Wi-Fi e 3G mettono il turbo con un algoritmo segreto

Una stimolante ricerca ha dimostrato che è possibile rivedere il modo in cui si trasmettono informazioni senza fili, e ottenere velocità di trasferimento molto più alte di quelle attuali. Molti operatori telefonici si sono già messi in coda per sfruttarla.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La trasmissione dati wireless può moltiplicare la propria velocità senza ampliare o modificare l'infrastruttura, grazie a un nuovo modo di gestire i pacchetti. Lo hanno scoperto la professoressa Muriel Medard e i suoi colleghi del MIT, dopo aver rilevato che è possibile ottenere velocità maggiori fino a 27 volte semplicemente cambiando il modo in cui si trasmettono le informazioni.

Alla ricerca hanno collaborato anche l'Università di Porto (Portogallo), quella di Harvard e quella di Monaco. Quest'ultima insieme al MIT ha anche creato una piccola società per gestire la vendita di licenze.

Muriel Medard

L'aspetto su cui hanno lavorato i tecnici sono i pacchetti persi: in ogni comunicazione digitale parte delle informazioni trasmesse finisce per essere "smarrita" e deve essere inviata nuovamente, e questo come si può intuire riduce la velocità totale del trasferimento. Un rallentamento che può essere anche molto evidente, ed è il principale responsabile della differenza tra velocità massima teorica e velocità effettiva, tanto su reti 3G/4G quanto su Wi-Fi.

Questa nuova tecnologia va proprio ad arginare tale strozzatura, sostituendo la trasmissione dei pacchetti con equazioni algebriche che li descrivono. Si tratta quindi di un nuovo protocollo che prende il nome di "encoded TCP", grazie al quale un pacchetto "perso" non andrà rispedito, perché il dispositivo ricevente può contare sulla formula algebrica per recuperarlo. Si può intuire che i dispositivi coinvolti (router, smartphone, computer) debbano eseguire dei calcoli, ma si tratta di operazioni leggere che non dovrebbero caricare eccessivamente l'hardware né compromettere la durata della batteria.

Non è possibile purtroppo approfondire ulteriormente dal punto di vista tecnico, perché diversi operatori in tutto il mondo hanno già chiesto la licenza su questa tecnologia ed è subentrato l'obbligo contrattuale alla segretezza. Le equazioni algebriche su cui si fonda l'Encoded TCP sono quindi destinate a restare un mistero, almeno per ora. Chi vuole approfondire gli aspetti tecnici in ogni caso può partire dallo spazio online della Dott.sa Medard.

Aggiorni il firmware e diventa più veloce? Magari!

Sappiamo però che i primi esperimenti in laboratorio hanno portato la velocità di trasferimento reale su Wi-Fi da uno a sedici Mbps; in una simulazione con perdite pari al 5% (molto alte, per esempio su un treno in corsa), si è invece passati da 0,5 a 13,5 Mbps (27 volte in più).  Se non ci sono perdite da compensare - ma è uno scenario ideale che non trova quasi mai riscontro nella realtà - il beneficio ottenuto è invece nullo.

L'importanza di questa scoperta, già definita una pietra miliare, sta nel fatto che in linea teorica è sufficiente modificare il software dei dispositivi esistenti per sfruttarla. Potenzialmente quindi la velocità effettiva di collegamento tramite reti cellulari e Wi-Fi potrebbe aumentare a dismisura a costi molto ridotti, ed è comprensibile il perché gli operatori telefonici si siano subito interessati. Speriamo solo che il vantaggio economico, almeno in parte, raggiunga anche i consumatori finali.