Electronic Arts, in collaborazione con FutureLab, ha realizzato un'indagine nel Regno Unito riguardante l'utilizzo dei videogiochi in ambito didattico. Il campione analizzato era formato da 1000 insegnanti e più di 2300 studenti di scuola primaria e secondaria. I risultati contenuti nel report non hanno certamente stupito gli addetti ai lavori, ma forse potrebbero essere di stimolo alla politica che sempre più spesso colpevolizza ingiustamente uno dei fenomeni culturali giovanili più permeanti.
Il 59% degli insegnati ha confermato che utilizzerebbero volentieri alcuni videogiochi commerciali per completare la strategia didattica. Il 62% degli studenti hanno condiviso questa opinione. "Abbiamo così la prova di una tesi che sosteniamo da anni: i giochi possono essere in grado di stimolare sia gli insegnanti che gli studenti", ha dichiarato Jules Clarkson, international marketing director di Electronic Arts.
L'indagine ha visto coinvolti anche Microsoft, Take Two, e Interactive Software Federation of Europe (ISFE), come a sottolineare che l'interesse nel settore scolastico è diventato consistente. Il 55% degli studenti, non a caso, è certo che le lezioni potrebbero essere decisamente più interessanti con l'incursione videoludica. E anche vero però che il 70% del corpo insegnante ha espresso preoccupazioni sulla possibilità che il gioco possa stimolare comportamenti anti-sociali. Il 30% dei ragazzi, invece, è convinto che l'intrattenimento videoludico possa alimentare l'indole violenta e aggressiva.
Il report è stato presentato durante il London Games Festival, un programma di eventi legati al mondo del videogioco che vede la partecipazione di sviluppatori e software house di grido, con nuovi titoli, nonché la premiazione Bafta.