Il futuro della lettura è nei videogiochi?

Il New York Times apre un dibattito sul possibile utilizzo dei videogame a scopo didattico.

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a cura di Tom's Hardware

I videogiochi, secondo l'opinione di vari scrittori, potrebbero essere la strada corretta da seguire per spingere i ragazzi di oggi, in particolare i più piccoli, a leggere. Come riporta un esaustivo articolo del New York Times, diversi insegnanti e autori stanno abbracciando l'idea di utilizzare i videogame per contribuire a questa iniziativa.

L'organizzazione no profit John D. and Catherine T. MacArthur Foundation sta addirittura tentando di contribuire alla creazione di una scuola pubblica nella Grande Mela basata basata su principi molto comuni dei videogames, come il linguaggio figurato, per favorire l'apprendimento della scrittura e della lettura.

Quest'opinione, come c'era da aspettarsi, ha suscitato qualche perplessità in vari ambienti. Diversi esperti di letteratura, ad esempio, si domandano quanto possa essere efficace il modello visivo in questo ambito. Secondo la loro opinione, molti giocatori potrebbero essere motivati nello sperimentare questo metodo, ma molti di essi salterebbero il testo per fiondarsi direttamente nel gioco.

Altra teoria è che i videogiochi non riescano a trasmettere nelle persone la stessa immersione che potrebbe, al contrario, avere un racconto su carta stampata.

Controcorrente, l'idea di alcuni ricercatori parla sì di bambini poco propensi alla lettura, ma sono altrettanto convinti che stiano sempre più sviluppando delle nuove abilità che li possano aiutare per prosperare in un mondo digitale di tipo visivo. Alcuni esperti educativi, invece, suggeriscono che i videogame stimolino la lettura online (forum, blog, siti informativi, ecc…) e di riviste (incluse le guide strategiche).

Nel corso degli anni si è spesso discusso su quali possano essere i pro e i contro del mercato dei videogiochi. Con l'avvento del Nintendo DS e dei suoi software educativi, la malafede nei confronti di questo mondo è leggermente calata, ma ancora oggi ci sono correnti di pensiero troppo distanti per trovare un punto d'accordo.

L'ideale sarebbe lo sviluppo di un genere totalmente dedicato all'apprendimento, senza dover forzatamente prendere in considerazione quel marasma di giochi moderni che non hanno la benché minima pretesa di insegnare, ma semplicemente di trasmettere un'esperienza divertente e alternativa.