Xiaomi Mi A3 recensione: promosso al netto di qualche mancanza

Recensione Xiaomi Mi A3, smartphone Android One basato sul processore Snapdragon 665. Arriva in Italia a 249 euro con 4 Gigabyte di RAM.

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a cura di Saverio Alloggio

Xiaomi Mi A3 arriva sul mercato con un arduo compito: raccogliere la pesante eredità del Mi A2 e del Mi A1, entrambi smartphone best seller dell'azienda cinese. Questa volta il gigante di Pechino ha scelto di puntare su una scheda tecnica che, rispetto ai modelli precedenti, fa gridare meno al miracolo in relazione al prezzo di vendita. C'è in effetti qualche mancanza, che non compromette in senso assoluto l'esperienza utente ma fa comunque storcere un po' il naso.

Intendiamoci, il Mi A3 può già essere considerato uno dei punti di riferimento nella fascia di prezzo compresa tra i 200 e i 250 euro. Essendo basato su Android One infatti, garantirà aggiornamenti e supporto nel tempo, caratteristiche non così scontate da trovare in questo segmento. Di contro però deve vedersela con un agguerrita concorrenza, della quale fanno parte smartphone della stessa Xiaomi: dal Redmi Note 7 al Mi 9T, nonostante quest'ultimo sia posizionato a cifre superiori.

Insomma, la terza generazione di smartphone Android One targata Xiaomi deve muoversi in un contesto decisamente differente in confronto a qualche anno fa. Il successo commerciale è decisamente meno scontato rispetto al Mi A1 e al Mi A2, ma come sempre in questi casi la parola passa inevitabilmente al mercato.

Ottima ergonomia, display tra luci e ombre

Xiaomi Mi A3 è uno smartphone compatto, che può essere utilizzato con una sola mano. Pesa 174 grammi ed è spesso 8,5 millimetri, per cui è assolutamente comodo da portare con sé nella quotidianità. La scocca è realizzata in vetro e la cornice in metallo lucido, con la colorazione grigia (che potete osservare nelle immagini) davvero molto gradevole dal vivo.

Il design non è dei più originali. Sulla parte frontale c'è un notch a goccia, le cornici sono ridotte ma comunque presenti (soprattutto per quanto riguarda il bordo inferiore). I tre sensori fotografici posteriori sono disposti in verticali e la back cover somiglia molto a quella dello Xiaomi Mi 9. Manca purtroppo la certificazione di impermeabilità, c'è il jack audio da 3.5 mm.

La parte frontale è occupata quasi interamente dallo schermo, una delle componenti del Mi A3 che più ha fatto discutere. Si tratta infatti di un pannello AMOLED da 6,01 pollici HD+ (720 x 1.560 pixel). Una risoluzione abbastanza anacronistica oggi, nel 2019, specie su un dispositivo che comunque viene venduto a 249 euro.

Occorre sottolineare comunque come nell'utilizzo quotidiano questa risoluzione non crei particolari problemi. Lo schermo risulta assolutamente gradevole grazie anche agli alti contrasti garantiti dalla tecnologia AMOLED. Certo, soprattutto nella fruizione dei contenuti multimediali la differenza rispetto a un display Full-HD si nota, e anche la luminosità sarebbe potuta essere un po' più elevata: nelle giornate particolarmente assolate, il pannello non è perfettamente visibile.

Buoni comunque gli angoli di visuale, così come il trattamento olefobico del vetro anteriore (un Gorilla Glass 5). Il display integra inoltre il sensore biometrico, che funziona decisamente bene, riuscendo a riconoscere l'impronta sempre al primo colpo e anche velocemente. Non manca la funzionalità Always-On.

Prestazioni ok, autonomia sopra la media

Integrare un display con risoluzione HD+ ha inevitabili riflessi positivi sulle performance e sull'autonomia. Lo Snapdragon 665, che in questo smartphone è accoppiato a 4 Gigabyte di RAM e 64 Gigabyte di storage (espandibile tramite micro-SD), mi ha convinto. Il Mi A3 risulta sempre fluido e scattante nelle operazioni quotidiane, e riesce a cavarsela anche nello svolgimento dei compiti più complessi, incluse le sessioni di gaming.

In questo una mano arriva anche da Android One. La parte software infatti offre un'esperienza davvero molto vicina a quella dei Pixel, senza fronzoli che appesantirebbero inutilmente il sistema operativo. Certo, siamo su un altro pianeta rispetto alla MIUI della stessa Xiaomi in termini di personalizzazione, di contro però ci saranno 18 mesi di aggiornamenti garantiti, incluso l'update ad Android Q.

Decisamente sopra la media l'autonomia. Con il mio utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), sono riuscito a coprire due giorni pieni lontano dalla presa elettrica a fronte di oltre 5 ore di schermo accesso. Insomma, la batteria da 4.030 mAh svolge egregiamente il proprio dovere.

C'è comunque la ricarica rapida a 18W mentre manca quella wireless. Completa la connettività: Bluetooth 5.0, Wi-Fi ac dual-band, GPS A-GLONASS BDS, radio FM, sensore a infrarossi, supporto Dual-SIM. Manca purtroppo l'NFC, per cui niente pagamenti in mobilità con Google Pay. Una contraddizione per uno smartphone Android One.

Comparto fotografico promosso

Il comparto fotografico dello Xiaomi Mi A3 è mutuato, in parte, dal top di gamma Mi 9, essendoci anche qui il sensore IMX582: il principale è da 48 megapixel f/1.7, il secondario è da 8 megapixel f/2.2 ultra-grandangolare, il terzo è da 2 megapixel f/2.4 per la profondità di campo. Sulla parte frontale troviamo invece una fotocamera da 32 megapixel con obiettivo f/2.0, incastonata nel notch a goccia.

Gli scatti sono decisamente piacevoli, soprattutto in diurna, mentre in notturna subentra un po' troppo rumore digitale. C'è comunque la modalità notte, che riesce a migliorare la situazione senza però fare miracoli. Divertente il sensore grandangolare così come lo zoom 2X interpolato, che torna decisamente utile nella quotidianità.

Buone notizie anche dalla fotocamera anteriore, che riesce a realizzare scatti in modalità ritratto assolutamente convincenti. I video possono essere realizzati fino alla risoluzione 4K a 30 fps, mentre lo slow-motion si ferma a 120 fps in Full-HD: i filmati risultato di buon livello in diurna, con la qualità che invece cala vistosamente in notturna.

In generale, comparto fotografico promosso, soprattutto in relazione al prezzo di vendita.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

Ergonomia, autonomia e Android One sono i tre punti chiave di questo Xiaomi Mi A3, gli aspetti a cui i potenziali acquirenti devono guardare. I 249 euro di listino, di per sé, non sono tanti, con lo smartphone che si posiziona esattamente a metà strada tra il Redmi Note 7 e il Mi 9T della stessa azienda cinese, equipaggiati però con la MIUI e con meno garanzie in termini di aggiornamenti futuri.

È probabile che, nel corso dei mesi, il prezzo del Mi A3 scenda, per assestarsi magari attorno ai 200 euro. Personalmente, è uno smartphone che mi sento di consigliare anche a 249 euro, a patto che i tre punti chiave sopra indicati siano i parametri per voi fondamentali in fase d'acquisto.