Samsung Galaxy Note a controllo mentale, ci vuole cervello

Samsung ha promosso un progetto di ricerca per il controllo dei dispositivi mobili con il pensiero. Il Galaxy Note 10.1 è protagonista dei primi test. Negli esperimenti si è registrata una media di una selezione ogni cinque secondi con una precisione che va dall'80 al 95 percento.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Il tablet si potrà controllare con la forza del pensiero. Le interfacce touchscreen potrebbero diventare roba vecchia fra qualche anno, quando ci basterà pensare di voler parlare con qualcuno per avviare la chiamata, senza mai sfiorare lo schermo o doverci impelagare in complesse conversazioni con un assistente vocale.  Ci sta lavorando Samsung, che ha avviato un progetto con Roozbeh Jafari, assistente alla facoltà di ingegneria elettrica presso l'Università del Texas. I test sono condotti su un Galaxy Note 10.1 e l'obiettivo è quello di riuscire a usare il pensiero per avviare un'applicazione, selezionare un contatto nella rubrica, selezionare un brano da una playlist, o altro.

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La ricerca è in fase iniziale e non è in programma in tempi brevi l'annuncio di prodotti con queste capacità ma Samsung, come molti altri, intende valutare i possibili scenari applicativi. L'idea del controllo delle macchine con il pensiero infatti non è nuova: Haier ha presentato all'IFA il prototipo di una tecnologia di riconoscimento delle onde celebrali che consente di cambiare canale e regolare il volume della TV con la forza del pensiero, e c'è chi sta cercando di controllare l'iPhone con la forza della mente. Secondo IBM entro cinque anni leggeremo il pensiero.

Come sempre si parte dalla cuffia costellata di elettrodi per il monitoraggio EEG (elettroencefalogramma) che registra l'attività cerebrale e converte i dati in input per il tablet. Partendo dai modelli già noti secondo cui l'attività cerebrale viene stimolata da modelli visivi ripetitivi, i ricercatori hanno scoperto che le persone potessero avviare un'applicazione ed effettuare selezioni all'interno della sua interfaccia concentrandosi su un'icona che lampeggia a una determinata frequenza.

Ovviamente ci vorrà del tempo per centrare l'obiettivo. Finora i ricercatori si sono concentrati sullo sviluppo di metodi di elaborazione dei segnali per estrarre le informazioni raccolte dall'EEG e manipolarli al fine di controllare un dispositivo mobile. Jafari vuole sviluppare sensori EEG più convenienti facili e veloci da impostare, e soprattutto comodi per l'utente.

Galaxy Note 10.1 protagonista dei primi test

Insoo Kim, ricercatore di Samsung, spiega che al momento la velocità con cui un utente del sistema EEG può controllare un tablet dipende dall'utente. Negli esperimenti si è registrata una media di una selezione ogni cinque secondi con una precisione che va dall'80 al 95 percento.

Robert Jacob, un ricercatore specializzato nello studio dell'interazione uomo-computer alla Tufts University, ha spiegato che il progetto si inserisce in un più ampio sforzo da parte dei ricercatori di trovare nuovi modi per comunicare con i piccoli dispositivi come gli smartphone. Kim ha confermato: "diversi anni fa una piccola tastiera era l'unica interfaccia per controllare il telefono, oggi l'utente può usare la voce, il tatto, i gesti e il movimento degli occhi". L'aggiunta di ulteriori modalità di controllo non è altro che la naturale evoluzione tecnologica.