Il rinvio di Grand Theft Auto VI a novembre 2026 ha portato Rockstar Games ad aggiornare il sito ufficiale del gioco, confermando definitivamente quello che i giocatori PC temevano da mesi: al day one, l'attesissimo capitolo della saga crime sandbox sarà disponibile esclusivamente su console di attuale generazione. Una decisione che, sebbene in linea con la storica strategia di lancio dello studio texano, sta alimentando crescenti frustrazioni nella community PC, che potrebbe dover attendere fino al 2028 per mettere le mani sul titolo più atteso dell'industria videoludica.
Come rilevato dall'utente Twitter @videotechuk_, l'aggiornamento del portale ufficiale dedicato a GTA 6 specifica ora chiaramente la data del 19 novembre 2026 come release date, affiancata esclusivamente dalle piattaforme PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Nessuna menzione a PC, Nintendo Switch 2 o altre piattaforme, consolidando quella che per molti è ormai una certezza: il lancio multipiattaforma completo arriverà solo dopo un periodo di esclusiva console che, stando ai precedenti dello studio, potrebbe protrarsi ben oltre l'anno.
La strategia di Rockstar non rappresenta una novità assoluta nel panorama gaming, ma nel caso di GTA 6 le conseguenze sono amplificate dall'entità del progetto. Quando il gioco era previsto per l'autunno 2025, le stime più ottimistiche collocavano la versione PC nel 2026. Ora, con sei mesi aggiuntivi di slittamento, lo scenario più realistico vede il porting per PC materializzarsi non prima della fine del 2027, mentre le previsioni più pessimistiche parlano addirittura di 2028. Un'attesa potenzialmente insostenibile per una community che, storicamente, ha dimostrato di essere tra le più attive e dedicate dell'ecosistema Grand Theft Auto, sia in termini di mod che di longevità delle vendite.
In un'intervista rilasciata a IGN, Strauss Zelnick, CEO di Take-Two Interactive, ha cercato di rassicurare giocatori e investitori dichiarandosi "estremamente fiducioso" che questo rappresenti l'ultimo rinvio per il titolo. "Volevamo garantire a Rockstar il tempo appropriato per rifinire il gioco e assicurarci che possa essere il migliore possibile", ha affermato Zelnick, giustificando il posticipo con la necessità di raggiungere quel livello di polish che ha reso leggendaria la software house. Affermazioni simili erano già state fatte in passato: quando GTA 6 fu annunciato per l'autunno 2025, Zelnick si dichiarava altrettanto sicuro, salvo poi slittare a maggio 2026 e infine a novembre dello stesso anno.
La questione della versione PC è stata affrontata da Zelnick con una risposta volutamente sibillina durante una precedente occasione: "L'assenza di un annuncio non può essere considerata definitiva. L'unica cosa che segue l'assenza di un annuncio è un annuncio, o il proseguimento dell'assenza di annunci". Una dichiarazione che, pur confermando implicitamente l'arrivo futuro del gioco su PC, non fornisce alcuna garanzia temporale. Il CEO ha poi richiamato l'approccio storico di Rockstar alle piattaforme, sottolineando come la strategia aziendale preveda di "raggiungere i consumatori ovunque si trovino, su qualsiasi piattaforma abbia senso, nel tempo".
Questo "nel tempo" rappresenta il punto dolente per milioni di giocatori. La storia recente di Rockstar documenta una relazione complessa con l'ecosistema PC: Grand Theft Auto V arrivò su computer diciotto mesi dopo il lancio console originale del 2013, mentre Red Dead Redemption 2 richiese oltre un anno dal debutto su PlayStation 4 e Xbox One nel 2018 prima di approdare su PC nel novembre 2019. Entrambi i titoli, va detto, beneficiarono sul lungo periodo delle versioni PC, che garantirono longevità commerciale grazie alle mod, ai server dedicati e alla community di content creator.
Il paradosso della situazione attuale risiede nel fatto che molti nella community PC speravano che l'importanza assoluta di GTA 6 per l'industria videoludica potesse rappresentare un punto di svolta nella politica di lancio di Rockstar. Con budget di sviluppo stimati in cifre stratosferiche e aspettative di vendita che parlano di centinaia di milioni di copie nel primo anno, un lancio simultaneo avrebbe massimizzato l'impatto mediatico e commerciale. Invece, lo studio mantiene il suo approccio tradizionale, probabilmente per evitare che le inevitabili complessità tecniche del porting PC possano ritardare l'uscita console o diluire le risorse in fase di finalizzazione.