I giochi tripla A single player sono insostenibili, ve lo avevamo detto

L'unica parte interessante del leak di Insomniac è che i giochi tripla A (single player, soprattutto) stanno diventando insostenibili.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Parto con una premessa: a me piacciono i videogiochi single player. Li amo, non posso farne a meno e con l'avanzare dell'età sto lentamente abbandonando anche le esperienze online. Tuttavia bisogna dare atto di una situazione reale e attuale: produrre e sviluppare un titolo tripla A a singolo giocare sta diventando insostenibile.

Insostenibile nei costi, nei tempi, nelle sanità mentale delle persone. Ve ne avevo già parlato attraverso in un video dedicato (che vi suggerisco di recuperare poco sopra), ma ho preferito ritornare sull'argomento perché diventa di fondamentale importanza discutere di questo momento storico, che sotto gli occhi di una persona che non conosce minimamente il mercato dei videogiochi, potrebbe sembrare roseo e invece è pieno di problemi.

Quest'anno ci sono stati circa 7000 licenziamenti nel settore videoludico, mai stato un numero così alto in tutta la storia gaming. Questi tagli sono stati causati da numerosi fattori, crisi economica sicuramente, ma anche numerosi insuccessi commerciali, alcuni davvero imprevedibili.

Secondi i dati leak di Insomniac, Marvel's Spider-Man 2 (qua la nostra recensione) sarebbe costato ben 300 milioni di dollari, escluso il marketing. Facendo un calcolo molto matematico e banale, per rientrare nei costi dovrebbe vendere 7,1 milioni di copie a prezzo intero. Un dato facilmente raggiungibile, vogliamo essere onesti, ma che non può essere assolutamente replicabile per qualunque titolo sul mercato.

Non sappiamo quanto sia costato Alan Wake II, ma se pensiamo che non è nemmeno rientrato nelle prime 100 posizioni dei top seller in America, la situazione potrebbe essere più grave del previsto (con la fortuna in questo caso, di essere stato interamente supportato da Epic Games).

Siamo quindi arrivati a un punto in cui non si può più sbagliare: mancare il successo di un gioco da 100/150 milioni o anche di più, potrebbe segnare la fine di uno studio di sviluppo intero.

Ora capite bene che in un settore dove per produrre un videogioco tripla A single player ci vogliono circa 5 anni e centinaia di milioni di dollari, le soluzioni possono essere davvero poche. Per esempio, Sony nei documenti leak ha ipotizzato un aumento del costo dei giochi nel 2027 di circa 20 dollari, portando i titoli in vendita al pubblico a 100 dollari. Questo significa un aumento del 100% rispetto ai primi anni 2000, dove un titolo di enorme spessore non lo si trovava sopra i 49,99 euro.

Con questi dati viene facile capire perché PlayStation vuole effettivamente creare dei Live Service, per garantirsi costanti entrate da reinvestire poi nelle produzioni single player tripla A, in maniera tale da avere sempre giochi nel catalogo e allo stesso tempo evitare di alzare troppo il costo per i consumatori per l'acquisto dei videogiochi. Questo ha portato all'acquisto di Bungie (che poi si è rivelato abbastanza sfortunato) e all'ideazione di molte esperienze online.

Sony nei documenti leak ha ipotizzato un aumento del costo dei giochi nel 2027

Nel corso degli ultimi mesi abbiamo più volte esaltato le vendite di PS5, criticando Xbox per i suoi piazzamenti di console nel mondo. Ora, è sempre corretto specificare che Sony deve necessariamente vendere le proprie console per poter garantire un'entrata costante di denaro dal software, mentre nel caso di Xbox le cose sono molto cambiate rispetto al 2013. 

Ora Microsoft ha diversi Live Service che funzionano bene o male tutti: Microsoft Flight Simulator, Sea of Thieves, Forza Horizon 5, Age of Empires IV, Age of Empires II, Halo Infinite (dove è tornato nei top seller solo grazie a uno skin), Fallout 76, The Elder Scrolls Online e persino produzioni molto più piccole come State of Decay 2 e Grounded hanno sempre nuovi contenuti ogni mese. Questi giochi sono tutti abbastanza seguiti e supportati e portano un costante ritorno economico nelle casse dell'azienda di Redmond che può reinvestire in produzioni quali: Pentiment, Hellblade II, Fable, Starfield, Hi-Fi Rush e tutte quelle produzioni grandi, piccole che non possono avere, per motivi diversi, un'entrata costante di soldi.

Game Pass è quindi, lo ripeto ancora, l'unica vera possibilità per salvare il mercato secondo la mia opinione. Attenzione, Game Pass ma anche qualsiasi altro servizio in abbonamento simile, sia chiaro. Ciò significa che più che vedere le vendite delle console Xbox, sarebbe opportuno verificare la crescita del servizio su Mobile, PC e console.

Con l'arrivo di Call of Duty, Diablo, World of Warcraft, Candy Crush all'interno di Xbox la situazione non può che migliorare: Microsoft guadagna e offre ai consumatori la possibilità di videogiocare a centinaia di giochi a un prezzo più permissivo. Vero, manca il concetto di proprietà che tanto abbiamo amato in questi anni, ma a conti fatti, è un concetto che non esiste più nemmeno ora, visto che la maggior parte dei giochi venduti su disco costringono ormai a scaricare i titoli in digitale.

