Andrea Falessi: la fibra ottica è la nuova frontiera dell'ecosostenibilità

Open Fiber punta sulla fibra come mezzo per ridurre le emissioni di anidride carbonica.

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a cura di Silvio Colombini

Andrea Falessi, direttore relazione esterne di Open Fiber, porta al centro del dibattito la necessità di adeguare la rete, in ottica di una maggior sostenibilità ecologica.

Inutile negarlo: qualunque attività umana ha un impatto, il più delle volte negativo, sull’ambiente. È quindi impensabile che la creazione di infrastrutture per la comunicazione non facciano la stessa cosa. Ma è altrettanto impensabile non cercare di ridurre tale impatto al minimo possibile.

A tal proposito Adrea Falessi ha le idee ben chiare: è necessario abbandonare le vecchie tecnologie, più inquinanti e meno performanti. Anzi, il Direttore Relazioni esterne della wholesome company, è andato oltre e non si è sottratto dal dare numeri ben precisi: “1.000 kg di Co2 ogni 2 kg di rame a fronte di 0,06 kg per la fibra”.

Tutti sappiamo quanto l’argomento delle emissioni sia diventato sempre più importante nella vita odierna, e di come sia diventato un elemento fondamentale per la valutazione, e la messa in moto, di moltissime opere. Insomma, più che mai, sembra sia giunto il momento di spingere sull'allargamento della fibra ottica e di mettere da parte, per sempre, il vecchio cavo di rame.

L’impatto ecologico del rame è infatti da vedere su più piani. In primo luogo quello produttivo: a parità di lunghezza del cavo, estrarre il rame, raffinarlo e lavorarlo ha, come detto da Falessi, un impatto oltre sedicimila volte più grande di quello richiesto dallo “stendere” la fibra ottica. Ma oltre a questo dato c’è da prendere in considerazione anche il ridotto inquinamento da spostamenti.

Negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, lo smart working si è fatto sempre più presente, e in maniera parallela si è potuto osservare un netto calo degli spostamenti a scopo lavorativo e delle annesse emissioni inquinanti (a proposito di spostamenti, anche FS ha iniziato ad allargare la copertura lungo i binari).

Tale forma di lavoro, tuttavia, affinché possa essere attuata in modo efficace, necessita di adeguate infrastrutture informatiche: attualmente il progetto Open Fiber abbia permesso di cablare con fibra ottica oltre 14 milioni di abitazioni.

Indubbiamente un risultato importante, che ha permesso alla nostra nazione di tornare ai piani alti della classifica delle infrastrutture informatiche.

E voi cosa ne pensate: vi trovate ancora bene con il rame o no vedete l’ora di “mettere mano“ sulla fibra ottica?