OnePlus non si ferma più: 1,4 miliardi di dollari di ricavi

L'azienda cinese ha raddoppiato i ricavi nel 2017 rispetto all'anno precedente, sfondando il muro del miliardo di dollari. Il modello di business di OnePlus sembra dunque funzionare, pur non avendo rapporti con gli operatori telefonici e la grande distribuzione.

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a cura di Saverio Alloggio

OnePlus, nel 2017, ha raddoppiato i propri ricavi rispetto al 2016, toccando quota 1,4 miliardi di dollari. Si tratta di un risultato estremamente significativo, che conferma come l'azienda cinese, attraverso il proprio particolare modello di business, stia riuscendo a farsi strada nel mercato smartphone nonostante l'oggettiva saturazione dello stesso.

La strategia di OnePlus rappresenta infatti un unicum nel panorama smartphone. In questi anni l'azienda ha scelto di concentrarsi solo su dispositivi con specifiche tecniche di fascia alta, puntando soprattutto sul rapporto tra qualità/prezzo (pur ricordando l'aumento degli stessi prezzi operato con i modelli più recenti).

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Tutto questo è stato condito da una campagna marketing fortemente incentrata sul web e dalla scelta di vendere direttamente i propri smartphone, senza l'intervento di intermediari (dunque niente grande distribuzione) e, soprattutto, senza coinvolgere gli operatori telefonici. 

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Questi ultimi, in particolare, rappresentano un perno centrale nella strategia dei big del settore smartphone, soprattutto in alcuni mercati chiave. Pensiamo, ad esempio, agli Stati Uniti, dove l'acquisto dello smartphone è spesso subordinato ad una forma di abbonamento con gli operatori telefonici. 

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Resta da capire quali margini di crescita ci sono ancora proseguendo con una simile strategia. In tal senso, OnePlus non ha mai rilasciato dati di vendita precisi dei propri smartphone, anche se l'intenzione in futuro sembra essere quella di una maggior trasparenza da questo punto di vista, come peraltro dichiarato dallo stesso CEO Pete Lau.

La sensazione è che, per poter provare a generare volumi di vendite in grado impensierire i top del settore, sia necessario affiancare allo store online ufficiale dell'azienda anche altri canali di distribuzione, tra cui potrebbero rientrare proprio gli operatori telefonici. Una possibilità su cui, ad oggi, non ci sono notizie ufficiali, ma che potrebbe delinearsi meglio nei prossimi mesi.

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Nel frattempo, l'azienda cinese si trova a fronteggiare una questione legata alla sicurezza delle transazioni su OnePlus.net. Da qualche giorno infatti è presente un thread sul forum ufficiale, nel quale alcuni utenti hanno segnalato delle transazioni non autorizzate sulle proprie carte di credito, dopo aver effettuato acquisti attraverso il portale della società guidata da Pete Lau. 

La questione sembra riguardare solo le carte di credito, per cui nessun problema per chi ha effettuato acquisti su OnePlus.net attraverso Paypal. L'azienda cinese ha comunque prontamente creato un secondo thread, al fine di poter chiarire alcuni dettagli.

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Innanzitutto i dati delle carte di credito vengono memorizzati in maniera crittografata sui server del partner che processa il pagamento, e non su quelli di OnePlus. In secondo luogo, lo store online era inizialmente basato sulla piattaforma di e-commerce Magento, ma oggi non lo sono più, per cui i problemi di quest'ultima non possono fare riferimento al caso in questione.

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OnePlus ha dunque chiarito come, almeno al momento, non sia al corrente di falle nel proprio sistema. L'azienda cinese sta comunque proseguendo con le indagini, al fine di poter chiarire la situazione. Vi terremo al corrente in caso di aggiornamenti ufficiali.

AGGIORNAMENTO 17-01-2018

Al fine di approfondire la faccenda e in via cautelare, OnePlus ha sospeso i pagamenti con carta di credito attraverso il proprio store ufficiale. L'azienda cinese non ha fornito nuovi dettagli sulle indagini interne in corso, per cui continueremo a tenervi aggiornati non appena ci saranno altre novità.

In ogni caso, resta attiva la possibilità di pagamento attraverso PayPal, segno evidente di come le transazioni attraverso questa piattaforma non siano coinvolte nella questione.