Elden Ring: Colosseum | Provato - Un DLC non a fuoco

Una nostra anteprima dedicata a Elden Ring: Colosseum, il DLC gratuito pubblicato che infoltisce l'opera della componente multigiocatore

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a cura di Nicholas Mercurio

Non molto tempo fa, ben prima che certi film parlassero delle arene gladiatorie romanticizzandole a tal punto da renderle stucchevoli per gli storici, in molti le guardavano con stizza, rispetto e consapevolezza che il passato, scritto con il sangue, lì aveva dato il peggio di sé. Uomini costretti a combattere strenuamente per la sopravvivenza, alle volte agli ordini di dignitari abietti e per lo sfarzo degli imperatori, o per chi invece voleva pane e circo per sedare rivolte e malumori. Non era più il tempo di Enea e della sua storia, non era più il momento di Romolo e Remo, e di sicuro Giulio Cesare, morto da tempo, non avrebbe mai immaginato che la storia e il mondo dell’intrattenimento si sarebbero scontrati contro lo scudo tondo di Massimo Decimo Meridio. A dire il vero, il dittatore di Roma non aveva previsto che, in un’epoca ben lontana dalla sua, la celeberrima – per noi – FromSoftware avrebbe deciso di dedicare un intero DLC gratuito alle lotte senza quartiere all’interno delle arene. Perché, se non si fosse capito, l’Interregno è un luogo immenso, ed era un tempo il caposaldo di un’epoca passata forgiata attraverso i secoli.

Elden Ring, che ha strappato dall’ascia di Kratos il premio come miglior gioco dell’anno, è l’ultima fatica del team nipponico, forte dell’annuncio di Armored Core e del successo ottenuto negli ultimi tredici anni con le sue produzioni più esaltanti sul mercato. Vi parlo di Sekiro: Shadows Die Twice, Bloodborne e Dark Souls, che hanno assolutamente convinto attraverso la loro qualità e dato vita a un sottogenere di una grande famiglia già collaudata a riconosciuta dagli esperti, chiamata action-rpg. Un sottogenere che, considerando le tante alternative alle produzioni dello studio di sviluppo con sede a Tokyo, ha avuto così tanto successo da ottenere il nome “Soulslike”, per via dei chiari rimandi a Demon’s Souls e a Dark Souls, alla sua difficoltà e a una struttura ludica vincente.

Un successo sotto ogni punto di vista

Quella di Elden Ring, d’altronde, non si è poi molto discostata dalle opere principali, ma ha comunque creato un mondo di gioco incredibile, riempiendolo di dungeon, segreti e storie inedite, alcune delle quali molto più belle di quanto mi aspettassi. In molti sono rimasti incantati da Ranni, da Blaidd e dal resto dei personaggi dell’opera di Hidetaka Miyazaki, che presentò il trailer del gioco alla Summer Game Fest 2021, attirando su di sé tutte le attenzioni che prima erano per Final Fantasy XVI, scatenando i social e le acclamazioni popolari, creando discussioni di ogni genere, anche le più inaspettate e curiose, portandosi dietro anche le immancabili polemiche, che purtroppo si annidano ovunque.

Il 7 dicembre scorso, all’improvviso, FromSoftware ha rilasciato il suo primo DLC gratuito dedicato alle arene e al multiplayer, e negli ultimi giorni ho avuto modo di tornare nell’Interregno ed entrare in questi fight club a cielo aperto tra le varie regioni della mappa di gioco. Il supporto post lancio, che ha infoltito l’opera di preziosi contenuti, correzioni e aggiunte utili per aiutare i meno esperti ma anche chi non mastica videogiochi di tale portata, è solo all’inizio e, stando alle ultime dichiarazioni da parte del team, Colosseum è solo essere il primo dei contenuti previsti da FromSoftware. È ancora da capire quanti saranno, cosa apporteranno e quali, soprattutto, saranno ovviamente a pagamento o gratuiti. Dato il rilascio di questo contenuto aggiuntivo, le domande sorgono spontanee: in passato, infatti, Dark Souls III mantenne lo stesso alone di mistero, e poi vennero pubblicati i vari DLC. Il futuro di Elden Ring potrebbe essere lo stesso?

