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Mafia Definitive Edition | Recensione: un remake da non rifiutare?

Mafia Definitive Edition è il ritorno di un gigante. Dopo le numerose critiche mosse al terzo capitolo, Hangar 13 prova il colpaccio. La recensione.

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Avatar di Antonio Rodo

a cura di Antonio Rodo

Pubblicato il 24/09/2020 alle 17:00 - Aggiornato il 29/09/2020 alle 11:09
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In sintesi

Mafia Definitive Edition è un titolo dannatamente affascinante e appassionante, un atipico free roaming che abbracciare una struttura vecchia vent'anni.

  • Pro
    • - La narrazione è molto curata e supera quella originale
    • - Lost Heaven è molto affascinante
    • - Il modello di guida rasenta la perfezione...
    • - Gli scontri a fuoco sono appaganti...
    • - ...ma l’effettistica e il missaggio sono migliorati
    • - Struttura dell’open world atipica, ma funzionale
  • Contro
    • - Bug e problematiche tecniche
    • - Doppiaggio italiano altalenante
    • - ...ma le collisioni lasciano a desiderare
    • - ...ma gli altri elementi ludici andrebbero rifiniti
    • - Il comparto sonoro dell’originale è superiore

Il verdetto di Tom's Hardware

7.8

Mafia Definitive Edition non è un remake perfetto, pertanto non strizza l’occhio ai migliori esempi visti in questa generazione. È però un titolo dannatamente affascinante e appassionante, un atipico free roaming che insiste ad abbracciare una struttura vecchia quasi vent’anni, eppure funzionale. Essendo il rifacimento di un prodotto molto vecchio, Hangar 13 non se ne è stata con le mani in mano e ha svecchiato del tutto il gameplay, il comparto tecnico e la narrazione. Quest’ultima è quella che ne ha beneficiato di più: infatti, nonostante la sceneggiatura originale sia ancora notevole, l’attuale si impone forzatamente come la più giusta, matura e sfaccettata fra le due. I più attenti lo avranno capito: abbiamo evitato l’argomento come la peste, limitandoci a raccontarvi pregi e difetti. Questo perché, nonostante le lodi spese, rimane un racconto molto semplice, per cui crediamo sia doveroso non addentrarsi negli eventi, lasciando a voi il piacere di scoprirli o riscoprirli. È andata meno bene al gameplay e al comparto tecnico, sebbene i miglioramenti siano palesi. Ad una rapida occhiata tutto potrebbe sembrare al posto giusto (ecco perché gli screenshot sono così invitanti), ma sono in realtà sufficienti le prime ore per capire che non è così: IA scolastica, animazioni posticce, bug e comparto grafico altalenante. Tutte queste problematiche sono ancora una volta presenti e sono tutte esattamente identiche a quelle già riscontrate in Mafia III, a testimonianza di come il team di sviluppo non sia riuscito ancora ad abbatterle. Detto ciò, nel bene e nel male è un’epopea mafiosa che consigliamo a tutti di giocare. Dopo quasi vent’anni, forse complice anche lo scarso affollamento di prodotti simili, è ancora la miglior gangster story dei videogiochi, nonché una narrazione di spicco e capace di ribadire le qualità del medium.


Informazioni sul prodotto

Immagine di Mafia Definitive Edition - PS4

Mafia Definitive Edition - PS4

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L’ormai quasi conclusa generazione di console ci ha regalato produzioni caratterizzate da una qualità indubbia. Abbiamo assistito a grandi ritorni del calibro di 
Resident Evil 2, a coraggiose mutazioni di brand noti come God of War, e che più ne ha, più ne metta. Una vera e propria golden age
 del videogioco, che ha persino cambiato l’età media degli utenti e aumentatone il numero complessivo. In uno scenario così invitante quanto difficile da navigare, entra in scena Mafia Definitive Edition, il ritorno di una delle gangstar story più belle dell’intero panorama videoludico.

Guarda su

Riesumare un grande classico, però, non è mai facile, e questo Hangar 13 lo sa bene. Eppure non c’era momento migliore per tirarlo fuori: da Capcom ad Activision sono stati tanti gli sviluppatori a far tornare in auge giochi del passato, e l’hanno fatto in delle vesti che sono state molto apprezzate sia dalla critica che dal pubblico.

Prima di andare a scoprire dove si colloca la storia di Thomas Angelo, è giusto ribadire che, arrivando a fine ciclo, il videogioco in questione subisce involontariamente un confronto con tutti i giganti che lo hanno preceduto, specie quelli appartenenti allo stesso genere. A prescindere da come sia andata, bentornati in famiglia!

