Il futuro di Lara Croft sembra appeso a un filo più sottile del previsto, mentre Crystal Dynamics annuncia una nuova serie di tagli al personale che rappresenta il terzo episodio di una crisi che si trascina ormai da oltre due anni. La celebre software house californiana, responsabile di alcuni dei capitoli più memorabili della saga di Tomb Raider, si trova nuovamente costretta a ridimensionare il proprio organico in quello che sta diventando un vero e proprio stillicidio per l'industria videoludica. Questa volta, però, la situazione appare particolarmente delicata considerando che lo studio sta lavorando al nuovo capitolo della serie che dovrebbe rilanciare definitivamente il brand dell'archeologa più famosa dei videogame.
Un declino iniziato con l'acquisizione Embracer
La spirale discendente di Crystal Dynamics ha preso il via nel 2022, quando il colosso svedese Embracer Group ha deciso di acquisire lo studio. Da quel momento, le "condizioni commerciali in evoluzione" - come le definisce diplomaticamente la dirigenza in un comunicato LinkedIn - hanno portato a una serie ininterrotta di ridimensionamenti. Nel 2023 dieci sviluppatori hanno dovuto cercare nuove opportunità lavorative, seguiti all'inizio di quest'anno da altri diciassette colleghi, vittime della necessità di "allineare le esigenze commerciali attuali" con una strategia aziendale sempre più incerta.
La situazione si è ulteriormente complicata con la cancellazione di Perfect Dark, progetto che doveva vedere Crystal Dynamics collaborare con The Initiative, lo studio interno Microsoft che è stato successivamente chiuso. Questa battuta d'arresto ha rappresentato non solo una perdita economica, ma anche l'ennesima dimostrazione di come il mercato videoludico stia attraversando una fase di profonda instabilità che ricorda, per certi versi, le crisi cicliche che hanno caratterizzato l'industria cinematografica hollywoodiana negli anni passati.
Il peso dell'incertezza sui progetti futuri
Nonostante Crystal Dynamics non abbia rivelato il numero esatto di dipendenti coinvolti nell'ultima ondata di licenziamenti, l'azienda ha tenuto a rassicurare che lo sviluppo del nuovo Tomb Raider procederà secondo i piani originali. Il progetto, realizzato con Unreal Engine 5 e pubblicato da Amazon Games, rappresenta probabilmente l'ultima carta che lo studio può giocare per garantirsi un futuro stabile nel panorama videoludico contemporaneo.
La scelta di puntare tutto sulla proprietà intellettuale più preziosa dello studio appare al tempo stesso logica e rischiosa. Da un lato, Tomb Raider gode ancora di un seguito fedele e di un riconoscimento globale che pochi brand videoludici possono vantare. Dall'altro, il peso delle aspettative su un singolo progetto potrebbe rivelarsi schiacciante per un team già provato da anni di incertezze e riorganizzazioni continue.
Strategie di sopravvivenza in un mercato spietato
Mentre l'industria videoludica italiana ha dimostrato negli ultimi anni una certa capacità di resistenza grazie a realtà come Milestone e 34BigThings, il caso Crystal Dynamics illustra perfettamente le difficoltà che anche gli studi più blasonati devono affrontare. La formula delle ristrutturazioni continue, giustificate con motivazioni che suonano sempre più simili tra loro, sta diventando tristemente familiare non solo per gli addetti ai lavori ma anche per i giocatori che vedono i propri sviluppatori preferiti attraversare crisi ricorrenti.
Nel tentativo di mantenere vivo l'interesse del pubblico durante questa fase di transizione, Crystal Dynamics potrebbe decidere di proporre una nuova trilogia rimasterizzata. Negli ultimi giorni sono emersi diversi indizi che fanno pensare a un possibile ritorno della Legend Trilogy, strategia che permetterebbe allo studio di generare ricavi immediati sfruttando il patrimonio storico del brand. Si tratterebbe di una mossa che ricorda le operazioni di "valorizzazione del catalogo" tipiche dell'industria cinematografica, dove i remake e i reboot servono spesso a finanziare progetti più ambiziosi.
Il futuro di Crystal Dynamics dipenderà inevitabilmente dalla capacità di navigare le acque tempestose di un mercato che premia sempre meno la fedeltà al brand e sempre più l'innovazione costante. Per ora, i fan della celebre archeologa non possono far altro che sperare che le turbolenze aziendali attuali non si riflettano sulla qualità del prodotto finale, consapevoli che il prossimo Tomb Raider potrebbe rappresentare molto più di un semplice videogioco: potrebbe essere il salvagente per uno degli studi più iconici dell'industria.