image/svg+xml
Logo Tom's Hardware
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Tom's Hardware Logo
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Forum
  • Sconti & Coupon
Sconti & Coupon

Novità!

Prova la nuova modalità di navigazione con le storie!

Accedi a Xenforo
Immagine di Tumore alla vescica: la svolta arriva da un micro-impianto Tumore alla vescica: la svolta arriva da un micro-impianto...
Immagine di Scoperti nuovi indizi sulle origini di Homo sapiens Scoperti nuovi indizi sulle origini di Homo sapiens...

Long COVID, individuato un meccanismo finora invisibile

Ricerca internazionale identifica l'interazione tra microcoaguli e trappole dei neutrofili come meccanismo chiave del Long COVID.

Advertisement

Quando acquisti tramite i link sul nostro sito, potremmo guadagnare una commissione di affiliazione. Scopri di più
Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor

Pubblicato il 13/11/2025 alle 09:00

La notizia in un minuto

  • Una ricerca internazionale ha identificato un'interazione strutturale tra microcoaguli e NETs (trappole extracellulari dei neutrofili) che potrebbe spiegare la persistenza dei sintomi nel Long COVID
  • I microcoaguli risultano più numerosi e resistenti alla dissoluzione naturale nei pazienti con Long COVID, probabilmente stabilizzati dall'eccessiva produzione di NETs che crea un "rinforzo strutturale" patologico
  • L'uso di intelligenza artificiale e machine learning ha permesso di distinguere con elevata accuratezza i pazienti affetti da Long COVID, aprendo prospettive per diagnosi personalizzate e terapie mirate contro questa disregolazione trombo-infiammatoria cronica
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

La comprensione dei meccanismi biologici alla base del Long COVID, la sindrome post-virale che affligge milioni di persone nel mondo dopo l'infezione da SARS-CoV-2, ha compiuto un passo avanti significativo grazie a una ricerca collaborativa internazionale. Un team guidato dalla professoressa Resia Pretorius dell'Università di Stellenbosch in Sudafrica e dal dottor Alain Thierry dell'Istituto di ricerca sul cancro di Montpellier (IRCM-INSERM) ha identificato un'interazione strutturale finora sconosciuta tra due elementi chiave della risposta immunitaria: i microcoaguli circolanti e le trappole extracellulari dei neutrofili, note come NETs.

I microcoaguli rappresentano aggregati anomali di proteine della coagulazione che circolano nel flusso sanguigno, un fenomeno relativamente recente nella letteratura scientifica. Il concetto è stato introdotto nel 2021 proprio dalla professoressa Pretorius, quando il suo gruppo di ricerca nel Dipartimento di Scienze Fisiologiche identificò questi ammassi proteici atipici nei campioni ematici di pazienti affetti da COVID-19. La scoperta attirò immediatamente l'attenzione della comunità scientifica per il suo potenziale ruolo nelle coagulopatie associate all'infezione virale, contribuendo a spiegare alcune delle complicanze trombotiche osservate durante la pandemia.

Parallelamente, il team del dottor Thierry a Montpellier è stato tra i primi a riconoscere il ruolo critico delle NETs nella patogenesi del COVID-19. Queste strutture filamentose si formano attraverso un processo chiamato NETosi, nel quale i neutrofili – cellule chiave del sistema immunitario innato – rilasciano il proprio DNA creando reticoli intricati carichi di enzimi citotossici. Sebbene questo meccanismo rappresenti una difesa efficace contro i patogeni, intrappolandoli e neutralizzandoli rapidamente, una produzione eccessiva di NETs può rivelarsi dannosa. L'iperattivazione di questo processo è stata infatti correlata a numerose patologie infiammatorie e trombotiche, incluse infezioni severe, malattie autoimmuni, tumori, diabete e artrite.

La metodologia adottata dai ricercatori ha combinato tecniche di imaging avanzate con strumenti di intelligenza artificiale per caratterizzare quantitativamente e strutturalmente sia i microcoaguli che le NETs. Utilizzando la citometria a flusso con imaging e la microscopia a fluorescenza, gli scienziati hanno analizzato campioni plasmatici di pazienti con Long COVID confrontandoli con controlli sani. Le NETs sono state quantificate attraverso l'analisi di marcatori proteici specifici e del DNA circolante, permettendo una valutazione multidimensionale del fenomeno.

I risultati mostrano che l'interazione tra microcoaguli e NETs potrebbe rendere i primi più resistenti alla fibrinolisi, il processo naturale di dissoluzione dei coaguli, favorendone la persistenza in circolo

I dati emersi dallo studio rivelano tre osservazioni principali. Innanzitutto, i biomarcatori associati sia ai microcoaguli che alle NETs risultano significativamente elevati nei pazienti con Long COVID rispetto ai controlli sani. In secondo luogo, i microcoaguli non sono solo più numerosi ma anche di dimensioni maggiori nei soggetti affetti dalla sindrome post-virale. Tuttavia, l'aspetto più rilevante riguarda l'identificazione di un'associazione strutturale diretta tra microcoaguli e NETs, presente in tutti i soggetti analizzati ma marcatamente più pronunciata nei pazienti con Long COVID.

