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One Punch Man, provata la beta del gioco Bandai

Abbiamo provato la beta del nuovo titolo sviluppato da Spike Chunsoft che dopo Jump Force si getta tra le braccia di Saitama e One Punch Man.

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Avatar di Mario Petillo

a cura di Mario Petillo

Contributor

Pubblicato il 05/11/2019 alle 17:00

Realizzare un videogioco su One Punch Man è un compito difficile: la sua storia rende complessa qualsiasi profondità videoludica, dandoci tra le mani un personaggio praticamente invincibile e allo stesso tempo capace di sconfiggere qualsiasi avversario con un solo pugno. D'altronde questa è la forza di Saitama, un uomo che un giorno ha deciso di allenarsi così tanto e con così tanta costanza da perdere i capelli e allo stesso tempo diventare fortissimo, il più forte di tutti. Voler realizzare addirittura un fighting game con lui protagonista significava voler davvero rischiare la sorte, eppure Bandai Namco ci ha proposto una soluzione valida, sviluppata da Spike Chunsoft e che abbiamo potuto provare durante la closed beta della scorsa settimana.

Saitama o non Saitama?

L'unica modalità alla quale abbiamo potuto accedere riguardava esclusivamente le battaglie 3 vs 3, attingendo a un roster che comprendeva, oltre al nostro avatar, selezionabile tra due diverse build pre-impostate, Genos, Tornado del Terrore, Silver Fang, Sonic, il Re degli Abissi e Spatent Rider. Già nella selezione della nostra squadra composta da tre combattenti si palesa la prima strategia da decidere di voler compiere: avremo infatti la possibilità di inserire nel nostro team Saitama o di tenerlo fuori, concentrandosi sugli altri personaggi di One Punch Man. Avere l'eroe più forte di tutti nel nostro team significherebbe poter sbaragliare la concorrenza senza alcun tipo di difficoltà ed è qui che Spike Chunsoft ha trovato la soluzione per bilanciare il gameplay: Saitama sarà disponibile soltanto al termine di un conto alla rovescia, che potrete velocizzare ogni volta che riuscirete ad assestare una combo di pregio. Al suo arrivo basterà un solo pugno per stendere l'avversario e avere vinta la partita, ma banalizzare in questo modo la resa di Saitama non renderebbe onore a quanto abbiamo potuto constatare giocando a One Punch Man.

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Innanzitutto scegliere di avere Saitama in squadra significherà accontentarsi solo di due combattenti invece di tre nella propria squadra, aspetto che diminuirà dal punto di vista prettamente numerico le chance di vittoria e darà al vostro avversario, di rimando, la possibilità di avere la meglio una volta sconfitti i vostri due combattenti, utilizzandone tre, prima dell'arrivo del One Punch Man. Nel caso in cui, invece, doveste riuscire a far arrivare Saitama e darvi il cambio, dovreste tenere in considerazione la possibilità di trovarvi di fronte un giocatore che ha scelto di attuare la vostra stessa strategia, il che darà vita a un duello tra due Saitama. Questo è l'aspetto sicuramente più interessante del titolo, perché entrambi non potranno essere sconfitti e, di conseguenza, combatteranno in maniera regolare, come se fossero due normali eroi: le animazioni, a differenza di tutti gli altri, risultano molto goffe e genuine.

L'eroe cammina con tranquillità per l'ambiente di gioco, senza compiere scatti o azioni particolari, ma ha dalla sua la possibilità di combattere con le sue piene capacità, cosa che invece non avverrebbe contro Genos o qualsiasi altro eroe del roster a disposizione. Alla fine dello scontro Saitama non sarà sconfitto, ma semplicemente lascerà il campo, giustificato dal fatto che è invincibile. Dal punto di vista della coerenza narrativa, quindi, One Punch Man gioca perfettamente il ruolo di tie-in vincente, assicurandoci delle meccaniche sensate e anche affascinanti dal punto di vista strategico, oltre a conservare nel miglior modo possibile le animazioni di Saitama, dalla raffica di pugni al pugno serio.

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One Punch Man!

Per quanto riguarda il battle system canonico, invece, ci troviamo dinanzi a un titolo in pieno stile Spike Chunsoft, quindi un quasi reskin di Jump Force. Il picchiaduro è totalmente in 3D, con combo semplici e che non richiedono molta profondità di combattimento: ognuno ha uno stile di combattimento diverso, affidandosi alle proprie caratteristiche, come ad esempio Spatent Rider che utilizzerà la bicicletta per colpire i suoi avversari. Da tener conto anche che alcuni personaggi sono pensati per un combattimento ravvicinato, come ad esempio lo stesso Spatent Rider, mentre altri potranno essere utili sia dalla distanza che da vicino, come Genos e i suoi razzi esplosivi lanciati dal palmo della mano, arrivando a chi invece è preposto per gli assalti dalla distanza, come Tornado. Va da sé che è presto per valutare la profondità del roster avendo pochi personaggi dalla nostra, ma per adesso abbiamo visto qualcosa di interessante, che speriamo possa essere intensificato in futuro.

Certo è che, come già accennato, avendo delle combo molto semplici e un sistema di parata e schivata molto basilare, non dobbiamo aspettarci di trovare tra le nostre mani un titolo à la Dragon Ball FighterZ: Spike Chunsoft ha realizzato qualcosa di molto basilare e immediato, facile da padroneggiare e da gestire, tra energia da consumare per le mosse speciali e cambio di personaggio per recuperare un po' di energia. Aspetti che risultano triti e ritriti e che non faranno gridare al miracolo, ma che dall'altro lato rendono solida l'esperienza. Ciò che ovviamente ci manca di sapere è come One Punch Man: A Hero Nobody Knows gestirà l'aspetto narrativo del gioco e se le cinematic saranno all'altezza di quelle illustrazioni che hanno conquistato tutti gli appassionati.

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Leggi anche Dragon Ball Z Kakarot: data di uscita e informazioni sul gioco

One Punch Man: A Hero Nobody Knows riesce nel difficile compito di inserire un personaggio invincibile in un ecosistema fatto di combattimenti: invece di nerfare Saitama, si è trovato un modo intelligente per bilanciare la sua presenza in game, permettendo a tutti i giocatori di sviluppare una strategia per aggirarlo o per evitarlo direttamente. Alternative più che valide a seconda del tipo di giocatore che siete. Restano tante incognite, chiaramente, ma per adesso la beta ci ha divertito e ci ha saputo intrattenere per un paio d'ore, in attesa di scoprire anche il resto del roster a disposizione e le direzioni che prenderanno le altre modalità del titolo.

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