La battaglia legale tra Epic Games e Apple, durata quasi un lustro, si è finalmente conclusa con il ritorno di Fortnite sull'App Store. Dopo essere stato rimosso nel 2020, il popolare battle royale è nuovamente disponibile per iPhone (potete acquistare l'ultimo modello su Amazon) e iPad, segnando un punto di svolta significativo in uno dei conflitti più accesi dell'industria videoludica. La riapparizione dell'app, annunciata attraverso i canali social ufficiali di Epic Games, rappresenta la conclusione di una disputa commerciale che ha ridefinito i rapporti tra sviluppatori e piattaforme digitali.
Tim Sweeney, CEO e fondatore di Epic Games, ha celebrato il rientro con un laconico ma eloquente "we back fam" sui social. La vittoria arriva dopo una settimana di ulteriori tensioni, durante la quale Apple avrebbe deliberatamente ritardato il ripristino dell'app nonostante la sentenza favorevole a Epic Games. Questo ultimo ostacolo ha richiesto persino ulteriori verifiche legali, estendendo una saga che sembrava non voler mai terminare.
Fortnite is BACK on the App Store in the U.S. on iPhones and iPads... and on the Epic Games Store and AltStore in the E.U! It’ll show up in Search soon!
— Fortnite (@Fortnite) May 20, 2025
Get Fortnite on the App Store in the U.S. ➡️ https://t.co/HQu3pYCXFm pic.twitter.com/w74QPFFkOS
Il ritorno di Fortnite sugli schermi dei dispositivi Apple coincide con un momento particolarmente florido per il gioco, che ha recentemente lanciato quattro nuovi capitoli e implementato skin di celebrità come Snoop Dogg e Sabrina Carpenter, rinnovando costantemente la propria offerta per mantenere l'interesse della comunità di giocatori.
Alle radici del conflitto: monetizzazione e controllo
Molti potrebbero aver dimenticato l'origine di questa lunga controversia, che non riguardava tanto il gioco in sé quanto le sue modalità di monetizzazione. Nel 2020, Epic Games decise di sfidare apertamente le regole dell'ecosistema Apple implementando un sistema di pagamento alternativo per l'acquisto della valuta virtuale V-Bucks, aggirando così il sistema di pagamento integrato di iOS e la relativa commissione.
Questa mossa strategica offriva ai giocatori un prezzo scontato sui V-Bucks se acquistati direttamente attraverso il sistema di pagamento di Epic Games, bypassando completamente la percentuale che Apple tratteneva su ogni transazione. La reazione fu immediata: sia Apple che Google rimossero Fortnite dai rispettivi store, citando la violazione delle condizioni d'uso delle piattaforme.
Epic Games non rimase a guardare e trasformò la disputa in un evento mediatico con l'iniziativa "Nineteen Eighty-Fortnite", un provocatorio riferimento al celebre spot Apple del 1984 che paragonava implicitamente le pratiche della compagnia di Cupertino a quelle di un regime distopico. Questa strategia di comunicazione fu solo l'inizio di una battaglia legale che avrebbe coinvolto tribunali e autorità regolatorie.
La causa intentata da Epic Games contro Apple e Google si basava sull'accusa che impedire agli sviluppatori di utilizzare sistemi di pagamento alternativi conferisse alle due aziende un monopolio ingiustificato nel settore delle app mobile. Epic contestava in particolare le elevate commissioni imposte dalle piattaforme, che arrivavano fino al 30% di ogni transazione economica.
Nonostante la sentenza favorevole a Epic Games, il percorso per il ritorno effettivo di Fortnite sull'App Store è stato tutt'altro che lineare. Apple ha apparentemente rallentato l'iter di approvazione, trasformando una procedura che normalmente richiede pochi giorni in un'ulteriore fonte di attrito tra le due compagnie.
Con la riapparizione di Fortnite sui dispositivi Apple, si chiude un capitolo significativo nella storia dell'industria dei videogiochi mobile. Non sarebbe sorprendente se Epic decidesse di celebrare questo ritorno con un evento speciale all'interno del gioco, magari con cosmetici e riferimenti che commemorino la vittoria ottenuta dopo anni di battaglia legale.