La Sony NGP non ritarda, ma siamo davvero sicuri?

Sony smentisce il presidente della divisione statunitense e dichiara che al momento non ci sono segnali che indichino un ritardo nel debutto della NGP. Una dichiarazione di facciata oppure la verità?

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

La Next Generation Portable sarà puntuale come un orologio svizzero.  Secondo quanto dichiarato da Sony le recenti affermazioni di Jack Tretton, presidente della divisione statunitense, sono da ritenersi totalmente errate (Sony NGP in ritardo per il disastro giapponese).

Il portavoce di Sony, Satoshi Fukuoka, ha precisato che l'azienda non ha registrato al momento alcun impatto sul piano di debutto dovuto al recente terremoto e che per ora non c'è nessun ritardo da mettere in preventivo. La console uscirà quindi a fine 2011, come promesso.

Al momento però non ci sono dettagli e il fatto che Tretton abbia non solo parlato di un debutto limitato a una particolare zone geografica, ma ha anche aggiunto che ciò darà agli sviluppatori più tempo per completare i loro giochi, è abbastanza sospetto. Che Tretton abbia parlato troppo e in Giappone non l'abbiano presa troppo bene?

D'altronde con il Nintendo 3DS in vendita la voce di un possibile ritardo potrebbe avere effetti deleteri sul potenziale pubblico di videogiocatori interessati al prodotto di Sony. L'unica cosa certa, al momento, è che l'azienda ha dovuto chiudere diversi impianti e che solo in questo momento l'azienda sta riprendendo la produzione in due stabilimenti.

###old691###old

Non è chiaro al momento se tali impianti abbiano a che fare in qualche modo con la NGP, ma è anche vero che permangono problemi nella fornitura delle materie prime per diversi prodotti per l'elettronica di consumo. Da qui alla fine dell'anno la situazione - salvo nuovi intoppi - dovrebbe migliorare, ma non è chiaro se questo permetterà alla NGP di debuttare in tutto il mondo allo stesso momento.

La rivale Nintendo, per esempio, ha preferito far uscire il 3DS in Giappone a febbraio, spostando l'arrivo in Europa e Stati Uniti a marzo. Se questa strategia è a volte indispensabile per gestire la domanda in condizioni normali, figurarsi quando c'è un problema produttivo.