Smartphone e tablet con chip Intel da 48 core in sviluppo

Intel sta cercando di portare i concetti dell'architettura Many Integrated Core all'interno di tablet e smartphone. Con questo chip, secondo l'azienda, funzioni come Siri non saranno più su un server, ma dentro il prodotto stesso.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Smartphone e tablet con chip Intel con 48 core entro dieci anni. Non è una follia, ma è semplicemente quello su cui sta lavorando l'azienda statunitense. Secondo Enric Herrero, ricercatore degli Intel Labs di Barcellona, l'azienda sta lavorando per applicare il concetto "Many Integrated Core (MIC)" ai dispositivi mobile.

Il frutto di quel lavoro, di cui avevamo scritto nel 2009 grazie a una visita i laboratori di Brunswick, Germania, è stato fuso con il "vecchio" progetto Larrabee e finora è sfociato nel coprocessore Intel Xeon Phi, creato per il settore HPC (High Performance Computer) - cioè supercomputer e altri sistemi ad altissime prestazioni.

Poiché i dispositivi mobile stanno seguendo la strada tracciata dalle CPU per PC a partire dalla metà degli anni 2000, Intel sta verificando se il suo progetto non solo sia adatto a finire all'interno di un piccolo chip per prodotti dalle dimensioni contenute, ma anche se effettivamente le conferirà un vantaggio sulla concorrenza.

"Solitamente un processore con un core farebbe un lavoro dopo l'altro. Più core possono dividersi il lavoro", ha dichiarato Herrero a Computerworld. Il ricercatore ritiene che con moltissimi core cadranno tutte le barriere che attualmente frenano l'esperienza con questo tipo di dispositivi.

Ad esempio, sarà possibile fare la codifica di una email mentre si sta lavorando con altre applicazioni esigenti. Questo sarebbe possibile farlo già oggi, ma poiché le architetture attuali condividono molteplici risorse, le prestazioni ne soffrirebbero terribilmente.

Tanausu Ramirez, un altro ricercatore Intel, ha affermato che se qualcuno volesse guardare un video in HD su un dispositivo mobile, il chip a 48 core sarebbe in grado di usare differenti core per decodificare differenti fotogrammi video nello stesso momento, restituendo un'esperienza senza intoppi.

Ramirez ha anche detto che invece di avere un core che lavora al massimo consumando un sacco di energia, più core possono lavorare in parallelo su diversi progetti, consumando meno. "Il chip può anche prendere l'energia, dividerla e distribuirla tra le diverse applicazioni". 

Justin Rattner, direttore degli Intel Labs, ritiene che il chip a 48 core per i dispositivi mobile potrebbe essere realtà prima dei 10 anni pronosticati dai ricercatori. "Penso che il desiderio di spostarsi a interfacce più naturali per rendere l'interazione più umana guiderà i requisiti in fatto di potenza di calcolo. Avere a disposizione una grande numero di core per generare prestazioni davvero alte è il modo più efficiente sotto il profilo energetico per fornire la potenza necessaria".

Rattner si riferisce a funzioni quali il riconoscimento vocale o la realtà aumentata, in fatto di tecnologie che spingeranno la richiesta di sempre maggiore potenza. Insomma, vuole spostare Siri e soluzioni simili dalla "nuvola" al dispositivo. "Non è molto pratico prendere suoni e immagini, inviarli a un sistema cloud e aspettare che qualche server effettui quelle operazioni".

La potenza è però nulla senza il controllo e l'ottimizzazione del software sarà un fattore chiave per sfruttare un'architettura di quel genere. "Questo è il fattore maggiormente limitante", ha dichiarato Herrero. "Abbiamo bisogno di modificare il modo in cui sistemi operativi e applicazioni sono sviluppati, rendendoli più paralleli. Avere i core non conta se non possiamo avvantaggiarcene".

Un tema che è vero sui PC, figuriamoci nell'emergente settore mobile, anche se stiamo parlando di un lasso di tempo abbastanza ampio sia per compiere passi in avanti sotto il profilo hardware che software. Patrick Moorhead, analista di Moor Insights and Strategy, ritiene che prodotti mobile così potenti potrebbero diventare i nostri "computer principali", se non unici. "Il mio unico dispositivo è nella mia mano e quando arrivo in ufficio, si collega in wireless automaticamente al mio schermo da 30 pollici. Ho il touch, una tastiera, un mouse e la voce per interagirvi…cambia l'intero concetto di ciò che è e che cosa può fare", ha affermato Moorhead.