Apple, 250 miliardi di dollari su conti per lo più offshore

Apple possiede un tesoretto da 250 miliardi di dollari di riserve liquide. A rivelarlo il Wall Street Journal, con l'azienda di Cupertino che potrebbe operare un'acquisizione di primissimo livello.

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a cura di Saverio Alloggio

Apple ha riserve per un totale di 250 miliardi di dollari. È quanto emerge da un nuovo report realizzato dal Wall Street Journal. L'azienda di Cupertino diffonderà stasera la nuova trimestrale, confermandosi la società con la maggiore liquidità al mondo. Una disponibilità economica che potrebbe far presagire un'acquisizione di rilievo.

Innanzitutto, può risultare utile dare una misura di questi 250 miliardi di dollari. Il PIL della Finlandia, nel 2015, si è attestato sui 229,8 miliardi di dollari. L'intera manovra finanziaria 2017 del Governo italiano vale poco più di 29 miliardi di dollari. Una cifra, quella di Apple, superiore anche alle riserve valutarie estere detenute da Canada e Regno Unito messe assieme.

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Tim Cook, CEO Apple

Una quantità di denaro liquido spropositata che, con la pubblicazione della nuova trimestrale, sarà ulteriormente accentuata dagli altri dati legati all'azienda di Cupertino. Le indiscrezioni parlano di un utile per azione di 2,023 dollari, un fatturato di 53 miliardi di dollari, il tutto contestualizzato da una capitalizzazione record da 769 miliardi di dollari.

Un quadro che impone una riflessione sotto diversi punti di vista. Secondo il Wall Street Journal, il 90% di questi 250 miliardi di dollari sono detenuti da Apple all'estero in Paesi offshore. L'azienda di Cupertino potrebbe però riportare negli Stati Uniti questi capitali se si dovesse concretizzare la recente proposta di Donald Trump, volta a operare una sorta di condono per le aziende statunitensi disposte a far rientrare la propria liquidità parcheggiata all'estero.

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La crescita di liquidità Apple fino al Q2 2015

Questa possibilità aprirebbe una duplice prospettiva per Apple. La prima sarebbe quella di poter rimpatriare gli utili offshore, distribuendo dei veri e propri super dividendi agli azionisti. La seconda, senza dubbio la più affascinante, sarebbe quella di effettuare un'acquisizione (o magari più di una) di primissimo livello negli Stati Uniti.

In tal senso, le possibili aziende acquisite potrebbero essere le più disparate. Non è un mistero come Apple sia a lavoro su un sistema di guida autonoma e, più in generale, stia valutando l'ingresso nell'industria automobilistica. Ecco dunque spuntare il nome di Tesla, che potrebbe essere agevolmente acquisita dall'azienda di Cupertino per una cifra pari a 52 miliardi di dollari.

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Negli anni però, Apple ha mostrato interesse anche per il settore dei contenuti d'intrattenimento. Non a caso, recentemente si è vociferato circa l'interesse nei confronti di realtà come Time Warner (acquisita per 84 miliardi di dollari da AT&T a ottobre 2016), Disney e Netflix, con queste ultime due valutate rispettivamente 158 miliardi e 65 miliardi di dollari.

Una prospettiva, quella delle acquisizioni di questi grandi nomi, che di fatto potrebbe risolvere la grande criticità del modello di business Apple, ovvero quella di essere estremamente concentrata sugli iPhone e su tutto ciò che ruota attorno a essi. Il settore dei dispositivi mobili sta già mostrando una crescita molto più lenta rispetto ai primi anni della rivoluzione smart, e sarebbe fondamentale per l'azienda di Cupertino crearsi una strategia alternativa.

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Netflix su Apple TV

È chiaro che si tratterebbe di operazioni molto complesse, considerando l'importanza di queste realtà. Avere a disposizione 250 miliardi di dollari non vuol dire poter acquisire in automatico aziende di questo calibro. Prime indicazioni importanti giungeranno comunque dalla diffusione dei dati ufficiali della nuova trimestrale Apple. Questo consentirà di poter avere, in parte, un quadro complessivamente più chiaro.

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