Sin da quando annunciarono la data di uscita del 26 maggio 2026 per l'atteso GTA 6, ho sempre avuto seri dubbi che sarebbe stata la data ultima di rilascio e in effetti, non sono stato smentito. GTA 6 è ora "previsto" per il 19 novembre 2026. Il web, prevedibilmente, è esploso. C'è chi si dispera, chi ironizza, e c'è quella vasta maggioranza che, con rassegnazione, mormora: "ce lo aspettavamo".
E poi ci sono io. E sarò brutalmente franco con voi: io a quella data non credo.
Non fraintendetemi. Non sono un insider, non ho fonti segrete a Miami (o meglio, a Leonida) e non passo le mie notti a decifrare i metadati dei bilanci di Take-Two Interactive. Sono semplicemente uno che osserva questo settore da abbastanza tempo da riconoscere uno schema quando lo vede. E quello che vedo, quello che il mio istinto mi dice dopo decenni passati a seguire i cicli di sviluppo, è che il 19 novembre 2026 non mi sembra minimamente un traguardo, ma solo un modo per trainare gli azionisti a un certo tipo di rassicurazione.
La verità, a mio modesto avviso, è che GTA 6 non uscirà nel 2026. È molto più probabile che quello a cui abbiamo assistito ieri sia solo il secondo rinvio ufficiale, un cuscino strategico per attutire un colpo che sarà molto più duro per appassionati. Il vero obiettivo, quello realistico, è il 2027. E oggi voglio spiegarvi perché questa non è una provocazione, ma una previsione basata su tre pilastri fondamentali: la gestione degli investitori, la cruda realtà dello sviluppo e le cicatrici lasciate dai leak.
Partiamo dal presupposto più importante, quello che sovrasta ogni altra considerazione: Grand Theft Auto VI non è un videogioco. Non nel senso tradizionale. È un evento culturale, l'erede designato di un mostro da 200 milioni di copie (GTA V) che ha vissuto tre generazioni di console, diventando un fenomeno economico e sociale che trascende il medium stesso. La pressione sulle spalle di Rockstar Games non è semplicemente "alta"; è assoluta, totalizzante.
GTA 6 non può essere "solo" eccellente. Non può essere un 9 su 10. Deve essere, ancora una volta, una ridefinizione di ciò che è possibile fare in un mondo aperto. Deve essere perfetto. E la perfezione, nel mondo dello sviluppo software, è nemica giurata del calendario.
Fattore: Wall Street
Rockstar Games non è più la banda di scapestrati e geniali ribelli degli anni '90. È il motore di profitto primario di Take-Two Interactive, una società quotata in borsa le cui azioni fluttuano in base a una singola parola: guidance. Gli investitori non sanno nemmeno cosa significa il termine "pulizia del codice" o "qualità artistica"; ragionano in termini di anni fiscali. Soldi, per la farla breve.
L'annuncio iniziale di una finestra di lancio (il vago "2025" che poi è slittato al "Maggio 2026" nelle voci) era un obbligo finanziario. Serviva a rassicurare il mercato, a promettere che l'enorme flusso di cassa generato da GTA V e Red Dead Redemption 2 non si sarebbe esaurito, ma sarebbe stato presto rimpiazzato da una nuova, colossale iniezione di profitti.
Ma cosa succede quando la realtà dello sviluppo cozza con le proiezioni finanziarie? Si opta per un "atterraggio morbido".
Annunciare ieri un rinvio al 2027 sarebbe stato un disastro. Avrebbe significato comunicare agli investitori: "Per altri due anni fiscali, non vedrete i profitti che vi aspettate". Il titolo Take-Two sarebbe crollato ancora di più rispetto a questa mattina, scatenando il panico. Il rinvio di ieri, da maggio a novembre 2026, è invece una mossa oculata.
Cosa dice, in realtà, quel rinvio? Dice al mercato: "Siamo in ritardo, ma non troppo. Il gioco uscirà comunque nell'anno fiscale previsto (o al limite, sforerà di un solo trimestre, quello cruciale del Natale)". È un modo per comprare tempo. Compra dodici mesi di relativa tranquillità, dodici mesi in cui gli sviluppatori possono lavorare senza avere ogni settimana gli analisti finanziari con il fiato sul collo.
Il 19 novembre 2026 non è una data scelta per i giocatori; è una data scelta per gli azionisti. È il punto più lontano possibile nel calendario che non faccia suonare l'allarme rosso a Wall Street. È un segnaposto. E state certi che tra circa un anno, magari nell'autunno del 2026, arriverà un altro comunicato. Sarà un comunicato di scuse, pieno di parole come "perfezionamento", "qualità" e "offrire l'esperienza che i fan meritano". E quel comunicato sposterà il lancio alla primavera del 2027.