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Lost Heaven è molto affascinante

Un caloroso benvenuto

L’inizio di Mafia Definitive Edition è un colpo al cuore: l’iconico filmato introduttivo fa il suo ritorno e regala un susseguirsi di sensazioni straordinarie, soprattutto quando l’inimitabile main theme alza il volume e si fa sentire. Non passano nemmeno cinque minuti e si comprende già la natura di questo lavoro: Hangar 13 ha mantenuto e trattato con rispetto l’intero plot originale, ma si è anche concessa libertà enormi che impreziosiscono e aggiungono spessore sia ai personaggi che al racconto.

Non sarebbe infatti un azzardo sostenere che, procedendo nella campagna, ci siamo trovati davanti alle più logiche e riuscite modifiche narrative che avessimo mai avuto il piacere di vedere. In lavori di questo tipo, specie se consci che la community sia molto affezionata al lavoro originale, si tende a non strafare troppo. Il team di sviluppo pare aver ignorato del tutto queste avvertenze: si è preso un enorme rischio, ma ha mandato a segno ogni colpo.

Modifiche a parte, come dicevamo si tratta comunque di un’opera rispettosa del materiale di partenza. La storia di Tommy ha sempre inizio nel cuore della notte e, durante una piccola pausa concessasi, succede l’impensabile: due tizi poco raccomandabili gli puntano una pistola alla testa, obbligandolo ad utilizzare il suo taxi per seminare due uomini appartenenti alla banda rivale. Thomas si ritrova invischiato in una situazione più grande di lui, ma non ha assolutamente tempo per fare delle domande e non è nemmeno il caso di porle.

Già da queste prime battute appare evidente l'ottimo lavoro di Hangar 13 nella caratterizzazione di strade e quartieri, che vanno a comporre una Lost Heaven bella come non mai, anche se il tempo per osservarla non è sufficiente. Alle nostre spalle ci sono infatti gli uomini di Morello, che dobbiamo assolutamente seminare prima di lasciarci la pelle.

Fortunatamente ci viene in aiuto un sistema di guida funzionale, il quale si presenta anche molto sfaccettato. Ci sono due modalità disponibili: una incentrata sulla simulazione che vanta trasmissioni manuali e richiede un certo controllo del veicolo; un’altra che semplifica il tutto permettendovi di giocare in totale spensieratezza. Nel nostro caso abbiamo assolutamente preferito la simulazione, scoprendo un sistema di guida di qualità molto elevata.

Ci sono persino differenze molto tangibili tra una vettura e l’altra: dovremo imparare a conoscerle tramite l'uso. Le strade di Lost Heaven sono inoltre piene di opportunità di fuga, le quali vengono comodamente segnalate sulla minimappa: si tratta di piccoli cantieri stradali e rampe da sfruttare per seminare i propri inseguitori; utilizzarle darà il via a piccole sequenze d’intermezzo che ben si legano con le fasi di gioco.

I 50 veicoli presenti, tutti consultabili dal menu iniziale nella voce ”Autopedia”, includono anche diverse tipologie di moto appartenenti agli anni '30, il cui sistema di guida, però, non ci ha entusiasmati allo stesso modo. Non sono pessime da guidare, sono più che altro meno raffinate e offrono una gestione delle collisioni parecchio rivedibile. In ogni caso si tratta di un’aggiunta piuttosto futile, poiché il grosso lo faranno le automobili, maggiormente rifinite nel sistema di guida e presenti in maggior numero.

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La resa dei volti è molto convincente

L’elefante nella stanza

Smaltito l’entusiasmo iniziale e raccolta la mascella dal pavimento, Mafia Definitive Edition non impiega molto a scoprire il fianco. Non appena si entra in confidenza con le meccaniche action della produzione, dalle scazzottate alle sparatorie, si riscopre un sistema pressoché identico a quello di Mafia III, ultimo capitolo del franchise. A malincuore ci siamo imbattuti nelle stesse identiche problematiche: animazioni che non si avvicinano minimamente ai giganti del mercato, IA sin troppo scolastica e un sistema di combattimento corpo a corpo davvero brutto da utilizzare e osservare. Fortuna vuole che l’avventura di Clay non fosse del tutto da buttare, ecco quindi che le fasi furtive e le sparatorie riescono quantomeno a convincere, mentre il modello di guida, come dicevamo, è davvero eccelso.

