Expeditions A MudRunner Game: missioni a quattro ruote | Provato

Abbiamo provato in anteprima alcune missioni di Expeditions: A MudRunner Game e siamo ora pronti a parlarvi di quella che è stata la nostra esperienza.

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a cura di Giacomo Todeschini

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Chiudete per un attimo gli occhi e provate a pensare a qualsivoglia racing game. Molto probabilmente vi verrà in mente l’incredibile libertà dei Forza Horizon, l’adrenalinica velocità di un Gran Turismo e, perché no, magari anche le curve millimetriche richieste da un WRC o i paradisiaci luoghi di Test Drive Unlimited. Difficilmente tra i vostri pensieri faranno però capolino motori ingolfati in qualche palude o sentieri sterrati percorsi un metro dopo l’altro quasi come fossero una conquista, ma è proprio su queste sensazioni ed esperienze che si basa Expeditions a MudRunner Game, titolo in uscita il prossimo 5 marzo di cui abbiamo in queste settimane provato in anteprima una prima porzione.

Dopo MudRunner, SnowRunner e ancor prima Spintires, ad immergerci in questa peculiarissima categoria di simulativi a quattro ruote è quindi questa volta Expeditions, che, come fa presagire il sottotitolo stesso del gioco, è strettamente legato ai predecessori, anche se dotato di qualche nuova trovata. La magia sarà rimasta la stessa?

Abbiamo provato il gioco con il seguente PC:

Esperti di spedizioni

Expeditions si sviluppa infatti attraverso differenti spedizioni, ognuna contraddistinta da proprie peculiarità e difficoltà. Nella manciata di missioni che abbiamo potuto provare in questo primo approccio con il gioco ci è ad esempio capitato tra le altre cose di dover rintracciare risorse perdute tramite un metal detector o di recuperare un truck rimasto bloccato in della fanghiglia.

Delle sfide tra di loro decisamente differenti e che ci hanno ovviamente obbligato a prendere scelte ben diverse. La ricerca dello sperduto pacco si è infatti rivelata decisamente più agibile con un veicolo leggero e meno energivoro, mentre per estrarre dal fango il pesante mezzo abbiamo gioco forza dovuto affidarci a qualcosa di ben più possente e con una maggiore forza bruta.

Proprio in tale fase è riscontrabile la seconda anima di Expeditions: a MudRunner Game, ossia quella relativa alla pianificazione di ogni missione. Prima di sporcarsi mani e ruote è infatti necessario fare un salto nel garage e decidere con cosa affrontare la sfida che ci si parerà davanti da lì a poco. Tale sezione non si esaurisce alla mera scelta del veicolo, ma si dipana in diverse direzioni, che rendono l’esperienza complessiva ancora più varia e intrigante.

Il mezzo scelto può essere infatti modificato in vari modi e in punti differenti, aumentandone ad esempio la resistenza agli urti, la possibilità di portare un numero maggiore di gadget e così via. Proprio i gadget sono uno dei punti più interessanti di Expeditions: a MudRunner Game, di cui vi parleremo però più approfonditamente nel prossimo paragrafo. Impossibile, infine, non citare gli specialisti, ossia dei professionisti che potremmo portare con noi in missione, ovviamente pagandoli in base alle loro caratteristiche, e che ci permetteranno di ottenere bonus vari come un numero minore di danni subiti, una maggiore efficacia dei gadget e così via.

Trucchetti e difficoltà

Una volta selezionata missione e mezzo è finalmente l’ora di mettersi in azione. Ovviamente nella versione d’anteprima che ci è stato possibile provare non abbiamo potuto toccare tutte le diverse situazioni che Expeditions a MudRunner Game ci metterà dinnanzi a inizio marzo, ma quanto visto ci ha più che soddisfatto.

