Moving Out | Recensione: traslochi co-op

Moving Out è un nuovo e divertente gioco in co-op locale per gli amanti dei traslochi. Lo abbiamo recensito per voi su PS4.

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a cura di Martina Fargnoli

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Moving Out è un nuovo gioco cooperativo in locale in arrivo il 28 aprile su Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One e PC che abbiamo potuto recensire con qualche giorno di anticipo nella sua versione PS4. I giochi co-op da avviare sul divano di casa propria sembravano essere spacciati e lentamente destinati all'oblio a causa della diffusione sempre più massiccia dei titoli multiplayer da giocare in rete, ma il successo di Overcooked ha dimostrato che la co-op locale è una caratteristica ancora oggi ricercata e che se ben implementata, è in grado di regalare un’esperienza che nessuna connessione internet può replicare. Il paragone con la creazione di Ghost Town Games – tra l’altro pubblicata sempre da Team17 - è inevitabile: se togliamo cuochi e cucine e sostituiamo tutto con traslocatori e camion dei trasporti, i due giochi presentano delle similitudini nella struttura degli obiettivi a tempo, nel senso di progressione che apre a scenari più grandi e articolati e nel tono scanzonato che ci accompagna missione dopo missione.

Era già rotto quando siamo arrivati

Il primo giorno alla Smooth Moves è l’occasione perfetta per apprendere i rudimenti del mestiere, che non a caso sono fatti di poche semplici mosse: afferrare gli oggetti con i grilletti, lanciare i più leggeri e schiaffeggiare oggetti e nemici con quadrato, saltare con la croce e identificare la mobilia da caricare sul camion con triangolo. Dopo una veloce infarinatura di ciò che possiamo fare è giunto il momento di renderci utili con il primo trasloco. Se l’idea di un trasloco che avete in mente è quella di un’attività noiosa dove dovete prestare la massima attenzione per non rompere o urtare nulla, in Moving Out vige il caos. Lanciate oggetti dalle finestre, distruggete tutto ciò che non vi serve, lasciate cadere scatole dalle scale e qualsiasi altra azione vi venga in mente per completare la missione nel minor tempo possibile. Fate attenzione solo a non rompere gli oggetti fragili o a non finire sotto una macchina o cadere nell'acqua nei livelli che presentano queste tipologie di ostacoli.

Affinché il carico sia saldo nel camion dei traslochi sarà necessario disporre attentamente i pezzi più ingombranti cercando di incastrarli quasi a mo’ di tetris, mentre i più piccoli e leggeri possono essere lanciati per finire sopra ai mobili già caricati. A rendere le cose un po’ più briose potrebbero esserci anche degli articoli che non sanno stare fermi; non vi sveliamo di più ma a volte sarete chiamati a fare del lavoro non proprio convenzionale. Lo stile ironico e la semplicità con cui è possibile prendere in mano il pad per giocare fanno di Moving Out un titolo indubbiamente perfetto per una serata tranquilla in famiglia. Sebbene sia possibile giocare anche da soli, è scontato che il titolo sia pensato per almeno due giocatori e dia il meglio quando sono più persone a occuparsi del trasloco. Spostare un divano o un letto in due, cambia totalmente l’approccio. Al posto di trascinare il pezzo d’arredo cercando di angolarlo al meglio per farlo passare da una porta, ognuno può tirarlo su dal suo lato e comunicando ci si sposta contemporaneamente per indirizzarlo verso la giusta traiettoria. Essere in più persone vuol dire anche potersi lanciare un oggetto per risparmiare tempo o ripulire più stanze contemporaneamente senza dover ogni volta fare avanti e indietro.

C’è della varietà nel design, ma non è mai così eccessivamente intricato da richiedere un’abilità particolare o della cooperazione spinta altrimenti il livello diventa impossibile da completare. Ci sono alcuni spunti interessanti che coinvolgono l’attivazione e disattivazione di interruttori, o andando avanti gli edifici non sono più soltanto appartamenti o ville a più piani, ma si trasformano completamente in laboratori o spazi all'aperto con le proprie meccaniche caratteristiche. Quando affermiamo che può diventare un divertimento per tutta la famiglia, a prescindere alla propria esperienza con i videogiochi, è anche perché non ha la complessità che possono avere alcuni livelli di Overcooked, dove oltre alla velocità è richiesto un certo grado di precisione, ma anche perché SMG Studio e Devm Games hanno pensato a tutta una serie di aspetti di accessibilità per rendere il gioco più semplice e fruibile. Si passa da impostazioni di natura generale come l’attivazione dei sottotitoli – è presente l’italiano -, l’ingrandimento / restringimento dell’interfaccia o la scelta di un font più leggibile per i dislessici a scorciatoie per rendere più facile il gioco come più tempo a disposizione per completare l’obiettivo, riduzione del peso degli oggetti quando si gioca in più giocatori o la scomparsa degli oggetti una volta che vengono depositati nel camion.

Può essere un aspetto a cui i giocatori più esperti non prestano tanta attenzione – salvo gli ultimi quadri, la difficoltà non è mai altissima – ma può invece averne molta quando vi trovate a giocare con persone che a malapena conoscono la posizione dei tasti su un gamepad. Una volta ho provato a fare una partita al primo Overcooked con persone che non avevano la mia manualità e non erano abituate a pensare nei modi in cui i videogiochi ti abituano a fare, ed è stato un disastro. Vedevo la loro frustrazione e nessuno si stava davvero divertendo, ma rendendo le cose un po’ più accessibili c’è modo di riuscire tutti a giocare con spensieratezza. Il bello di un gioco co-op in locale spesso non è tanto ciò che si vede sullo schermo, ma ciò che ne scaturisce al di fuori, che sia un battibecco o una risata, è qualcosa di irripetibile e unico. Un livello si può sempre riavviare da capo, ma fregarsene completamente dell’obiettivo e trasformare la partita in una gara di tiri a canestro volando sospesi in aria come Michael Jordan è una cosa che puoi fare quando hai accanto a te una persona complice che vuole giocare a Moving Out per il puro piacere di passare insieme del tempo.

In termini di contenuti, Moving Out si compone di 30 livelli “storia” che a loro volta presentano 3 diverse valutazioni di tempo – oro, argento e bronzo – e 3 obiettivi secondari che è possibile completare per ottenere dei gettoni. La scelta che non condividiamo è quella di rendere visibili gli obiettivi aggiuntivi soltanto dopo aver completato almeno una volta il livello, soprattutto nel momento in cui è possibile già completarli alla cieca durante il normale svolgimento della partita. Invece che obbligarci a ripetere il livello per mancanza di informazioni iniziali, avremmo preferito qualche scenario in più che unisse in modo creativo le varie meccaniche introdotte. Tutto sommato 30 livelli è un numero sufficiente per un gioco che si basa principalmente su poche azioni, il rischio infatti è di diventare troppo ripetitivo anche a causa di una colonna sonora che ci è sembrata un po’ piatta nonostante volesse recuperare delle sonorità anni ottanta.

A questi livelli di base si aggiungono inoltre dei curiosi mini-giochi da sbloccare ottenendo più valutazioni oro e gettoni, quindi nel complesso non mancano attività da fare se volete puntare al 100% di completamento. Tra le modalità extra è possibile anche attivare la condivisione di un solo gamepad per controllare due personaggi. Se giocate da soli e cercate una sfida impegnativa, o siete in due ma non possedete un DualShock 4 a testa, basterà dividerlo per controllare con una metà il personaggio 1 e con l’altra metà il personaggio 2. In totale, fino a quattro giocatori possono prendere parte alle scorribande per la città di Packmore.