Il grande scompiglio

FIFA torna sulle console next gen dopo qualche apparizione in tono minore. Dobbiamo ammettere che abbiamo iniziato a giocare con molto scetticismo, nonostante le dichiarazioni altisonanti di EA Sports . Avevamo ragione a dubitare di Fifa 2008? Forse no, scopritelo con noi.

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a cura di Tom's Hardware

Il grande scompiglio

Una volta assimilati i comandi e fatte le prime considerazioni è il momento di entrare nel vivo del gioco. Non prima però di un piccolo tour delle opzioni. Ci sono vari livelli di difficoltà che vanno da dilettante a leggenda, mentre una piacevole interfaccia consente di pianificare le proprie strategie e la formazione della rosa e degli undici in campo. Infine, i giocatori più agguerriti e puristi troveranno pane per i loro denti in un menù con il quale si possono impostare i livelli di assistenza dei vari comandi di gioco. Impostando per esempio i passaggi completamente manuali, a ogni tocco di palla bisogna usare la massima attenzione, sia in termini di forza che di direzione del passaggio. La modalità di gioco decisamente arcade dei Fifa di qualche anno fa è decisamente storia antica. Ricordo che in Fifa 98 partivo dalla difesa con Costacurta e a forza di dribbling e roulette marsigliesi concludevo in porta per la gioia dell'eclettico di Orago. Altri tempi…

Fifa 2008 è definitivamente diventato una simulazione calcistica. L'azione è meno rapida e frenetica rispetto ai titoli precedenti. Tutto è più realistico, dallo scorrere della palla fino alla velocità di tiri passaggi e alle caratteristiche dei giocatori, che ora sembrano più umani. Di conseguenza gli errori sono soventi e un giocatore attento li deve mettere in preventivo se vuole avere successo nelle proprie azioni offensive.

Questa mancanza di precisione simil realistica può essere una sorpresa piacevole all'inizio, ma a lungo andare rischia di annoiare. I giocatori non sono sempre reattivi ed è difficile eseguire controlli in velocità e accelerazioni palla al piede. Del resto è frustrante vedersi soffiare il pallone da un avversario che sovviene alle spalle ed essere costretti a voltarsi per cercare un disperato recupero. È un peccato, infine, che tutti i sopraffini gesti tecnici, realizzabili con la levetta sinistra, non siano poi così utili. Queste gran giocate, o numeri come urlerebbe Piccinini, sono tanto belle quanto poco raccomandabili soprattutto quando l'avversario - ovvero il livello di difficoltà - è coriaceo. In questo caso meglio fare affidamento ai soli fondamentali e portarsi avanti la palla con movimenti semplici e tanti buoni passaggi corti. Peccato!