Il feedback complessivo è infatti quello di sempre, con ogni metro che deve essere conquistato con estrema attenzione. Sbagliare manovra in Expeditions può infatti facilmente portare a causare gravi danni al proprio veicolo o, ancor peggio, a rimanere incagliati in qualche terreno inagibile. L’eccellente motore fisico riesce a rendere il tutto divinamente e a restituire proprio l’idea di essere alla guida in luoghi non esattamente adatti per essere percorsi su quattro ruote. Ogni impervietà del terreno si sente infatti tutta, con il nostro mezzo che sobbalza, si ingolfa e arranca proprio come farebbe la sua controparte reale nelle medesime situazioni.

A venire in nostro soccorso sono fortunatamente tutta una serie di meccaniche e gadget, pensate appositamente per aumentare le possibilità di lieto fine delle nostre spedizioni. La trazione integrale AWD risulta ad esempio comodissima per rendere più semplici tali traversate, a discapito però di un utilizzo di carburante maggiore. Nelle situazioni più critiche, inoltre, è possibile ridurre la pressione delle ruote e sfuggire così da terreni difficili, utilizzando ovviamente però ancora più benzina. 

Insomma, il tutto si traduce spesso e volentieri in una serie di trade off, con le potenzialità del mezzo che devono essere usate con la giusta attenzione, onde evitare di rimanere a secco prima della fine della missione. Possibile, ovviamente, portarsi con sé del carburante aggiuntivo, ma tutto ciò, oltre a un prezzo economico, richiede anche dello spazio aggiuntivo nel nostro veicolo.

Vi sono poi anche svariati gadget che vengono in nostro soccorso nelle situazioni più ardue. I vari mezzi sono infatti dotati di cavi coi quali attaccarsi ad alberi e altro per facilitare la salita e la discesa in alcune occasioni. In caso di mancanza di agganci è possibile portare con sé delle ancore portatili, da posizionare a piacimento e da usare nei momenti più complessi.

Tra la attrezzatura troviamo poi tutta una serie di altri strumenti particolarmente interessanti, come ad esempio il già citato metal detector per scovare tesori nascosti o un sonar in grado di mostrarci la profondità delle zone acquatiche. Come non citare, infine, il drone, perfetto per scandagliare il territorio e individuare i tracciati migliori da percorrere nella nostra missione.

Il tutto, almeno nella manciata di missioni che abbiamo potuto provare, funziona bene, al netto di qualche piccolo e fisiologico bug.

Tre biomi, tre esperienze diverse

Nella versione concessaci in prova abbiamo potuto toccare con mano i tre biomi differenti presenti in gioco. Il fangoso Little Colorado, che funge un po’ da tutorial del titolo con un numero di spedizioni minore e una dimensione ridotta rispetto agli altri due, ci ha intrattenuto per la maggior parte del tempo, dato che abbiamo potuto completare in esso cinque differenti missioni e testare anche una modalità di esplorazione più libera. Oltre alle spedizioni vere e proprie, infatti, sono disponibili anche delle piccole quest secondarie, utili per prendere dimestichezza con il gioco e, soprattutto, per rimpinguare il portafoglio.

Degli altri ben più corposi biomi, Arizona e Carpazi, abbiamo potuto toccare con mano solo una spedizione per ognuno, riuscendo però a tastarne fin da ora le peculiarità. L’arida Arizona e le foreste dei Carpazi offrono infatti sfide tra di loro differenti, dovute a una conformazione del territorio e un clima ben diversi, rendendo il tutto potenzialmente ben più vario. Per capirlo meglio altro non possiamo fare però che aspettare di mettere le mani sul gioco completo.

Expeditions a MudRunner Game: in conclusione

Questo primo provato di Expeditions a MudRunner Game ci ha insomma tutto sommato convinto, restituendoci esattamente quello che ci aspettavamo. Lo spirito della serie e l’incredibile motore fisico sono infatti presenti, insieme anche a qualche trovata niente male. Non si tratta certo di una rivoluzione che passerà alla storia, ma per quanto visto finora i fan della saga difficilmente rimarranno delusi il prossimo marzo.