L'industria videoludica internazionale osserva con attenzione un caso senza precedenti che potrebbe ridefinire i confini della proprietà intellettuale nel gaming. Il direttore dell'United States Patent and Trademark Office (USPTO), John A. Squires, ha ordinato personalmente il riesame di un brevetto concesso a Nintendo lo scorso settembre, che copre una meccanica di gameplay centrale in innumerevoli titoli: la possibilità di evocare personaggi per combattere al posto del giocatore. Un intervento diretto del direttore USPTO è un evento rarissimo – l'ultimo risale al 2012 – e solleva interrogativi sulla validità di una protezione legale che, se confermata, potrebbe tecnicamente colpire franchise iconici come Persona, Shin Megami Tensei, Final Fantasy o persino lo stesso Pikmin di Nintendo.
Il brevetto in questione copre specificamente l'azione di evocare un personaggio secondario che combatte per conto del giocatore, con la possibilità di controllarlo manualmente o lasciarlo agire in modalità automatica. Sebbene sia stato evidentemente pensato per i giochi Pokémon – dove i mostriciattoli vengono evocati e comandati in battaglia – la sua formulazione è talmente ampia da applicarsi potenzialmente a decine di altri titoli. Proprio questa vastità di applicazione ha sollevato dubbi sulla legittimità del brevetto, spingendo Squires ad agire d'ufficio senza attendere ricorsi da parte di altre compagnie.
Il direttore USPTO ha individuato due brevetti precedenti che minano le fondamenta della richiesta Nintendo. Il primo, denominato "Yabe", fu concesso a Konami nel 2002 e descrive già un sistema in cui un personaggio secondario combatte al fianco del giocatore con controllo manuale o automatico. Il secondo, chiamato "Taura", è stato paradossalmente registrato dalla stessa Nintendo nel 2020 e copre meccaniche simili. Nella sua ordinanza, Squires afferma che sono emerse "sostanziali nuove questioni di brevettabilità", sottolineando come l'esaminatore originale avesse erroneamente concluso che non esistessero precedenti rilevanti.
Secondo l'analisi tecnica di Squires, l'esaminatore aveva giustificato l'approvazione del brevetto Nintendo sostenendo che i precedenti non dimostrassero chiaramente la possibilità di "eseguire due tipi di battaglie: una in modalità manuale con input del giocatore e una in modalità automatica semplificata". Tuttavia, poiché sia Yabe che Taura descrivono esattamente questa doppia modalità di combattimento, il direttore ha stabilito che "un esaminatore ragionevole considererebbe entrambi i brevetti importanti nel decidere se le rivendicazioni siano brevettabili".
La questione assume particolare rilevanza nel contesto della controversia legale tra Nintendo e Pocketpair, sviluppatore di Palworld. A settembre, quando il brevetto fu inizialmente concesso, si diffuse il timore che la big N potesse intentare cause contro qualsiasi studio utilizzasse meccaniche di evocazione, mettendo a rischio serie storiche come Persona o Shin Megami Tensei. Tuttavia, a differenza del trademark, la legge sui brevetti non obbliga un'azienda a perseguire ogni potenziale violazione per mantenerne la validità: Nintendo può scegliere strategicamente quando e contro chi agire.
Proprio questa selettività si è manifestata nel caso Palworld. Nintendo e The Pokémon Company hanno citato Pocketpair in Giappone lo scorso anno, accusando il gioco di violare tre brevetti legati alla cattura di creature, inclusa l'evocazione tramite sfere e l'utilizzo delle creature come mezzi di trasporto. La somiglianza tra Palworld e Pokémon aveva già scatenato accesi dibattiti nella community gaming, ma la battaglia legale si concentra specificamente sulle meccaniche brevettate piuttosto che sull'ispirazione artistica.
Un ulteriore colpo alle ambizioni brevettuali di Nintendo è arrivato la scorsa settimana dal Japan Patent Office, che ha respinto una richiesta di brevetto per una meccanica di cattura simile a quella dei giochi Pokémon. L'ufficio giapponese ha citato precedenti in titoli come Ark: Survival Evolved, Craftopia, Monster Hunter 4 e persino Pokémon Go, evidenziando come tali meccaniche fossero già diffuse nell'industria. Questo rifiuto suggerisce un approccio più conservativo delle autorità giapponesi rispetto alla brevettabilità di gameplay mechanics consolidate.
Per gli sviluppatori indipendenti e gli studi di medie dimensioni, questa vicenda rappresenta un monito sull'importanza di navigare attentamente il panorama dei brevetti videoludici. Mentre le grandi compagnie come Nintendo possono permettersi battaglie legali prolungate, team più piccoli rischiano di vedere progetti bloccati o modificati radicalmente per evitare contenziosi. La community gaming osserva con interesse l'esito del riesame USPTO, che potrebbe stabilire precedenti cruciali su quanto ampio possa essere l'ambito di protezione per meccaniche di gioco fondamentali.