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Pro
- Combat system in tempo reale che funziona incredibilmente bene
- Ambientazione riuscita
- Svariati miglioramenti alla quality of life
- Gameplay fluido, divertente e scorrevole
- Numerose attività extra oltre alla storia
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Contro
- Storia a tratti innecesariamente prolissa
- Tecnicamente ancora arretrato
- Qualche sbavatura nel gameplay e nell'IA nemica
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
Pokémon è, ed è sempre stato, un comfort game; uno di quei giochi che avvii quando ti vuoi rilassare, magari sotto una coperta e con una cioccolata calda in mano, sapendo esattamente ciò che ti aspetta. Se, come me, siete cresciuti con i titoli della serie, inevitabilmente ne avete vissuto anche il suo declino: dall'attendere con enorme hype il prossimo titolo, ormai da anni l'iter si è convertito in un "lo compro perché è Pokémon", perché alla fine, nel bene o nel male, il comfort rimane sempre.
Nonostante tutto, infatti, non ho mai saltato un capitolo della serie, e dopo l'enorme delusione di Violetto e Scarlatto — soprattutto in seguito a uno Spada e Scudo che, malgrado le sue numerose criticità, mi era piaciuto e intrappolato per centinaia di ore — non potevo che avere basse aspettative per Leggende Pokémon Z-A. Il combat system completamente rivoluzionato mi incuteva non poca paura, e l'idea di fare un sequel di Arceus non mi sembrava geniale. Eppure... non mi divertivo così tanto con un gioco Pokémon da anni.
Parliamo non solo di un'evoluzione intelligente, ma di una rivoluzione totale, una boccata di aria fresca che, senza dubbio, serviva enormemente alla serie e che finalmente mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo: forse c'è ancora speranza per Pokémon. Sia chiaro, il gioco non è perfetto (né ce lo aspettavamo), ma fa esattamente quello che deve fare, ovvero intrattenere, appagare e addirittura rappresentare una sfida abbastanza impegnativa in certi momenti.
Bentornata, Kalos
La prima, grande vittoria di Z-A risiede in una scelta di design tanto audace quanto geniale: la sua ambientazione. Abbandonando le immense (e spesso vuote) praterie di Hisui e Paldea, il gioco ci confina quasi interamente tra le strade, i vicoli e i tetti di un'unica, gigantesca metropoli: Luminopoli. Ebbene, quella che sulla carta potrebbe sembrare una limitazione si rivela, invece, essere la più grande forza del titolo. La capitale di Kalos è un organismo pulsante, un mondo denso, stratificato e ricco di segreti, che sfrutta la verticalità dei suoi palazzi e l'intricato reticolo delle sue strade per creare un'esperienza di esplorazione più compatta, mirata e costantemente gratificante. Finalmente, il concetto di "densità" vince su quello di "vastità" in Leggende Z-A, permettendovi di vivere appieno la città, fare una sottospecie di parkour per muovervi più velocemente e ridurre così i tempi morti durante le partite.
Il ritmo del gioco è poi magistralmente scandito da un ciclo giorno/notte che non è un mero orpello estetico, ma il cuore pulsante del gameplay: di giorno, la città è un enorme terreno di caccia e scoperta dove le "Zone Selvagge", aree urbane rinaturalizzate che fungono da veri e propri biomi, brulicano di Pokémon; qui le meccaniche di cattura attiva di Arceus tornano in grande stile, affinate e migliorate. Studiare il comportamento di un Pokémon, avvicinarsi furtivamente e lanciare la Poké Ball con il giusto tempismo è ancora una gioia pura e dà molta più soddisfazione rispetto ai titoli classici della serie, spingendoti davvero a catturarli tutti.
Ma la vera magia è che i Pokémon non sono più confinati in queste riserve, dato che si nascondono nei vicoli più bui, si arrampicano sulle facciate dei palazzi Art déco, pescano nelle fontane delle piazze principali. Insomma, ogni angolo della metropoli diventa un potenziale punto di scoperta, incentivando un'esplorazione curiosa e attenta.
