La C.I.A. finanzia i videogiochi per fare propaganda?

Un presunto agente C.I.A. in mano all'Iran avrebbe spiegato nei dettagli il compito dello sviluppatore di videogiochi Kuma Games. L'obiettivo era di fare propaganda a favore degli americani per avvicinare i giovani del Medio Oriente.

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a cura di Dario D'Elia

Immaginare la C.I.A. che finanzia videogiochi per convincere i giovani iraniani a simpatizzare per gli americani sembra impensabile. Eppure, secondo Amir Mirzaei Hekmati è quello che è successo quando lavorava per Kuma Games, un piccolo editore specializzato in giochi di guerra. Ad esempio in Kuma/War vi sono missioni in Medio Oriente di ogni genere: dalla caccia a Osama Bin Laden a l'infiltrazione in territorio iraniano. La propaganda è molto evidente: sebbene si tratti di un gioco l'obiettivo è quello di far rivivere le missioni della Delta Force e dello U.S. Army.

Qualche settimana fa l'Iran ha reso noto di aver condannato a morte l'agente CIA Hekmati, che nel suo lungo interrogatorio avrebbe ammesso di aver lavorato per Kuma Games sotto copertura. "Dopo la DARPA (US Defence Advanced Research Projects Agency), sono stato assunto dalla Kuma Games Company, una società specializzata in videogiochi che riceveva soldi dalla CIA per scrivere, realizzare e regalare lungometraggi e giochi per cambiare la visione dell'opinione pubblica del Medio Oriente", pare aver confidato Hekmati. "L'obiettivo di Kuma Games era di convincere le persone di tutto il mondo e l'Iraq che ciò che fanno gli Stati Uniti in Iraq e altri paesi è buono e accettabile".

Kuma War 2

L'intera vicenda ovviamente ha quasi tinte romanzesche. Tanto più che il padre di Amir ha ribadito che non ha mai sentito parlare di CIA e che il viaggio in Iran era solo per andare a trovare i parenti. Kuma intanto si è difesa dicendo di aver lavorato con l'Esercito ma esclusivamente per realizzare giochi per l'addestramento delle truppe.

Una confessione strappata all'interno delle prigioni iraniane probabilmente è la cosa meno attendibile di questo pianeta. Chiunque dopo qualche giorno potrebbe ammettere di essere un super-eroe, invece che un alieno o un Barbapapà su richiesta del carceriere di turno. Resta il fatto che il rapporto stretto tra il mondo dell'intrattenimento e quello militare, negli Stati Uniti, è storicamente accertato. Come dimenticare ad esempio le parole di Dean Devlin, sceneggiatore e produttore di Indipendence Day. "Se il film non farà venire voglia a tutti i ragazzini del paese di pilotare un jet da combattimento, ingoierò questa sceneggiatura", disse al Pentagono. 

Non da meno un produttore della Disney: "crediamo fermamente che con il sostegno delle forze armate USA, Armageddon diverrà il più grande film del 1998, mostrando l'esperienza, la capacità organizzativa e l'eroismo dell'esercito".