iPhone con SoC Samsung che consumano troppo, la risposta di Apple chiude la questione

Apple afferma che i benchmark non riflettono l'uso reale di un iPhone, e che i suoi dati statistici mostrano che non ci sono differenze rilevanti tra gli iPhone in circolazione. Tutti hanno la stessa autonomia, con una variazione al massimo del 3%.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Apple ha risposto riguardo alla questione delle differenze nei consumi tra i SoC Apple A9 prodotti da TSMC e quelli realizzati da Samsung, dicendo che nell'uso reale la variazione è al massimo del 3% tra un telefono e l'altro, di fatto impercettibile. L'azienda tenta così di chiudere sul nascere quello che già alcuni definiscono batterygate ma che, ancora una volta, sembra un falso problema.

iphone 6s 04

Ieri vi abbiamo raccontato come alcuni utenti in tutto il mondo abbiano rilevato tramite benchmark che gli iPhone 6S con chip prodotto da Samsung consumano più energia, fino al 33% circa, rispetto a quelli con SoC realizzato da TSMC. Apple non nega questo fatto, ma sottolinea che quei test sottomettono il processore a un carico che non si verifica mai in situazioni reali – praticamente il chip è alla massima attività per tutto il tempo del test.

I test in altre parole non sono rappresentativi e non andrebbero presi come indicazione delle reali prestazioni dello smartphone. È una cosa che abbiamo affermato diverse volte anche noi su queste pagine, e infatti ogni volta che è possibile cerchiamo di affiancare test reali ai benchmark – spesso indicati come test sintetici.

I benchmark, in effetti, non hanno lo scopo di mostrare prestazioni reali. Il loro obiettivo è rendere possibile la comparazione tra più dispositivi: dato che un test di uso reale (per esempio usare uno smartphone per una settimana) è per definizione sempre diverso, si usano i risultati del benchmark per evidenziare le differenze tra un prodotto e l'altro. Ciò è possibile proprio perché il test è sempre uguale a sé stesso, ripetibile e senza variazioni.

L'informazione fornita da Apple, invece, proviene dai dati diagnostici inviati dagli iPhone all'azienda stessa – se il proprietario lo ha autorizzato. Che tra tutti gli iPhone 6S già in circolazione ci sia una variabilità del 3% è del tutto normale, e questo potrebbe chiudere la vicenda una volta per tutte.

La situazione tuttavia è simile almeno in parte al bendgate dell'anno scorso. Qualcuno sosteneva che l'iPhone 6 Plus si piegasse troppo facilmente, ma arrivarono presto altre voci a confutare tali ipotesi. Apple affermò di aver ricevuto pochissime lamentele a riguardo, e ci furono associazioni di consumatori che fecero test indipendenti, giungendo alla conclusione che si trattava sostanzialmente di un'invenzione mediatica – ne parlammo come del fuffa flame che piace.

Eppure ancora oggi ci sono persone convinte che quello dell'iPhone 6S Plus piegato fosse un vero e proprio difetto di fabbricazione, e come prova schiacciante citano il fatto che Apple abbia scelto un alluminio più resistente per i nuovi modelli. Un'ipotesi traballante, che sa quasi di complottismo, ed è noto come certe cose si diffondano facilmente anche quando sono facili da smentire. Ecco, il batterygate sembrerebbe (condizionale obbligatorio per ora) morto sul nascere, ma visto cosa è accaduto in passato forse ne sentiremo parlare ancora per un pezzo. 

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