Quando il sole tramonta, però, Luminopoli cambia volto e musica: le strade si svuotano dei passanti per lasciare spazio alla competizione più sfrenata, visto che si apre la Royale Z-A, un torneo tanto prestigioso quanto clandestino che sostituisce in modo brillante e dinamico la tradizionale e ormai stantia scalata delle palestre. In specifiche "Zone Lotta", che cambiano ogni notte, decine di allenatori si sfidano con un unico obiettivo: scalare i ranghi, partendo dall'umile Z fino a raggiungere l'ambita A, per diventare i campioni indiscussi della città. Questa struttura, più fluida e perfettamente integrata nel mondo di gioco, dona una vitalità e un senso di progressione organica che la serie non vedeva da anni. Non si tratta più di viaggiare linearmente da una città all'altra, ma di vivere e respirare l'arena competitiva della capitale, sconfiggendo avversari, raccogliendo punti lotta e ottenendo un biglietto per sfidare il campione per passare alla "lettera" successiva.
Il titolo prova addirittura a introdurre una timida meccanica stealth, permettendoti di avvicinarti di soppiatto agli allenatori per ottenere un vantaggio durante le lotte. Nulla di rivoluzionario, soprattutto perché a volte l'IA nemica non è perfetta, ma comunque una piccola aggiunta che discosta il gameplay dal classico incrocio di sguardi e parte lo scontro.
Il combattimento in tempo reale: top o flop?
Su Leggende Pokémon: Z-A è il sistema di combattimento a rappresentare il salto evolutivo più clamoroso. Il titolo compie il passo che molti fan sognavano da tempo e che al tempo stesso incuteva moltissimo timore, abbandonando i turni classici in favore di un sistema d'azione in tempo reale che... funziona in modo sorprendentemente solido e divertente. Ogni scontro diventa praticamente una specie di balletto strategico dove il posizionamento, la schivata tempestiva e la gestione oculata dei tempi di ricarica delle mosse sono elementi cruciali per la vittoria. Il nostro Pokémon in campo ci segue fedelmente, permettendoci di muoverci liberamente nell'arena, bloccare il bersaglio e infliggere attacchi in modo molto più fluido e scorrevole rispetto ai classici titoli della serie.
Immaginate di affrontare un Gogoat selvatico infuriato: mentre carica a testa bassa, un rapido scatto laterale vi permette di evitare l'impatto. Mentre è esposto, scatenate un Lanciafiamme dal vostro Charizard, ma ora quella potente mossa entra in cooldown, costringendovi a riposizionarvi e a usare un attacco più rapido come Attacco d'Ala nel frattempo, in attesa che l'attacco principale sia di nuovo disponibile. Questa modernizzazione non tradisce le radici ruolistiche della serie (debolezze, resistenze e statistiche rimangono l'ossatura fondamentale) ma aggiunge una profondità tattica e una frenesia che rendono ogni battaglia più coinvolgente e priva di tempi morti. Certo, non mancano piccole sbavature, come un'intelligenza artificiale a volte incerta nei movimenti o qualche bizzarria nelle collisioni, ma il risultato finale è sicuramente un successo. Probabilmente, una volta provato, tornare indietro al sistema a turni tradizionale sembrerà quasi anacronistico.
Game Freak finalmente ci ascolta
Dove Z-A dimostra di aver ascoltato è anche nella miriade di migliorie alla "quality of life", piccoli accorgimenti che, sommati, trasformano l'esperienza di gioco. Ognuna di queste modifiche sembra, infatti, una risposta diretta a lamentele decennali della community: non solo la cattura è ora più trasparente grazie a un indicatore visivo che, tramite frecce colorate, suggerisce chiaramente le probabilità di successo, ma mandare K.O. un Pokémon selvatico non significa più perderlo per sempre; la creatura, invece di svenire, rimarrà stordita per qualche prezioso istante, offrendo un'ultima, disperata possibilità di lanciare una Poké Ball. È la fine di decenni di frustrazione per aver accidentalmente sconfitto uno shiny o un Pokémon raro. A questo si aggiunge il "raccatapalle", ovvero un NPC che recupera le sfere andate a vuoto, un piccolo ma graditissimo aiuto che rispetta il tempo e le risorse del giocatore.
