Apple e Google contro il rating dei giochi violenti per cellulari

L'ESRB (Entertainment Software Ratings Board) applicato ai giochi per cellulari non piace a Google e Apple. Negli Stati Uniti gli operatori mobili hanno già aderito all'iniziativa ma i leader del settore no. Lo reputano praticamente inutile.

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a cura di Dario D'Elia

Apple e Google non sembrano gradire l'adozione dell'ESRB (Entertainment Software Ratings Board), ovvero il sistema di classificazione dei giochi, in ambiente mobile. Sebbene sia ampiamente utilizzato nei settori PC e console per consentire l'identificazione dei contenuti e dell'età consigliata di gioco, gli ambienti iOS e Android se ne terranno lontani. Anche se ESRB è valido esclusivamente in Stati Uniti e Canada, è considerato anche dai genitori europei un parametro piuttosto attendibile per valutare ogni titolo videoludico o comunque applicazione di intrattenimento.

ESRB

L'ambiente della telefonia mobile in questo momento si sta interrogando sui motivi per cui i leader indiscussi del mercato, con le rispettive piattaforme software iOS e Android, abbiano deciso di non aderire all'iniziativa. Sebbene attuino già un minimo di controllo sui loro Market l'introduzione dell'ESRB potrebbe aiutare ulteriormente i consumatori nelle scelte.

Secondo Patricia Vance, presidente ESRB, la maggior parte dei genitori è preoccupata dei giochi violenti e le applicazioni erotiche, senza contare le soluzioni social che potrebbero essere usate da persone senza scrupoli. Il sistema di classificazione risponde proprio a queste esigenze di sicurezza. Per di più una valutazione troppo rigida può essere sempre essere contestata dagli sviluppatori, e in caso positivo aggiornata e "ammorbidita".

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Gli addetti ai lavori suppongono che Apple e Google abbiano deciso di non schierarsi con gli operatori mobili statunitensi e Microsoft, già iscritti all'ESRB, per la mancanza di reali benefici. Il comitato di valutazione ha ammesso di non essere in grado di recensire tutte le applicazioni attualmente disponibili (centinaia di migliaia), e quindi di fatto la maggior parte dei "rating" si baserebbe su auto-certificazioni – come avviene già su Apple Store e Android Market. 

Insomma, i colossi del mercato non ne trarrebbero alcun vantaggio ma solo il rischio di veder discriminate, in alcuni casi, applicazioni di grande successo.