Il fight club secondo FromSoftware

Non c’è voluto molto prima di essere gettato tra le braccia degli avversari, anche se prima ho dovuto esplorare in lungo e in largo per trovare i sentieri che mi conducessero alle arene. Ognuna di esse, infatti, è facilmente rintracciabile dalla mappa di gioco: aprendola, si può selezionare l’indicatore e dirigersi verso quella che si intende raggiungere. In totale ce ne sono tre e tutte, ovviamente, sono nei luoghi già esplorati nell’avventura principale. E sicuramente qualcuno ci sarà già passato, considerando le intuitive enormi strutture che si affacciano sul paesaggio, colpendo specialmente con la loro maestosità e fascino.

Tre arene, quindi, che racchiudono un passato nefasto e dimenticato che si può solo immaginare. Un tempo, l’Interregno era un luogo di pace, dominato da signori che, preservando la sua luce, proteggevano chi lo abitavano. Ora è un luogo corrotto, affascinante ma letale. Le arene che il giocatore trova sulla sua strada non sono altro che testimonianze di un tempo passato che tutti vogliono dimenticare. La prima che ho visitato, siccome era più vicino al mio ultimo Sito della Grazia, si trova a Limgrave, la magnifica regione iniziale dell’opera che introduce al mondo di Elden Ring. La seconda è a Caelid, un luogo nefasto e per nulla ospitale, un omaggio vero e proprio di FromSoftware a Bloodborne. Ultima ma non importanza, specie nell’ordine che ho deciso di seguire, c’è quella di Leyndell, un luogo in cui ho lasciato cuore, anima e un numero sconfinato di rune.

Tuttavia, trovare tutte le arene è stato certamente esaltante ma anche scomodo, specialmente per le modalità offerte nel pacchetto multiplayer che sono sicuramente interessanti, ma non comunque all’altezza dell’opera originale. Per sbloccarle tutte basta raggiungere il loro ingresso, scegliere quella che si preferisce nell’hub principale della Tavola Rotonda e dopodiché cominciare a menare le mani. Trovarle tutte ha significato perdere molto tempo da una parte all’altra della mappa di gioco senza indizi se non il proprio sesto senso. Ammetto di averci impiegato parecchio prima di raggiungerle, ricordandomi dove fossero precisamente collocate e come si raggiungessero, ma nulla che non valesse la pena compiere, anche se ho provato varie combinazione con le migliori build.

Giunto all’Arena di Limgrave, ho sconfitto un invasore sotto forma di NPC e dopo ho aperto le porte dell’arena, entrando al suo interno e arrivando ai piedi di una statua di Marika, che mi è bastato toccare per scoprire le prime modalità di gioco. Ognuna, dedicata al combattimento a squadre e al classico tutti contro tutti, sulla carta poteva in effetti sembrare alquanto interessante ma, una volta provato a lungo le prime due modalità, ne sono uscito amaramente deluso.

L’ordalia, dove ogni Senzaluce combatte per sopravvivere e vincere, è certamente lo scheletro meglio strutturato di entrambe, con delle opzioni intuitive per decidere come affrontare l’esperienza. Invece il deathmatch a squadre, in cui ci ho impiegato diverso tempo per comprendere le varie meccaniche per vincere e sopravvivere, mi ha messo spesso in difficoltà con avversari più forti di me, alcuni dei quali utilizzavano le magie per avere la meglio. Ho lottato, ho perso, ho vinto e ho ripetuto, eppure i problemi purtroppo più noti sono proprio nella struttura del comparto multiplayer, che presenta scontri non ottimizzati con sufficienza cura.

Mi riferisco, in tal senso, alla scarsa reattività dei comandi, che spesso ho dovuto premere più volte per far sì che il mio Senzaluce riuscisse ad assestare il colpo fatale, mentre schivavo e cercavo di fuggire via. Un altro punto a sfavore, che riguarda queste due modalità, risiede proprio là dove invece dovrebbe essere il suo punto di forza: capire come scegliere gli avversari, magari facendo un riferimento al proprio livello, non è spiegato ottimamente, e serve quindi una maggiore attenzione per capire come muoversi. Niente di grave, sia chiaro, ma avrei preferito fosse spiegato meglio in modo tale da non perdere fin troppo tempo a spiegare cose che alquanto classiche e già viste in tante altre modalità multiplayer.