Queste limature, unite a menu più snelli, a una gestione dell'inventario più intuitiva e a dialoghi meno prolissi durante le fasi esplorative, rendono l'esperienza incredibilmente fluida e piacevole. Peccato che alcune vecchie, fastidiose abitudini di Game Freak siano dure a morire: il prologo resta eccessivamente lungo, tutorialistico e guidato, bloccando la libertà del giocatore in modi frustranti (per esempio, appena uscite dalla strada "preimpostata" il vostro caro Rotomphone vi bloccherà per farvi andare alla missione). Allo stesso modo, mentre le interazioni veloci sono state snellite, i dialoghi cruciali per la trama a volte si perdono in lungaggini non necessarie, allungando un brodo che non ne ha alcun bisogno, dato che non parliamo ovviamente di una narrazione profonda o coinvolgente — ma nemmeno ce lo aspettiamo da un Pokémon —.
Se da una parte troviamo la solita tipologia di trama principale, dall'altra in Leggende Z-A ci sono, finalmente, tantissime attività extra da fare. A differenza di Arceus che sotto questo lato scarseggiava, nel nuovo titolo la mappa è ricca di missioni secondarie utili per guadagnare monete e oggetti, ma sono presenti anche le lotte a squadre e il comparto multiplayer, il tutto senza dimenticare della scalata dalla Z alla A di cui vi parlavo qualche paragrafo fa.
Tecnicamente intelligente, non potente
Sul fronte tecnico, Game Freak sembra aver finalmente imparato la lezione più importante impartita dal disastro di Scarlatto e Violetto. Invece di tentare un'impresa grafica al di sopra delle proprie possibilità e dell'hardware di riferimento, Z-A adotta un approccio più "furbo" e, in ultima analisi, più saggio. La mappa contenuta ma densa di Luminopoli permette una maggiore cura per i dettagli, una direzione artistica più coesa e un sistema di illuminazione molto più efficace. I Pokémon sono sicuramente più belli che mai, il character design di alcuni personaggi è molto ispirato e sono state introdotte nuove animazioni per alcune mosse (non tutte, chiaramente).
Ovviamente, non gridiamo al miracolo, giacché a un occhio attento salteranno subito all'occhio le texture in bassa risoluzione su alcune superfici — in particolar modo le facciate dei palazzi —, le animazioni riciclate per i personaggi umani e i modelli degli NPC che si muovono a scatti in lontananza.
Eppure, l'insieme funziona. Grazie a stratagemmi come brevi caricamenti tra i distretti della città, i quali evitano al motore di renderizzare tutto contemporaneamente, e un uso intelligente degli asset, il gioco riesce a offrire un'esperienza stabile, fluida e visivamente piacevole. Inoltre, la performance stabile che Game Freak è riuscita a garantire non è solo un bonus, ma una caratteristica fondamentale in un gioco con combattimenti d'azione in tempo reale.
Insomma, Leggende Z-A è la dimostrazione che, con le giuste scelte di design, è possibile creare un mondo bello da vedere e divertente da giocare anche senza una potenza tecnica all'avanguardia. Si poteva fare di più? Sicuramente sì, ma, considerando i precedenti titoli della serie, parliamo comunque di un passo in avanti che speriamo venga ulteriormente migliorato in futuro, soprattutto in vista del fatto che il prossimo titolo verrà rilasciato unicamente su Switch 2, mentre questo, lo ricordiamo, è disponibile anche per il vecchio modello.
Il verdetto finale
Leggende Pokémon: Z-A è, fortunatamente, molto più di un semplice "more of the same". È un sequel coraggioso, maturo e consapevole, che prende le buone fondamenta gettate da Arceus e le eleva a un nuovo livello, espandendo ogni meccanica e smussando gran parte delle asperità storiche del franchise. Ovviamente, non è un gioco perfetto e non convertirà chi ha già abbandonato la serie da tempo, né soddisferà chi cerca un comparto tecnico paragonabile alle grandi produzioni tripla A.
Ma per tutti i fan che si sentivano orfani di un'evoluzione, per coloro che avevano perso la speranza dopo gli ultimi capitoli, questo titolo è, senza dubbio, una trionfante lettera d'amore. È un'avventura divertente, appagante e, a tratti, sorprendentemente impegnativa, che riporta al centro l'esplorazione, la strategia e il puro piacere di "vivere" nel mondo dei Pokémon. È la prova definitiva che il futuro di Pokémon, se seguirà questa strada illuminata dalle luci di Luminopoli, è più radioso che mai. È il gioco che rende, ancora una volta, meraviglioso essere un fan di Pokémon.