Così come nell'originale, questo remake vanta un numero di situazioni molto vasto, e sarà proprio grazie a queste trovate che il gameplay riuscirà a farsi apprezzare. Un grandissimo esempio è il capitolo nel quale bisognerà gareggiare all'autodromo, finalmente godibile e non frustrante come in passato; o ancora, la bellissima sezione ambientata in hotel, adesso rifinita maggiormente nel level design e apprezzabilissima negli scontri, grazie ad un sistema di cover ben confezionato e alle possibilità offerte dallo scenario, a partire dai molteplici approcci al combattimento.

Lo stealth, infatti, stavolta sarà una vera e propria opzione, e alcune missioni si potranno completare evitando di sparare all'impazzata. Certo, i problemi legati all'intelligenza artificiale macchiano un po’ tale approccio, ma agendo all'interno di situazioni circoscritte e controllate dagli sviluppatori, a differenza di Mafia III che riempiva l’open world di attività collaterali da completare, il tutto scorre meglio, pur non raggiungendo vette altissime.

Di contro, ci sono situazioni che, pur non essendo identiche all'originale, ne mantengono in alterata la frustrazione. Ricorderete senz'altro le missioni “Sarah” e “Meglio Farci l'abitudine”, entrambe piene di scontri corpo a corpo. Ecco, nonostante le differenze siano tangibili, queste situazioni fanno non poca fatica a farsi digerire: il contrattacco risulta spesso e volentieri impreciso e ogni singola colluttazione è caratterizzata da compenetrazioni poligonali e animazioni posticce. Sia chiaro, sono fortunatamente piccole circostanze, considerata la mole di capitoli, ma era lecito aspettarsi molto di più.

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I modelli dei personaggi ricordano gli originali, ma hanno subito diverse modifiche

È ancora una gangster story di livello

Chiunque, al tempo, abbia avuto modo di viverne il racconto ne sarà sicuramente rimasto estasiato: cutscene in tempo reale e realizzate in engine, buona sceneggiatura, tematiche adulte e regia di buon livello. Una produzione capace di guardare in là e che ha saputo mantenere intatte tutte le sue qualità, anche a distanza di anni. Non a caso e non è un segreto, i successivi capitoli non riuscirono minimamente a replicare l’ottimo lavoro svolto con il primo e non è nemmeno scontato che questo remake debba farcela: come dimostrano i moltissimi commenti in rete, c’è molta attesa da una parte e preoccupazione dall'altra. 

Almeno da questo punto di vista, nonostante non manchino i problemi, ci sentiamo in dovere di rasserenare tutti: Mafia Definitive Edition vanta lo stesso splendido racconto, impreziosito da scene inedite e da personaggi sì, molto simili nel carattere, ma ben più sfaccettati rispetto al passato. E non ne escludiamo nemmeno uno dall'equazione, sono tutti decisamente migliori, chi più, chi meno.

Tutto decisamente perfetto, quindi? Come dicevamo, no. Hangar 13, per motivi a noi sconosciuti, fatta eccezione per il main theme che è stato praticamente riproposto 1:1 se non per l’aumento della qualità del suono, ha reso il resto della soundtrack completamente inedita, sostituendo le nuove tracce a quelle leggendarie della versione originale.

In questo, nonostante apprezziamo lo sforzo di aver tentato di svecchiare anche il sonoro, bisogna ammettere che, salvo qualche rara occasione, le scene non riescono a superare il coinvolgimento di quelle originali e, in alcuni casi, nemmeno a pareggiarlo. E dispiace veramente tanto, anche perché considerando solamente la messinscena e la qualità delle inquadrature, ci accorgiamo del notevole passo in avanti.

Inoltre, a rovinare ancora un po’ il coinvolgimento ci pensa un doppiaggio in lingua italiana tremendamente altalenante, che si abbandona del tutto al tipico linguaggio stereotipato e mal interpretato. Non tutte le voci sono da buttare, ma quanto detto per le musiche vale anche per il doppiaggio: le voci originali erano decisamente migliori, nonché di assoluto spicco per il periodo. Tuttavia, basta selezionare la lingua originale – l'inglese – per ottenere quantomeno un livello qualitativo maggiormente uniforme. Non ci troverete performance stellari, ma vi assicuriamo che ve lo godrete molto di più, salvo casi estremi in cui, non conoscendo completamente l’inglese, si debba continuamente ricorrere ai sottotitoli, tra l’altro davvero minuscoli e non regolabili.

