Un lontano sistema solare ci ha svelato il destino del nostro

Gli astronomi hanno scoperto un sistema planetario che assomiglia al nostro ma più avanti nel futuro ed è quindi in grado di svelarci il destino atteso del nostro sistema solare, quando il Sole raggiungerà la fine della sua vita, tra circa cinque miliardi di anni.

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a cura di Alessandro Crea

I ricercatori hanno rilevato un sistema solare simile al nostro, ma che si trova in una fase avanzata di vita ed è quindi in grado di svelarci quale sarà il destino del nostro sistema solare. Il sistema planetario è stato scoperto utilizzando l'Osservatorio W.M. Keck a Maunakea nelle Hawaii. Costituito da un pianeta simile a Giove con un'orbita simile che ruota attorno a una stella nana bianca situata vicino al centro della nostra galassia via Lattea e simile al Sole.

"Questa prova conferma che i pianeti che orbitano a una distanza abbastanza grande possono continuare ad esistere dopo la morte della loro stella", ha affermato Joshua Blackman, ricercatore post-dottorato di astronomia presso l'Università della Tasmania in Australia e autore principale dello studio. "Dato che questo sistema è un analogo del nostro sistema solare, suggerisce che Giove e Saturno potrebbero sopravvivere alla fase di gigante rossa del Sole, quando esaurisce il combustibile nucleare e si autodistrugge".

"Il futuro della Terra potrebbe non essere così roseo perché è molto più vicino al Sole", afferma il co-autore David Bennett, ricercatore senior presso l'Università del Maryland e il Goddard Space Flight Center della NASA. "Se l'umanità volesse spostarsi su una luna di Giove o Saturno prima che il Sole frigga la Terra durante la sua fase di supergigante rossa, rimarremmo comunque in orbita attorno al Sole, anche se non saremmo in grado di fare affidamento sul calore del Sole come nana bianca per molto tempo".

Il team ha scoperto il pianeta usando una tecnica chiamata microlensing gravitazionale, che si verifica quando una stella vicina alla Terra si allinea momentaneamente con una stella più distante. Questo crea un fenomeno in cui la gravità della stella in primo piano agisce come una lente e ingrandisce la luce della stella di sfondo. Se c'è un pianeta in orbita attorno alla stella più vicina, deforma temporaneamente la luce ingrandita mentre il pianeta sfreccia.

La prossima missione della NASA, il Nancy Grace Roman Telescope (precedentemente noto come WFIRST), che mira a immaginare direttamente pianeti giganti, aiuterà ulteriormente le loro indagini. Roman sarà in grado di fare un'indagine molto più completa dei pianeti in orbita attorno alle nane bianche situate fino al rigonfiamento galattico al centro della Via Lattea. Ciò consentirà agli astronomi di determinare se è comune per i pianeti simili a Giove sfuggire agli ultimi giorni della loro stella, o se una frazione significativa di essi viene distrutta dal momento in cui le loro stelle ospiti diventano giganti rosse.