Contrasti interni

Nato dalla collaudata partnership tra Square Enix e tri-Ace, Infinite Undiscovery è il primo esperimento di nuova generazione del noto producer giapponese. Il risultato finale, però, non rispecchia le buone abitudini del passato, lasciando un certo amaro in bocca ai fan del genere.

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a cura di Tom's Hardware

Contrasti interni

L'aspetto tecnico non è il punto forte del titolo e lo si intuisce sin da subito, quando iniziano ad intravedersi i primi cali del frame rate. Il contesto di gioco è accettabile ma discontinuo, intramezzando paesaggi ben concepiti ad altri davvero scadenti. Anche le cinematiche narrative, generalmente un marchio di fabbrica in casa Square Enix, perdono velocemente di valore, limitando i personaggi a muovere quasi esclusivamente le labbra. Le primizie di Lost Odyssey, quindi, sono solo un dolce ricordo. Buono, per contro, il character design, in grado di differenziare la ventina di personaggi disponibili nel corso dell'avventura. Le animazioni, inoltre, sono buone, al pari degli effetti grafici che accompagnano i combattimenti. Nulla da eccepire sulla colonna sonora, firmata dal compositore dell'OST di Tales of Symphonia, Motoi Sakuraba.

La chiave di successo di un buon giorco di ruolo, il ritmo incalzante, sembra aver preso una distanza siderale da Infinite Undiscovery. Tralasciando la fase iniziale di una noia a dir poco mortale, il resto del gioco prova a risollevarne le sorti con qualche spunto interessante e l'avvento dei già citati personaggi aggiuntivi. Alcuni passaggi, quindi, riescono a generare un minimo di interesse, soprattutto quando bisogna utilizzare più gruppi di eroi per oltrepassare dei territori. In generale, però, si ha come l'impressione di muoversi sempre nelle stesse zone (e così è, in effetti), annullando quasi del tutto l'effetto sorpresa (andata e ritorno per i corridoi non è proprio il massimo dell'originalità). Altra nota dolente è la longevità del titolo (attestabile sulle ventina di ore al massimo) inaccettabile per un GDR. A lungo andare si ha come l'impressione di trovarsi di fronte a un titolo incompleto, soprattutto a livello narrativo e ambientale. La programmazione è durata quasi tre anni, eppure tri-Ace non è riuscita a limare alcuni dei difetti che hanno sicuramente minato le qualità di Infinite Undiscovery.