La struttura geometrica dello spaziotempo potrebbe contenere la chiave per comprendere l'origine della massa delle particelle fondamentali, offrendo un'alternativa rivoluzionaria al meccanismo di Higgs. Un nuovo studio teorico pubblicato su Nuclear Physics B propone che le forze fondamentali della natura e le proprietà delle particelle non derivino da campi quantistici esterni, ma emergano direttamente dalla geometria di dimensioni spaziali nascoste. La ricerca, guidata dal fisico Richard Pincak, si inserisce nel tentativo di estendere la visione einsteiniana secondo cui la gravità è manifestazione della curvatura dello spaziotempo: se questo vale per una forza fondamentale, potrebbe valere per tutte.
L'ipotesi centrale dello studio riguarda l'esistenza di sette dimensioni spaziali aggiuntive oltre alle tre che sperimentiamo quotidianamente, ripiegate in configurazioni matematiche complesse denominate varietà G₂. A differenza degli approcci tradizionali che considerano queste strutture geometriche come statiche e immutabili, i ricercatori hanno introdotto un elemento dinamico: queste dimensioni extra evolverebbero nel tempo seguendo un processo matematico chiamato flusso di Ricci G₂, analogo a come un fluido si muove minimizzando resistenze interne. Durante questa evoluzione, la geometria delle dimensioni nascoste può stabilizzarsi in configurazioni particolari note come solitoni, strutture localizzate e persistenti che mantengono la propria forma.
Il concetto chiave che emerge da questa formulazione geometrica è la torsione, una proprietà intrinseca dello spazio che rappresenta una sorta di "rotazione" o "attorcigliamento" della struttura geometrica. Come spiega Pincak, questa torsione può essere paragonata alla chiralità osservata nei sistemi biologici: la doppia elica del DNA presenta un avvolgimento specifico, e gli amminoacidi nelle proteine mostrano una "mano" preferenziale. Nelle dimensioni extra proposte dalla teoria, la torsione geometrica non sarebbe una semplice curiosità matematica, ma la fonte stessa delle proprietà fisiche delle particelle.
Nel modello standard della fisica delle particelle, il meccanismo attraverso cui i bosoni vettori W e Z acquisiscono massa è attribuito al campo di Higgs, la cui esistenza è stata confermata sperimentalmente nel 2012 al CERN con la scoperta del bosone di Higgs. Il nuovo approccio geometrico propone invece che la massa di queste particelle fondamentali possa derivare direttamente dalla torsione presente nelle dimensioni nascoste, senza necessità di introdurre un campo scalare aggiuntivo. In questa visione, la materia emergerebbe dalla "resistenza" della geometria stessa quando viene deformata, piuttosto che dall'interazione con un campo quantistico permeante lo spazio.
La teoria presenta implicazioni che si estendono oltre la fisica delle particelle, toccando la cosmologia. Gli autori propongono un collegamento tra la torsione delle dimensioni extra e la curvatura dello spaziotempo quadridimensionale che osserviamo, suggerendo che questo meccanismo geometrico potrebbe contribuire a spiegare la costante cosmologica positiva responsabile dell'espansione accelerata dell'universo. Questa connessione rappresenterebbe un ponte tra la fisica delle altissime energie, dove operano le forze nucleari, e la dinamica su scala cosmica.
Un aspetto particolarmente intrigante della ricerca riguarda la predizione di una nuova particella ipotetica, battezzata "Torstone", che rappresenterebbe la manifestazione osservabile della torsione geometrica. Sebbene la teoria rimanga per ora nel dominio della fisica teorica, questa predizione potrebbe in linea di principio essere testata in futuri esperimenti ad alta energia, offrendo un criterio di falsificabilità alla proposta. La rilevabilità di tale particella dipenderà dalla scala energetica alla quale la geometria extra-dimensionale diventa rilevante, una questione ancora aperta nel dibattito scientifico.
La ricerca si colloca nel filone della teoria delle stringhe e delle geometrie di Calabi-Yau, framework matematici che da decenni tentano di unificare la relatività generale con la meccanica quantistica. Le varietà G₂ rappresentano una classe particolare di spazi geometrici a sette dimensioni con proprietà di simmetria speciali, studiate approfonditamente in matematica pura ma raramente applicate con tali dettagli dinamici alla fisica fondamentale. L'introduzione del flusso di Ricci in questo contesto costituisce un elemento di novità, trasformando oggetti matematici astratti in strutture potenzialmente dotate di significato fisico osservabile.
Come sottolinea lo stesso Pincak, la natura spesso privilegia soluzioni eleganti e parsimoniose: se la gravità può essere descritta come geometria dello spaziotempo secondo la relatività generale di Einstein, è ragionevole esplorare l'ipotesi che tutte le interazioni fondamentali condividano questa origine geometrica. Il passaggio dalla rottura spontanea di simmetria indotta dal campo di Higgs a una spiegazione puramente geometrica rappresenterebbe una semplificazione concettuale significativa, riducendo il numero di ingredienti fondamentali necessari per descrivere la realtà fisica.
Rimangono aperte numerose questioni teoriche e sperimentali. La teoria deve ancora fornire calcoli dettagliati delle masse previste per i bosoni vettori e confrontarli con i valori misurati con estrema precisione negli acceleratori di particelle. Inoltre, sarà necessario sviluppare previsioni verificabili che distinguano questo approccio geometrico dal meccanismo di Higgs standard, magari attraverso sottili deviazioni nelle proprietà delle particelle o la scoperta di nuovi fenomeni legati alla torsione.