale, questi ecosistemi hanno oltrepassato la loro soglia termica stimata di 1,2°C. Gli episodi ripetuti di sbiancamento stanno causando mortalità record in tutte le regioni tropicali, e anche se le temperature si stabilizzassero a 1,5°C, il collasso proseguirebbe inesorabile.
Il recupero delle barriere coralline sarebbe possibile solo riportando le temperature globali a 1°C sopra i livelli preindustriali o meno, una prospettiva che appare sempre più remota. Più a lungo questa soglia rimane superata, minori sono le probabilità di rigenerazione. Si tratta di un fenomeno autoalimentato che non si arresta semplicemente stabilizzando il riscaldamento.
Nico Wunderling, professore di Scienze Computazionali del Sistema Terrestre presso l'Università Goethe di Francoforte e ricercatore presso il Senckenberg Research Institute, è tra gli autori principali del Global Tipping Points Report 2025. La sua analisi non lascia spazio a interpretazioni ottimistiche: "Le conseguenze devastanti che emergono quando vengono oltrepassati i punti di svolta climatici costituiscono una minaccia massiccia per le nostre società. Esiste persino il rischio che il superamento di un punto critico in un sistema climatico possa innescare o accelerare il collasso di altri sistemi."
Gli scienziati hanno identificato circa due dozzine di componenti del sistema climatico globale che potrebbero raggiungere punti di svolta. Il rapporto prevede che la temperatura media globale supererà la soglia di 1,5°C sopra i livelli preindustriali nei prossimi anni, segnando l'inizio di un periodo in cui molteplici punti critici potrebbero essere oltrepassati simultaneamente. Tra i sistemi già a rischio immediato figurano le calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide occidentale, il cui scioglimento potrebbe causare innalzamenti del livello marino di diversi metri.
La foresta amazzonica rappresenta un altro elemento critico del sistema. L'incremento delle temperature combinato con la deforestazione in corso sta spingendo questo ecosistema verso una trasformazione su larga scala in savana, fenomeno che potrebbe verificarsi tra 1,5 e 2°C di riscaldamento. Tale cambiamento non solo devasterebbe la biodiversità locale, ma accelererebbe ulteriormente il cambiamento climatico globale, creando un circolo vizioso difficile da interrompere.
Particolare preoccupazione desta il possibile collasso della Circolazione Meridionale Atlantica (AMOC), che include la Corrente del Golfo. Questo sistema di correnti oceaniche potrebbe cedere con meno di 2°C di riscaldamento globale, provocando inverni più freddi nell'Europa nordoccidentale, interruzioni dei monsoni globali e una drastica riduzione della produttività agricola in numerose regioni. Per un continente come l'Europa, abituato a un clima relativamente mite grazie proprio a queste correnti, le conseguenze sarebbero drammatiche.
Il documento, coordinato da Tim Lenton, professore presso il Global Systems Institute dell'Università di Exeter nel Regno Unito, ha coinvolto oltre 100 scienziati provenienti da più di 20 paesi. Pubblicato in vista della trentesima Conferenza Mondiale sul Clima che inizierà il 10 novembre 2025 a Belém, in Brasile, il rapporto si è già affermato come riferimento fondamentale per valutare i rischi dei punti di svolta climatici.
Il concetto di punto di svolta climatico è emerso come focus principale nella ricerca sul clima solo negli ultimi vent'anni. Gli autori del rapporto lo descrivono come un livello di riscaldamento oltre il quale sistemi naturali fondamentali subiscono cambiamenti autoalimentati e spesso irreversibili. A differenza di processi graduali, questi cambiamenti possono accelerare improvvisamente e diventare impossibili da arrestare o invertire con gli strumenti attualmente disponibili.
Non tutto è perduto, però. Gli scienziati evidenziano l'esistenza di "punti di svolta positivi" all'interno delle società umane che potrebbero accelerare la transizione verso la sostenibilità. Le fonti di energia rinnovabile sono ora più economiche dei combustibili fossili nella maggior parte delle aree, mentre i veicoli elettrici stanno rapidamente sostituendo i modelli a benzina e diesel. Questi cambiamenti potrebbero diventare autoalimentati, proprio come i processi climatici negativi.
Il sostegno politico a tecnologie rispettose del clima, come sistemi di riscaldamento sostenibili o trasporti merci più puliti, potrebbe accelerare questa trasformazione. Inoltre, effetti di "contagio sociale" potrebbero aiutare piccoli gruppi a guidare cambiamenti comportamentali su larga scala, come la riduzione del consumo di carne o il cambiamento delle abitudini di viaggio. La sfida consiste nell'innescare questi meccanismi positivi prima che i punti di svolta negativi diventino così numerosi da rendere impossibile qualsiasi forma di adattamento efficace.