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a cura di Saverio Alloggio

10 anni di Android. Il 23 settembre 2008 Google presentava la primissima versione del suo sistema operativo, destinato a dominare la scena smartphone negli anni a venire. Oggi è l'OS più diffuso al mondo, anche più di Windows, ed è probabilmente chiamato a compiere il più grande passo in avanti della propria storia.

Il mercato dei dispositivi mobili si trova evidentemente difronte a un bivio. Nel 2017 sono stati venduti 1,5 miliardi di smartphone, di cui oltre l'85% equipaggiati con Android. Per la prima volta però c'è stata una contrazione nelle spedizioni, in alcuni casi anche parecchio marcata come avvenuto in Cina nell'ultimo trimestre dello scorso anno (-14%).

htc dream

HTC Dream

Lo scenario è incredibilmente cambiato dai tempi di T-Mobile G1 (dalle nostre parti conosciuto come HTC Dream), il primo smartphone basato su Android. Commercializzato il 22 ottobre 2008 negli Stati Uniti, ad aprile del 2009 ha toccato il milione di unità vendute. Un'enormità per l'epoca, numeri che impallidiscono difronte a quelli odierni.

HTC Dream è arrivato sul mercato equipaggiato con Android 1.0, si chiamava solo così. Dalla versione 1.5, Google ha iniziato a impiegare i nomi di alcuni dolci. Ecco dunque Android Cupcake, Donut, Eclair, Froyo, Gingerbread, Ice Cream Sandwich, fino ad arrivare ai più recenti Oreo (versione 8.0) e Pie (versione 9.0, che sarà grande protagonista il prossimo anno).

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Non è però solo una questione di vendite. Gli smartphone, o meglio i sistemi operativi mobili, hanno raggiunto una tale maturità in termini di funzionalità da essersi ormai bloccati da qualche anno. Google e Apple continuano a limare piccoli dettagli di Android e iOS, la cui esperienza utente di fondo è sostanzialmente la stessa da diverse versioni.

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Insomma, il settore avrebbe bisogno della "next big thing", concetto tanto caro ad Apple durante le conferenze di presentazione dei propri dispositivi. Google sembra essere già al lavoro su quello che potrebbe diventare il proprio asso nella manica per i prossimi anni. Stiamo parlando di Fuchsia OS, ovvero l'erede designato di Android.

A differenza dei precedenti sistemi operativi sviluppati da Google, ovvero Android e Chrome OS, basati su kernel Linux, Fuchsia OS è basato su un nuovo microkernel denominato Magenta, derivato direttamente da Little Kernel (LK), che presenta una particolarità: è progettato per funzionare su qualsiasi tipologia di dispositivo.

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Cosa significa? Fuchsia OS sarà in grado di adattare l'interfaccia grafica e le funzionalità a seconda del dispositivo su cui sarà installato o magari collegato (pensiamo a uno smartphone connesso a un monitor esterno). Potrebbe finalmente realizzarsi quell'unione tra dispositivi mobili e desktop, in grado di unificare in un unico prodotto le differenti esigenze degli utenti.

Fuchsia os

Del resto, gli smartphone possiedono ormai una potenza di calcolo che gli consentirebbe di poter sostenere buona parte degli applicativi desktop, almeno per quanto riguarda le operazioni quotidiane. Da tempo una parte di utenti chiede a gran voce, ad Apple, un iPad Pro basato su MacOS, viste le inevitabili limitazioni di iOS in ambito produttivo (condivise ovviamente con Android). Potrebbe essere Google a giocare d'anticipo in questa direzione.


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