La cruda realtà dello sviluppo
Dimentichiamo per un attimo la finanza e parliamo del gioco vero e proprio. Lo sviluppo di videogiochi AAA moderni non è arte; è l'equivalente digitale della costruzione di una cattedrale o del lancio di una missione spaziale. Soprattutto per un'opera come GTA, siamo dinanzi a un'impresa titanica che coinvolge migliaia di persone, milioni di righe di codice e una complessità gestionale che fa impallidire la maggior parte degli altri settori.
Rockstar ha costruito la sua reputazione su un livello di dettaglio quasi patologico. Dalla fisica dell'acqua, delle routine dell'IA dei pedoni, del modo in cui il fango si asciuga al sole, delle migliaia di ore di dialoghi contestuali. Questo livello di "pulizia" è ciò che separa un gioco Rockstar da tutti gli altri. Ed è anche la fase più lunga, costosa e imprevedibile dello sviluppo.
Ricordate Red Dead Redemption 2? Fu annunciato per l'autunno 2017. Poi fu rinviato alla primavera 2018. E infine uscì nell'autunno 2018. Un anno intero di ritardo su un gioco che, per quanto vasto, era tecnologicamente meno ambizioso di GTA 6. Quest'ultimo deve girare su hardware di metà generazione (PS5 e Xbox Series X/S), spingendolo ai suoi limiti assoluti, gestendo una mappa immensa, due protagonisti e, presumibilmente, un'infrastruttura online che farà sembrare GTA Online un esperimento scolastico.
L'industria, inoltre, è cambiata. La discussione sul crunch ha messo Rockstar sotto una luce negativa in passato. L'azienda ha promesso di cambiare cultura, di gestire meglio i propri team. Ma come si concilia un ambiente di lavoro più sano con la richiesta di perfezione assoluta? Semplice: con più tempo.
Quel rinvio a novembre 2026, per me, non è altro che l'ammissione che la tabella di marcia originale, quella che puntava alla primavera, era già frutto di un ottimismo irrealistico. E la nuova tabella di marcia è, con ogni probabilità, altrettanto ottimistica. È la data che si raggiunge se tutto va alla perfezione. E nello sviluppo di un gioco di questa portata, nulla va mai alla perfezione.
L'enorme, devastante leak del 2022
Tendiamo a dimenticarlo, ma la fuga di materiale di sviluppo di GTA 6 non è stata una semplice "fuga di notizie". È stata un'effrazione digitale di proporzioni epocali che ha quasi compromesso lo sviluppo. Non si è trattato solo di un danno d'immagine, che ha costretto Rockstar a mostrare il gioco prima del previsto e in uno stato grezzo. È stato un colpo diretto al cuore del processo di sviluppo.
Immaginate le conseguenze. Settimane, forse mesi, di lavoro persi non per sviluppare il gioco, ma per tappare le falle della sicurezza, per rivedere le policy interne, per gestire le conseguenze legali e, non da ultimo, per risollevare il morale di un team che ha visto il proprio lavoro di anni sbandierato al mondo nel modo peggiore. Quel leak ha introdotto un ritardo non preventivabile. Un costo in termini di tempo che, da qualche parte, doveva essere pagato.
E quel costo, molto probabilmente, lo stiamo pagando ora. Quel ritardo imprevisto si è sommato ai ritardi "fisiologici" dello sviluppo, rendendo la finestra del 2026 semplicemente insostenibile.
Quindi, cosa ci rimane? Ci rimane una data, il 19 novembre 2026, che serve a placare gli animi e i mercati. Ma io non mi sto preparando a mettere le mani sul gioco per quel Natale.
La mia previsione, quella su cui sarei disposto a scommettere, è questa: vivremo tutto il 2026 nell'attesa febbrile, analizzando ogni fotogramma dei nuovi trailer. Poi, a ridosso dell'autunno, Rockstar pubblicherà un comunicato. Ci diranno che "per garantire un'esperienza senza compromessi" hanno bisogno di qualche mese in più. E la data di uscita definitiva verrà fissata per la primavera del 2027.
Non è pessimismo. È realismo. È il prezzo da pagare per il capolavoro che tutti, diciamoci la verità, ormai pretendiamo. GTA 6 arriverà e chiaramente sarò lieto di sbagliarmi e tiferò tantissimo affinché il 19 novembre sia la data prediletta, ma con ogni probabilità, ci vedremo a Leonida nel 2027.