Daymare 1994: Sandcastle | Provato

Abbiamo provato in anteprima una DEMO di Daymare: 1994 Sandcastle, il prequel del videogioco italiano horror ispirato a Resident Evil.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Di Daymare bisogna riconoscere una cosa: non fosse esistito (almeno il solo embrione) non so se avremmo mai potuto vedere il remake di Resident Evil 2. Per chi non lo sapesse, infatti, il progetto originale non era altro che un rifacimento fan made del secondo storico capitolo della saga di Capcom, poi cancellato sotto richiesta dell'azienda nipponica. La rimozione del progetto fece nascere una piccola fiammella nel gruppo italiano, che decise di fondare Invader Studios e dare vita a una nuova proprietà intellettuale volutamente ispirata proprio a Resident Evil, Daymare: 1998.

Sfortunatamente, un po' per un'eccessiva ambizione ma soprattutto per inesperienza, il gioco non uscì proprio perfetto, presentando però delle buone idee che hanno convinto questi giovani sviluppatori a dare vita a un prequel maggiormente rifinito denominato Daymare: 1994 Sandcastle.

Nel corso degli ultimi giorni ho avuto la possibilità di provare una DEMO del nuovo capitolo, certamente più solido rispetto al primo episodio, ma sempre con chiari ed evidenti limitazioni sotto diversi punti di vista. Senz'altro, le premesse sembrano certamente migliori.

Nel cuore dell'Area 51

Il gioco è ambientato 4 anni prima di Daymare 1998, non per altro funge da vero e proprio prequel del gioco originale. Noi vestiamo i panni di Dalila Reyes, una ex agente governativa diventata unità H.A.D.E.S. destinata a salvare la vita ai propri compagni di squadra e al contempo a indagare sulle temibili mostruosità celate nella base militare più famosa del mondo, l'Area 51.

La DEMO non ci offre molti altri spunti narrativi, concentrandosi di più sul presentarci le nuove meccaniche di gameplay e i diversi miglioramenti apportati alla struttura di gioco. Se il primo Daymare poteva essere considerato un erede spirituale di Resident Evil 2, questo prequel prende invece ispirazione da Resident Evil 4, mettendo in mostra un modello di gameplay più action e meno survival.

Il doppio sistema di ricarica, infatti, è stato completamente rimosso, così come ora è possibile trovare molte più munizioni, ma fronte di un numero di nemici notevolmente aumentato. Questi ultimi non mi hanno proprio convinto, mi sono sembrati abbastanza generici e poco interessanti, ma è anche vero che ho viste poche tipologie, quindi non è detto che il bestiario non possa sorprenderci con l'avanzare della campagna. A ogni modo le varie mostruosità che ci attaccano sono rapidi e molto pericolosi, cosparsi di una fonte di energia che si libera dai corpi potenziando altri mostri o facendo resuscitare le creature decedute. L'unico modo per eliminare del tutto alcuni di loro è l'utilizzo di una nuova arma.

A dare nuova linfa a varietà all'azione è infatti il sistema Frost Grip, uno zaino che può essere sfruttato per congelare i nemici, ostacoli ambientali o risolvere alcune tipologie di puzzle. Questo può essere potenziato attraverso la scoperta di alcune macchine presenti in giro per i livelli e si ricarica sia costantemente nel tempo sia tramite appositi contenitori che è possibile scovare insieme a munizioni e medikit.

L'esplorazione non è chiaramente ai livelli del titolo horror di Capcom, infatti è importante sempre essere consci che siamo dinanzi a una produzione doppia A, ma è comunque piacevole guardarsi in giro durante gli spostamenti, visto che il team di sviluppo ha disseminato le sezioni di collezionabili testuali che espandono la lore e armadietti segreti che celano potenziamenti per le nostre armi e tanto altro. Ad aiutarci in questa ricerca spasmodica di informazioni e oggetti utili ci pensa uno scan dedicato che ci permette di localizzarli facilmente

Un passo in avanti... Ma basterà?

Esattamente come il suo predecessore, Daymare 1994: Sandcastle sfrutta l'Unreal Engine 4, e nonostante l'impatto visivo non sia certamente dei più memorabili, va comunque sottolineato che i miglioramenti apportati dal primo episodio sono percettibili. Il tutto lo si può constatare dagli effetti volumetrici e sull'illuminazione in generale, maggiormente più godibile e realistica; da questo punto di vista i labirintici corridoi della struttura offrono un bel modo per sfruttare per bene le fonti di luce.

Anche le animazioni risultano più snelle, anche se durante le cutscene si nota sempre una certa legnosità nei movimenti; legnosità che durante il gameplay è ancora presente ma drasticamente ridotta a confronto di Daymare 1998.

Buono il lavoro sul audio design, con musiche ben contestualizzate ed effetti audio che migliorano notevolmente l'atmosfera, anche se il doppiaggio non mi ha convinto del tutto, ma per valutarlo al meglio sarà meglio attendere la versione completa.

Tirando le somme

Daymare 1994: Sandcastle sembra migliorare notevolmente il level design e le meccaniche viste nel precedente episodio, rendendo l'intera esperienza più snella e immediata, oltre che più varia. A livello tecnico il gioco sembra ancora molto limitato, ma considerando la natura indie possiamo ritenerci comunque soddisfatti. A storcere un po' il naso è invece, al contrario, l'atmosfera che mi è sembrata un po' generica, anche a causa dell'estetica dei nemici, non certamente originale. Nel complesso la prova mette in mostra un videogioco che ha tanta voglia di essere qualcosa di importante nel panorama doppia A e seppur i limiti siano evidenti, non è detto che non possa sorprenderci in positivo durante la release ufficiale.