Genitori italiani non amano i videogiochi, pericolosi per i figli

Un recente studio ha classificato i genitori italiani come i più preoccupati d'Europa sull'uso dei videogiochi da parte dei propri figli. Il timore è che questo hobby possa favorire la violenza e diminuire la creatività e la socialità.

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a cura di Roberto Caccia

I genitori italiani sono i più pessimisti riguardo gli effetti dei videogiochi sulla salute dei propri figli. Questo è il risultato dell'analisi di Ipsos Media CT che ha tracciato i profili dei genitori del Vecchio Continente.

I genitori italiani credono che i videogiochi siano pericolosi per i propri figli

Le famiglie italiane credono che i videogiochi aumentino l'aggressività dei propri figli e che portino a una diminuzione della creatività e della socialità. Una nuova puntata dell'eterno dibattito sui videogiochi: fanno bene o sono dannosi?

Secondo Daphne Bavelier, professoressa di neuroscienze cognitive presso l'Università di Ginevra e di Rochester (New York), ripetute sessioni di gioco possono avere effetti positivi sul cervello, come tutte le attività in grado di modificare le capacità cognitive.

Diverse ricerche suggeriscono che gli appassionati più allenati con i videogiochi  hanno una capacità di visione e di attenzione migliore rispetto a chi si dedica ad altri hobby. Si parla inoltre di una memoria a breve termine più efficiente e di vantaggi nella capacità di prendere decisioni rapidamente e con precisione.

Una serie di grafici che evidenzia le differenze tra i genitori italiani e la media europea - Clicca per ingrandire

Non mancano inoltre alcuni progetti che cercano di sfruttare i lati positivi dei giochi e la loro accessibilità per veicolare in modo più efficace terapie. The Fifth Element Project, per esempio, è un'applicazione sviluppata da quattro ingegneri italiani e dedicata ai bambini autistici.

Il programma sfrutta il Kinect di Microsoft per far interagire gli utenti e coinvolgerli in giochi specifici, adattati alle singole necessità dei pazienti. Attualmente il progetto è attivo in due centri e dopo i primi risultati positivi si punta a raggiungere altre strutture disposte a sperimentare questa terapia.

Forse i genitori italiani dovrebbero preoccuparsi di un'eccessiva quantità di tempo trascorso dai propri figli con i videogiochi e non della presunta pericolosità di questo passatempo, ma questa è un'altra storia.