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Congresso USA: stretta sull’AI dopo il caso Black Ops 7

Il caso Black Ops 7 spinge il Congresso a chiedere regole più rigide sull’uso dell’AI, temendo ricadute sui lavoratori creativi.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor

Pubblicato il 17/11/2025 alle 15:50

La notizia in un minuto

  • La controversia sull'uso dell'AI generativa in Call of Duty: Black Ops 7 ha raggiunto il Congresso USA, con il deputato Ro Khanna che chiede regolamentazioni per proteggere i posti di lavoro creativi e garantire una distribuzione equa dei profitti dall'automazione
  • Il gioco ha toccato i minimi storici su Metacritic con solo il 42% di recensioni positive su Steam, dopo che i giocatori hanno scoperto calling card create con intelligenza artificiale generativa
  • Il caso rappresenta un punto di svolta nel dibattito sull'AI nel gaming, dimostrando che la community non è disposta ad accettare l'automazione quando a farne le spese sono i creativi che hanno costruito le franchise
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

La controversia sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale generativa in Call of Duty: Black Ops 7 (acquistabile qui) ha varcato i confini del gaming per approdare direttamente nelle aule del Congresso degli Stati Uniti. Il deputato Ro Khanna è intervenuto nel dibattito che da giorni infiamma la comunità, chiedendo una regolamentazione stringente sull'impiego dell'AI nelle industrie creative, ponendo l'accento sulla protezione dei posti di lavoro e sulla necessità di una distribuzione equa dei profitti generati dall'automazione. La questione solleva interrogativi cruciali sul futuro dell'industria videoludica e sul rapporto tra sviluppo tecnologico e tutela dei lavoratori creativi.

Il caso è esploso la scorsa settimana quando i giocatori hanno identificato numerose calling card di Call of Duty: Black Ops 7 create mediante strumenti di intelligenza artificiale generativa, scatenando un'ondata di critiche sia da parte della community che degli sviluppatori del settore. La reazione è stata talmente intensa da trascinare il titolo Activision Blizzard ai minimi storici della serie su Metacritic per quanto riguarda le recensioni degli utenti, mentre su Steam la percentuale di valutazioni positive si attesta attualmente al 42%.

Rispondendo al post sui social che ha innescato il dibattito, Khanna ha dichiarato su X: "Servono regolamentazioni che impediscano alle aziende di usare l'AI per eliminare posti di lavoro ed estrarre maggiori profitti. Gli artisti di queste compagnie devono avere voce in capitolo su come viene impiegata l'AI. Dovrebbero condividere i profitti. E dovrebbe esistere una tassa sulla sostituzione di massa dei lavoratori."

Gli artisti devono avere voce in capitolo su come viene impiegata l'AI e dovrebbero condividere i profitti generati

La posizione del deputato californiano non è tuttavia di chiusura totale verso le tecnologie di machine learning. Khanna ha citato casi d'uso potenzialmente positivi dell'AI, come quello di un politico indiano che ha utilizzato strumenti generativi per far parlare la propria immagine in venti diversi dialetti regionali, facilitando la comunicazione con elettorati linguisticamente frammentati. Il parlamentare ha però sottolineato la necessità critica di trasparenza: gli spettatori devono essere sempre informati quando un contenuto è generato artificialmente e non rappresenta una performance reale della persona ritratta.

Activision ha risposto alle critiche con una dichiarazione formale, affermando di utilizzare "una varietà di strumenti digitali, inclusi tool basati su AI, per potenziare e supportare i nostri team nella creazione delle migliori esperienze di gioco possibili" e ribadendo che il "processo creativo continua a essere guidato dai talentuosi individui nei nostri studi." Una difesa che non ha placato le polemiche, considerando che le lamentele degli utenti si estendono ben oltre l'uso dell'intelligenza artificiale.

Le recensioni negative su Steam e Metacritic evidenziano infatti criticità più ampie nella struttura del gioco: i player lamentano una campagna definita "terribile", una modalità Endgame "noiosa e ripetitiva" e problematiche generali nel design. Morgan Park di PC Gamer ha riconosciuto i difetti strutturali del titolo, pur apprezzando l'allentamento dello skill-based matchmaking nel multiplayer competitivo, una modifica attesa da tempo dalla community hardcore.

Fonte dell'articolo: www.pcgamer.com

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