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Tommy e Paulie

Un ritorno al passato

Dopo le numerose critiche alla struttura di Mafia III, che vi ricordiamo imponeva al giocatore un mondo aperto e forzatamente riempito da dinamiche moderne (pur essendo esplicitamente ancorato al passato e dedito alla trama), Hangar 13 pare aver azzeccato la struttura ideale, confezionando un prodotto decisamente atipico per il 2020, il quale strizza l’occhio a produzioni come il bellissimo L.A. Noire. Capitolo dopo capitolo, infatti, l’open world farà semplicemente da sfondo, una bellissima cartolina che ospita al suo interno le scorribande mafiose della famiglia Salieri.

Impreziosiscono il tutto grandi ritorni come la possibilità di venire multati per infrazioni stradali, di rimane al secco e doversi recare in una stazione di servizio e, infine, di scalare o aumentare manualmente di marcia durante la guida. Tutto questo, però, lo avrete selezionando la modalità classica, disponibile come ultimo livello di sfida (accessibile sin da subito). Tale difficoltà inficia anche la quantità di danni subiti durante gli scontri a fuoco e vi spinge a non svuotare il caricatore qualora contenesse ancora dei colpi. Se eventualmente non vorreste tutte queste modifiche, dal menu di gioco avrete modo di personalizzare in maniera indipendente scontri, reattività della polizia e modello di guida.

Insomma, l’esperienza classica del primo Mafia è fortunatamente rimasta invariata e le abbondanti dieci ore necessarie per il completamente dell’avventura principale scorrono a meraviglia: non ci siamo mai annoiati.

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Sono presenti diversi inseguimenti

Mafia Definitive Edition: gli extra

Mafia Definitive Edition, nonostante strizzi l’occhio più al passato che alla modernità, a differenza dell’originale ospita al suo interno numerosi collezionabili da raccogliere. Nella maggior parte dei casi si tratta di figurine o riviste dell’epoca (niente Playboy), ma in più di un'occasione è anche possibile imbattersi in lettere o giornali che arricchiscono la narrazione e il contesto sociale. Infatti, una delle cose che abbiamo maggiormente apprezzato in questo remake, oltre a quelle che abbiamo già citato, è la volontà di intrecciare maggiormente il contesto storico con la trama principale: ci sono numerosi accenni al proibizionismo, importazione ed esportazione di alcolici, aumento della disoccupazione e persino al famoso martedì nero a Wall Street, drastico crollo della borsa avvenuto nel 1929.

I collezionabili, disseminati all'interno della mappa di gioco, vanno raccolti nella modalità “Fatti un giro”, ideale per esplorare il mondo di gioco. Se ben ricordate, tale modalità era presente anche nell'originale, per cui non si tratta di un’aggiunta, anche se stavolta avrete libero accesso al bar di Salieri, permettendovi di cambiare auto, armi e vestiti. Immancabile anche la galleria “Autopedia”, un modo per osservare da vicino tutti i modelli di auto e moto, e per provarli in prima persona. Aggiunta, questa, che va a sostituire le gare opzionali presenti nell'originale, stavolta assenti insieme ad altre attività collaterali di cui non sentiamo minimamente la mancanza.

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L'iconico scenario del capitolo Fortunato Bastardo è stato modificato

Un comparto tecnico decisamente altalenante

Mafia Definitive Edition, almeno allo stato attuale, è un prodotto afflitto da numerose problematiche tecniche e bug, gli stessi identici difetti affrontati durante il lancio di Mafia III. Nel corso della nostra prova ci siamo imbattuti in texture in bassa definizione, pop-up di elementi a schermo, modelli dei personaggi renderizzati in bassa qualità e via discorrendo. Tutte spiacevoli situazioni che pensavamo fossero ormai superate da Hangar 13.

La versione da noi testata, PS4 Pro, ha già ricevuto ben due aggiornamenti correttivi, eppure i problemi persistono e, in alcuni casi, sono anche importanti. Se infatti è possibile chiudere un occhio dinnanzi a dei modelli in bassa risoluzione, lo stesso non può succedere per cali di frame rate e cutscene senza audio, o, addirittura, senza immagini a schermo. Ci sarà sicuramente modo e occasione di correggere questi problemi, ma trovarsi per le mani una versione così sporca del gioco, tra l’altro ad una settimana dal lancio, è tutt'altro che incoraggiante.

Dobbiamo specificare che ci sono situazioni in cui il gioco sembri brillare particolarmente a livello tecnico, con volti, animazioni e ambienti decisamente azzeccati. Succede però che, situazioni di questo tipo, incontrino le problematiche elencate prima, dando il via ad una fastidiosa altalena che combina momenti bellissimi ad altri da dimenticare.

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