Game Pass è quindi, lo ripeto ancora, l'unica vera possibilità per salvare il mercato.

Oltre a questo, questo continuo flusso di denaro, offre anche la possibilità di sperimentare su produzioni più piccole e sostenibili. Hi-Fi Rush, Pentiment, Grounded, State of Decay sono eccellenti videogiochi che dimostrano che creare esperienze più piccole non significa necessariamente esperienze peggiori, anzi.

Prendiamo il caso del gioco di Obsidian e Sawyer, Pentiment. Quest'ultimo, senza il Game Pass, non sarebbe mai esistito. Chi spenderebbe 30 euro per un gioco così particolare? Pochissimi, siamo onesti. Ma il Game Pass ha offerto la possibilità di farlo giocare a milioni di utenti, alcuni lo hanno amato, altri lo hanno trovato noioso, ma il numero che che lo ha apprezzato è certamente di molto superiore ai giocatori che lo avrebbero potuto acquistare a prezzo intero. Di questo, ne sono certo. Ma un altro esempio, per il prossimo anno, potrebbe essere Towerborne.

In sostanza, il team ha fatto il gioco che voleva, ha portato valore all'abbonamento e il suo costo di produzione è stato interamente ammortizzato dagli introiti live service e del servizio stesso. 

Così facendo, giochi anche molto più grossi e che richiedono anni di sviluppo come Fable, Perfect Dark, Avowed, Hellblade II o The Elder Scrolls VI, possono essere sviluppati con più calma e con budget molto alti, riducendo il crunch e venendo coperti da giochi più piccoli, di buon livello o banalmente da tutte le produzioni online.

PlayStation in questo momento, invece, si ritrova ad avere tantissimi videogiochi single player di estrema qualità, ma che devono per forza vendere sopra le 7-8 milioni di copie per riuscire a raggiungere il break even. Se prima questo era più permissivo, perché i costi erano inferiori e i tempi di sviluppo altrettanto ridotti, ora questo sta diventando un problema, perché tutto sta aumentando e si fatica anche ad avere delle uscite costanti sul mercato, costringendo a ripiegare su accordi commerciali second o third party.

si fatica anche ad avere delle uscite costanti sul mercato, costringendo a ripiegare su accordi commerciali second o third party.

Con la produzione di giochi live service che possano effettivamente funzionare e aiutare Sony ad ammorbidire i costi, tutto potrebbe cambiare nel corso del prossimo futuro. Il problema, però, è che è tremendamente indietro nelle tempistiche. Quindi, sì, vende più console, ma è in una situazione poco sana per il futuro software, soprattutto ora che Call of Duty arriverà sul pass e che di conseguenza potrebbe far perdere molti soldi Sony, gli stessi soldi che l'azienda nipponica sfruttava per finanziare molte produzioni interne. Vi basti pensare che COD porta miliardi di dollari di introiti a PlayStation, ogni anno.

Una soluzione temporanea nel corso del prossimo futuro potrebbe essere quella di rendere disponibili al day one su PC le esclusive PS5 (anche questo è emerso dal documento leak), ma che potrebbe divenire un'arma a doppio taglio per la vendite delle console, che ora come ora porta comunque diversi soldi nelle casse Sony.

E Nintendo? La casa di Kyoto è in una situazione molto diversa. Lavorano su un hardware più particolare che richiede costi di produzione nettamente inferiori e soprattutto la piattaforma è venduta molto in positivo rispetto a quanto costa produrla, situazione che non è ancora avvenuta né in Microsoft né in Sony. Tra l'altro, c'è un altro punto importante dietro a Nintendo: solitamente chi compra la Switch o qualsiasi altra piattaforma, lo fa per giocare ai giochi che produce la stessa Nintendo e ciò significa vendite per 60-70 milioni di copie per alcune produzioni, mal che vada arriva dai 10 ai 30 per le esclusive più piccoline, ma che comunque risultano numeri drasticamente più alti della concorrenza. Non dimentichiamo che Nintendo si è anche mossa bene nel mercato mobile, mercato che Microsoft vuole iniziare a entrare con Age of Empires, Candy Crush e sicuramente altri titoli previsti per i prossimi anni.

Quindi, in sostanza, la situazione non cambia molto da quanto vi avevo già raccontato in passato. Se si vuole investire in giochi single player tripla A, bisogna fare un passo indietro e contornarli da live service di qualità che possono generare profitti, abbonamenti in grado di ridurre il peso del prezzo dei giochi verso i consumatori o banalmente creare giochi meno costosi doppia A che possono comunque essere interessanti, magari facendo come Microsoft e creando molta più varietà.

Se si vuole investire in giochi single player tripla A, bisogna fare un passo indietro

In questo momento è chiaramente insostenibile il mercato gaming ad alto valore produttivo e certamente bisogna ragionare su come ridurre il crunch e allo stesso tempo garantire uscite costanti videoludiche senza che ci sia necessariamente il rischio di fallire qualora qualcosa non dovesse andare per il verso giusto. Sarà un futuro molto complicato, ma sono convinto che la strada giusta sia stata già presa da qualcuno e che bisogna solo attendere i risultati.

Questo articolo è un editoriale e rappresenta un'opinione personale dell'autore.