L’Arena Reale di Leyndell, che ho preferito di gran lunga rispetto alle prime due, si dedica a una sola modalità: il Duello. Al suo interno si combatte, infatti, con un altro avversario. Nonostante i problemi persistano, questa opzione è invece ben implementata, perché permette di allenarsi per arrivare preparati al meglio alle successive, per quanto siano caotiche e alle volte non molto rifinite a causa di server purtroppo non gestiti in maniera ottimale e attenta, spesso rallentati. Questi problemi erano già presenti con Dark Souls e quando qualcuno si dedicava al PVP sfrenato, sperando di rivivere le stesse sensazioni con qualche amico, condividendo lotte contro boss enormi e brutali.

In Elden Ring, però, è chiaro che la componente multiplayer, rispetto all’opera originale, sia in realtà più accessoria che necessaria: FromSoftware lo ha aggiunto in parte per non scontentare chi lo richiedeva a gran voce ma, a conti fatti, forse si poteva addirittura evitare, considerando la poca stabilità dei server e i problemi di natura puramente tecnica delle varie modalità, che in realtà non puniscono mai letteralmente il giocatore ma lo fanno soltanto perdere. La mancanza di ricompense e di malus quando si perde, purtroppo, si sente eccome, e non nascondo che aggiunte di questo genere, obbligatorie per sorreggere un impianto multiplayer, sono necessarie per spingere il giocatore a non andarsene troppo presto e restare nell’esperienza senza desiderarne tante altre, magari meglio strutturate, o tornando direttamente all’avventura principale, perdendosi nella creazione di un personaggio con il quale iniziare una nuova avventura.

Ultima ma non per importanza, c’è poi l’Arena di Caelid, che offre la possibilità di affrontare le varie modalità precedentemente esplorate, aggiungendo la possibilità di combattere anche con le ceneri di spirito per affiancare altri giocatori. Nonostante questa aggiunta possa stuzzicare, rimane un problema iniziale e sostanziale: perché dividere le varie modalità invece di proporle subito, dando al giocatore la possibilità di esplorarle man mano che avanza, e magari arrivando in ciascuna di esse solo dopo aver superato un determinato punteggio o livello? Questi supplementi, oltre a proporre una struttura multiplayer ancora più marcata e precisa, avrebbero addirittura sfruttato il nome del DLC in maniera ottimale, permettendo ai giocatori di approcciare ogni arena senza grosse difficoltà. A causa però di una certa frettolosità, rispetto all’opera originale e alla sua maestosità, il comparto multigiocatore di Elden Ring è purtroppo inferiore alle aspettative, con pochissimi spiragli di luce realmente di nota.

È chiaro che l’obiettivo, giunti a questa conclusione, non sia propriamente quello di essere un’alternativa a videogiochi già noti che presentano sia un’ottima campagna in single player, sia una pregevole componente multigiocatore. IL DLC Colosseum, oltre però a sbagliare alcune scelte basilari, è stato spalmato e proposto nel modo errato, con riuscendo totalmente ad arrivare all’obiettivo. Forse sarebbe stato meglio dedicarsi più tempo per curarlo e sistemarlo al meglio, o magari non realizzarlo affatto, considerando che la filosofia di Elden Ring mal si sposa con il resto della produzione. Una piccola macchia che però non intacca affatto la maestosità di una produzione che sa sempre come far parlare di sé.

Cosa aspettarsi dal futuro di Elden Ring?

Ho citato DLC futuri e riflettuto a lungo su quanto siano necessari ulteriori stimoli per capire dove si sta andando con il supporto post pubblicazione. Il team nipponico, in tal senso, ha lasciato trapelare molto poco, se non che potrebbero esserci altri contenuti aggiuntivi sulla falsariga di Colosseum e ulteriori a pagamento dedicati alla storia principale, con nuove aree da esplorare e nemici da affrontare.

Di sicuro, me lo auguro davvero, considerando che l’Interregno è ancora una corposa scatola di cioccolatini che aspetta soltanto di raccontarsi, facendosi conoscere come ha saputo fare negli ultimi dieci mesi attraverso la sua trama principale. O avventura, a dir si voglia. Sistemati i server, migliorata la stabilità e aggiustate alcune scelte non totalmente a fuoco, Colosseum potrebbe risultare alla fine un modesto DLC in attesa di qualcosa di decisamente più corposo e meglio strutturato. Sicuramente, e spero sia così, dalle Arene si potrebbe passare ad altro, a qualcosa che FromSoftware conosce molto bene e sa come raccontare e proporre. Proprio come Roma, però, non tutto può essere realizzato in un giorno.