Oppo dirà addio ai chip Qualcomm e MediaTek?

Anche Oppo vuole ridurre la dipendenza da processori terzi e personalizzare i chip in base alle proprie esigenze specifiche.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Oppo starebbe sviluppando internamente dei chip per smartphone personalizzati che vedranno la luce in meno di 24 mesi. Come Apple e Google, anche l'azienda cinese vuole ridurre la sua dipendenza da processori progettati da terzi e personalizzare i chip in base alle proprie esigenze specifiche.

A dare questa notizia ci ha pensato il sempre attento leaker Ice Universe su Twitter. Secondo quanto "cinguettato", Oppo starebbe attualmente sviluppando internamente un nuovo AP (Application Processor) ed il team supererebbe addirittura il migliaio di dipendenti. Il nuovo chip potrebbe essere già pronto per l'uso per gli smartphone Oppo del 2024, una scadenza non poi così lontana.

Il chip personalizzato che Oppo sta preparando andrà a sostituire gli attuali chip Qualcomm Snapdragon e MediaTek. Probabilmente, come già mostrato da Google con i suoi Tensor, tale chip sarà altamente ottimizzato per l'esecuzione di processi specifici come il Machine Learning o l'elaborazione delle immagini.

La notizia potrebbe stupire i meno attenti ma, per i lettori che ci seguono assiduamente e che seguono i cambiamenti dell'industria, non è una notizia così inaspettata. Da un paio d'anni Oppo durante l'evento invernale INNODAY presenta dei chip personalizzati per smartphone che affiancano gli SoC. Il primo è stato MariSilicon X, pensato per migliorare foto e video, mentre il più recente è MariSilicon Y, progettato per migliorare l'audio Bluetooth.

Oppo non è nemmeno la prima azienda produttrice di smartphone a fare questo passo. Huawei negli anni aveva dimostrato con i propri HiSilicon Kirin di poter dare filo da torcere ai concorrenti, mentre Samsung con la sua divisione Foundary da anni produce soluzioni che vende anche a terzi (Exynos) ed avrebbe iniziato recentemente lo sviluppo di nuovi AP con un team interno alla divisione mobile. Più recentemente è stata Google a fare questo passo e non si può non citare Apple Silicon, famiglia di chip che poi vengono utilizzati su iPhone, iPad e Mac.