Apple, così non va: se vuoi i videogiochi devi migliorare

Se davvero Apple vuole aprirsi ai videogiochi, c'è bisogno di rivedere alcune politiche interne: ecco perché.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Lo scorso anno, Apple annunciò in maniera trionfante la volontà di mettersi in gioco, portando i videogiochi sulle sue piattaforme. La presentazione fece scalpore, soprattutto perché a Cupertino dichiararono una partnership con Capcom, per portare Resident Evil Village proprio su Mac. A distanza di un anno, però, sembra che la struttura per portare i videogiochi sulle piattaforme di Tim Cook e soci non sia proprio ottimale.

A svelarlo è Cabel Sasser, che ha lavorato a Untitled Goose Game. Si tratta di uno dei videogiochi che riscosse un grande successo nel corso negli ultimi anni, ma che su Mac non è mai arrivato. E non per la mancata volontà degli sviluppatori, ma per il processo di verifica e di certificazione. "La nostra prima application è stata rigettata perché non si potevano saltare i crediti! Abbiamo spiegato che si poteva fare tenendo premuta la barra spaziatrice. A questo punto è stata nuovamente rigettata per qualche altro motivo e ci siamo arresi. Fine", le parole di Sasser, che ha quindi svelato il retroscena.

Le certificazioni dei videogiochi, ovvero quel processo che permette ai giochi di comparire sugli store digitali e nei negozi fisici, è sicuramente un problema. Da un lato abbiamo Sony e Microsoft, che concedono il via libera a praticamente tutti i videogiochi presenti, anche incuranti della qualità e della loro realizzazione tecnica (ne abbiamo avuto un chiaro esempio con Cyberpunk 2077 per PS4 e Xbox One, per esempio). Dall'altra, invece, abbiamo una serie di controlli decisamente fin troppo stretti.

Per portare i videogiochi sui sistemi Apple, a Cupertino bisogna fare un passo indietro. Senza snaturare ovviamente la sua filosofia, che ha di fatto costruito un brand con molti consumatori fedeli. Per poter entrare seriamente in questo settore, c'è bisogno di rivedere probabilmente diversi aspetti dell'intera società. E non è un lavoro che purtroppo può essere fatto dall'oggi al domani.

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