Come sottolinea il dottor Thierry, questa evidenza suggerisce l'esistenza di interazioni fisiologiche sottostanti tra questi due elementi che, quando disregolate, possono assumere carattere patogeno. La professoressa Pretorius precisa che i risultati rivelano un accumulo significativo di microcoaguli nel plasma dei pazienti, probabilmente guidato e stabilizzato da una produzione eccessiva di NETs. Secondo l'ipotesi proposta dal team, questa interazione crea una sorta di "rinforzo strutturale" che rende i microcoaguli particolarmente resistenti ai normali meccanismi di dissoluzione dell'organismo, contribuendo alle complicanze microvascolari croniche caratteristiche del Long COVID.

L'integrazione di algoritmi di machine learning nell'analisi dei biomarcatori rappresenta un ulteriore elemento innovativo dello studio. Questi strumenti di intelligenza artificiale hanno permesso di distinguere con elevata accuratezza i pazienti affetti da Long COVID dagli individui sani, identificando le combinazioni di biomarcatori più predittive. Tale approccio computazionale aumenta l'affidabilità diagnostica e potrebbe aprire la strada a strategie di medicina personalizzata, consentendo di stratificare i pazienti in base ai profili molecolari individuali e di modulare i trattamenti di conseguenza.

Il dottor Thierry ipotizza che la sovrapproduzione persistente di NETs, alimentata da cicli autoamplificanti di infiammazione e trombosi, possa esacerbare la gravità della malattia. Questa visione sistemica del Long COVID come condizione caratterizzata da una disregolazione trombo-infiammatoria cronica offre nuovi target terapeutici potenziali. Interventi mirati a modulare la formazione di NETs o a potenziare i meccanismi di fibrinolisi potrebbero infatti interrompere il circolo vizioso che perpetua i sintomi.

Gli autori sottolineano che la combinazione di tecniche di imaging avanzate e machine learning conferisce robustezza metodologica alla ricerca e contribuisce significativamente al dibattito scientifico sulle sindromi post-virali. La scoperta si inserisce nel più ampio sforzo internazionale di co

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

Leggi altri articoli

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite . Vuoi accedere?

Invia

Per commentare come utente ospite, clicca triangoli

Cliccati: 0 /

Reset

Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.

Segui questa discussione
Advertisement

Non perdere gli ultimi aggiornamenti

Newsletter Telegram

I più letti di oggi


  • #1
    Lavorare 72 ore a settimana, il nuovo modello che piace a USA e Cina
  • #2
    BMW X3 20d: il SUV più desiderato d'Italia cambia forma
  • #3
    Sono già 8 milioni gli utenti che programmano con Lovable AI
  • #4
    22% di sconto su Amazon con appena 25€ di spesa
  • #5
    Black Friday: upgrade alla tastiera che volevi, con il prezzo che speravi
  • #6
    Può esistere massa senza il bosone di Higgs?
Articolo 1 di 5
Scoperti nuovi indizi sulle origini di Homo sapiens
Il bacino Omo-Turkana tra Kenya ed Etiopia conserva oltre 1.200 fossili di ominini, un terzo dei resti umani antichi africani.
Immagine di Scoperti nuovi indizi sulle origini di Homo sapiens
Leggi questo articolo
Articolo 2 di 5
Tumore alla vescica: la svolta arriva da un micro-impianto
Dalla sperimentazione SunRISe-1 emergono risultati promettenti per i pazienti che non rispondono più alle terapie standard a base di BCG.
Immagine di Tumore alla vescica: la svolta arriva da un micro-impianto
Leggi questo articolo
Articolo 3 di 5
Vetri ghiacciati? La soluzione è elettrostatica
L'elettricità statica ad alta tensione rimuove il 75% del ghiaccio dalle superfici consumando meno della metà dell'energia rispetto ai metodi tradizionali.
Immagine di Vetri ghiacciati? La soluzione è elettrostatica
Leggi questo articolo
Articolo 4 di 5
Diamanti quantistici: la nuova frontiera dei sensori
I fisici di Santa Barbara trasformano difetti controllati nei diamanti sintetici in sensori quantistici capaci di rilevare campi magnetici di proteine.
Immagine di Diamanti quantistici: la nuova frontiera dei sensori
Leggi questo articolo
Articolo 5 di 5
L’AI risolve un mistero sotterraneo vecchio di decenni
Un nuovo modello di deep learning prevede con precisione i flussi sotterranei, riducendo tempi di calcolo da mesi a pochi secondi.
Immagine di L’AI risolve un mistero sotterraneo vecchio di decenni
Leggi questo articolo
Advertisement
Advertisement

Advertisement

Footer
Tom's Hardware Logo

 
Contatti
  • Contattaci
  • Feed RSS
Legale
  • Chi siamo
  • Privacy
  • Cookie
  • Affiliazione Commerciale
Altri link
  • Forum
Il Network 3Labs Network Logo
  • Tom's Hardware
  • SpazioGames
  • CulturaPop
  • Data4Biz
  • TechRadar
  • SosHomeGarden
  • Aibay

Tom's Hardware - Testata giornalistica associata all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana, registrata presso il Tribunale di Milano, nr. 285 del 9/9/2013 - Direttore: Andrea Ferrario

3LABS S.R.L. • Via Pietro Paleocapa 1 - Milano (MI) 20121
CF/P.IVA: 04146420965 - REA: MI - 1729249 - Capitale Sociale: 10.000 euro

© 2025 3Labs Srl. Tutti i diritti riservati.