Wi-Fi Sync in iOS 5, Apple ha rubato l'idea e l'icona?

Un giovane sviluppatore si è scagliato contro Apple per Wi-Fi Sync, la nuova funzione di sincronia wireless tra dispositivi iOS e iTunes. Secondo il giovane la casa di Cupertino potrebbe avere preso più di uno spunto dalla sua applicazione, ora in vendita su Cydia.

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a cura di Manolo De Agostini

Uno sviluppatore indipendente accusa Apple di aver copiato la sincronia wireless con iTunes, nuova funzionalità di iOS 5, dalla sua applicazione (Lion, iOS 5 e iCloud: zampate di Apple ai concorrenti).

È questa la tesi di Greg Hughes, studente dell'Università di Birmingham, che ha realizzato un'applicazione chiamata Wi-Fi Sync, pensata per eseguire la sincronia tra iTunes e iPhone della libreria musicale attraverso la rete Wi-Fi, anziché il collegamento al PC tramite cavetto USB.

Il giovane afferma di aver realizzato l'applicazione e di averla presentata all'attenzione di Apple - per il necessario processo di approvazione sull'App Store - nel maggio dello scorso anno. Apple rigettò l'applicazione, facendo però  trasparire grande ammirazione per il lavoro del ragazzo.

Hughes fu contattato al telefono da un rappresentante di Apple, tale Steve Rea, che gli comunicava che la sua applicazione, benché eccellente, aveva problemi di sicurezza e oltrepassava le funzioni specificate dall'SDK. Per questi motivi non poteva essere inserita nell'App Store.

Icone molto simili per l'app di Hughes e la funzione di iOS. C'è chi però ritiene che Apple abbia guardato in casa propria, modificando l'icona di iSync.

"Disse che il team di sviluppo iPhone vi aveva dato un'occhiata, ed era rimasto abbastanza impressionato. Chiese d'inviare loro il mio curriculum vitae dopo la laurea".

Il ragazzo decise quindi di pubblicare la sua applicazione su Cydia, il negozio digitale "alternativo" dedicato agli iPhone sottoposti a jailbreak. È stato un successone: oltre 50 mila copie vendute dal debutto, con prezzi variabili fino a un massimo di 9,99 dollari. Hughes non ha voluto dare dettagli, ma l'incasso dovrebbe essere stato ampiamente sufficiente a coprire le spese per gli studi e non solo.

Il sei giugno è però arrivata la doccia fredda: Apple ha svelato alcune delle novità di iOS 5, tra cui una tecnologia chiamata Wi-Fi Sync (nome identico a quello dell'app del ragazzo), che svolge funzioni simili e ha un logo quasi identico.

"Sono rimasto totalmente scioccato. Sono nel mezzo degli esami, quindi il momento non è ideale. Vendevo la mia applicazione con quel nome e icona da un anno. Apple la conosceva perché gliel'avevo sottoposta, quindi è stato sorprendente vedere che l'hanno inserita in iOS 5". Il giovane ha preso un consulente legale e ha dichiarato che intende andare a fondo della vicenda. "Alla fine bisogna alzarsi e difendere il proprio lavoro".

Al momento abbiamo solamente la campana di Hughes, perché Apple non ha rilasciato commenti su queste esternazioni. Se la tesi dello sviluppatore fosse vera, la vicenda sarebbe quantomeno grottesca. 

Apple è un'azienda che - giustamente - non esita a difendere il proprio lavoro, anche con metodi talvolta aggressivi. Più volte Steve Jobs ha parlato di "competizione salutare", ma solo se portata avanti a colpi d'innovazione e non attraverso "furti" di idee. Ed è proprio qui che lo sviluppatore vuole arrivare: pensa che Apple abbia attinto a piene mani dal suo lavoro.

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Ovviamente la presunzione d'innocenza c'è e deve esserci sempre e per tutti, ma possiamo capire lo stato d'animo del ragazzo perché a una prima occhiata i punti di contatto tra la sua app e la nuova funzione di iOS 5 sembrano molteplici. Ciò non significa che Apple non possa integrare in iOS funzioni presenti oggi in applicazioni dedicate, ma il nome identico e il logo simile fanno venire qualche dubbio.

Se Hughes intenterà una causa contro il colosso di Cupertino, in cattedra salirà il codice e non si potrà scappare, si arriverà a capire se c'è stato o no un furto. Il nostro consiglio ad Apple è quello di tenere d'occhio il ragazzo e magari offrirgli un lavoro, come sembra abbia già intenzione di fare. Metterlo alle corde in un processo, anche se a depositare la causa sarà stato lui, non sarebbe una grande pubblicità come ha dimostrato qualche altra azienda ultimamente.