Apple vuole fare la cresta sui cellulari Motorola e Samsung

Secondo indiscrezioni Apple avrebbe chiesto a Samsung e Motorola il pagamento di royalty in cambio della chiusura delle azioni legali in corso a livello globale. L'offerta è fino a 15 dollari per ciascun terminale Android venduto, per una percentuale compresa fra l'1 e il 2,5 per cento del ricavato netto delle vendite. Finalmente la guerra termonucleare contro Android è finita?

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a cura di Elena Re Garbagnati

Apple ha deciso di deporre le armi contro Samsung e Motorola, e ha chiesto royalty per sanare le vertenze sulla violazione dei suoi brevetti. La notizia è stata pubblicata dal Wall Street Journal, che citando fonti anonime vicine all'azienda di Cupertino ha riferito della sua disponibilità di aprire un tavolo delle trattative.

Il quotidiano finanziario precisa che Apple non intende inaugurare una fonte di reddito basata sulle sue proprietà intellettuali - seguendo l'esempio di Microsoft, per intenderci - ma solo uscire dal cul se sac in cui si è infilata con una raffica sempre più ingestibile di cause civili che hanno portato a vittorie e sconfitte altalenanti e battute d'arresto fastidiose, oltre che costose.

Apple potrebbe smettere di cercare di bloccare i concorrenti

Le richieste di Apple sono di una cifra compresa fra 5 e 15 dollari per ciascun terminale Android venduto, e per il quale sono pendenti richieste di blocco delle vendite. Si parla di una percentuale fra l'1% e il 2,5% del netto delle vendite di ogni prodotto. Fa sorridere il fatto che proprio Motorola sia stata criticata dalla casa di Cupertino per avere chiesto ad Apple royalty pari al 2,5%, ricorrendo persino all'UE.

A fare notizia in questo caso non sono le cifre più o meno discutibili, quando il fatto stesso che Apple si sia "abbassata" a scendere a patti, sovvertendo i dettami di Steve Jobs, che voleva una "guerra termonucleare contro Android". A quattro mesi dalla sua scomparsa Tim Cook può avere deciso di prendere in mano la situazione e di fare di testa sua? Difficile a dirsi perché come sempre le notizie su Apple non hanno riscontri ufficiali. Secondo il WSJ la posizione finanziaria molto forte di Apple dovrebbe incentivarla a proseguire le battaglie legali a suon di ordinanze dei tribunali per bloccare i concorrenti, o imporgli di eliminare alcune caratteristiche dai loro prodotti.

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In effetti Apple non ha certo bisogno dei soldi delle royalty, ma è anche vero che ottenere un provvedimento inibitorio contro un prodotto concorrente non ferma certo aziende come Samsung e Motorola, che hanno i listini zeppi di smartphone e tablet. Lo sforzo giuridico è quindi molto superiore al risultato, e a furia di denunciare gli altri prima o poi si rischia di essere trascinati davanti al giudice giusto (o sbagliato) e di vedersi bloccare davvero le vendite (com'è successo in Germania, ma solo per poche ore). Questa sì che sarebbe un'evenienza devastante per Apple.

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Nella sua analisi il quotidiano finanziario mette anche l'accento sul fatto che Apple ha concentrato la sua strategia d'attacco basandosi su brevetti (formati e software) facili da aggirare per qualsiasi concorrente, mentre si deve difendere sempre più spesso da cause per violazione di brevetti essenziali, per le quali prima o poi sarà costretta a pagare i diritti.

Alla luce di queste considerazioni sarebbe lecito e logico che Apple usasse le cause pendenti come merce di scambio per ridurre l'importo di eventuali royalty che lei stessa finirà per pagare a Samsung e Motorola, facendo vedere ai giudici che non è così irragionevole come sembra. Siamo sicuri che la Apple dopo-Jobs sia diventata ragionevole?