Jailbreak e rooting illegali, iOS e Android rischiano il blocco

La pratica del jailbreak è legale negli Stati Uniti, ma l'esenzione alla legge sul copyright DMCA ottenuta nel 2010 sta per scadere. Il rischio che le grandi aziende tornino a fare pressione per cambiare quanto deciso in passato è concreto, ma l'Electronic Frontier Foundation chiama a raccolta gli appassionati non solo per salvare la norma, ma per estenderla a tablet e console da gioco.

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a cura di Manolo De Agostini

Il jailbreak è legale, ma forse ancora per poco. Stanno per scadere le esenzioni fatte nel luglio 2010 al Digital Millennium Copyright Act (DMCA), la legge sul copyright statunitense. In queste norme si dichiara che il jailbreak non è solo "innocuo" ma anche "benefico" e la pratica rientra nel cosidetto fair use, cioè un uso corretto se fatto per rendere il sistema interoperabile con applicazioni terze non approvate dal produttore (del cellulare) o lo sviluppatore (dell'OS).

Le esenzioni scadono entro l'anno e per questo motivo l'Electronic Frontier Foundation (EFF), associazione che difende i diritti digitali, sta affilando le armi per far ribadire quanto espresso quasi due anni fa, e se possibile per mettere a segno una vittoria ancora più schiacciante. La EFF chiede allo US Copyright Office non solo di rinnovare l'esenzione che garantisce la possibilità di sblocco del sistema operativo sugli smartphone, ma anche di estenderla a tablet e console da gioco.

L'associazione ha perciò deciso di fare pressione chiamando a raccolta gli statunitensi che vogliono far sentire la propria voce con un commento online che spieghi quale sia il vero valore del jailbreak. L'EFF vuole il parere di coloro che "dipendono dal jailbreak per scrivere, usare e/o armeggiare software indipendenti (dalle app utili a fix di sicurezza essenziali) per smartphone, tablet e console da gioco". Un'altra associazione, il Software Freedom Law Center, chiede addirittura che nell'esenzione rientrino tutti i dispositivi di computing personali.

La posta in gioco è alta - se le esenzioni non saranno rinnovate si rischiano pene severe e multe salate - e gli avversari in questa partita sono rappresentati da grandi aziende con un potere di lobbying verso istituzioni e politici che potrebbe portare a un clamoroso ribaltamento della situazione.

Il jailbreak è noto perché consente d'installare applicazioni e modifiche non approvate dai produttori. Chi usa prodotti Apple iOS o Android sa che con il jailbreak (e rooting) può personalizzare a piacimento il telefono, aggiungere menù, sfondi e funzioni non contemplate dall'azienda produttrice o dalle applicazioni presenti nei rispetti store. Sono milioni le persone che si dilettano in questa pratica. Su Android c'è chi cambia addirittura l'intero sistema operativo affidandosi a versioni modificate da appassionati, le cosiddette "ROM cucinate".

I produttori però, con sicuramente Apple in prima fila, affermano da anni che il jailbreak può precludere la sicurezza e la stabilità di un prodotto, oltre che incoraggiare gli utenti a scaricare software piratato. Quest'ultimo aspetto in particolare è il vero nocciolo della questione, perché il jailbreak per tante persone è sinonimo di scaricare applicazioni senza pagare.

Non è chiaro se le aziende torneranno alla carica per indurre i burocrati a stabilire che il jailbreak è illegale, ma è lecito pensare di sì. Oltre ad Apple pensiamo a Sony, che l'anno passato ha perseguito con azioni legali molti appassionati di hacking che avevano trovato il modo di "jailbreakkare" la PS3. In piena obiettività, voi da che parte state? Pensate che acquistare un prodotto dia controllo totale all'acquirente? E come vi ponete davanti al tema della pirateria facilitata dal jailbreak?