Pad alla mano
Lost Planet non è solo muscoli, nascondendo al suo interno un cervello dal peso non indifferente. Il gameplay, a differenza di buona parte degli sparatutto in terza persona, è piacevole e ben equilibrato dall'inizio alla fine dell'avventura. Il controllo di Wayde è perfetto e privo di tempi morti, così come la gestione del mirino, ovviamente relegata all'analogico destro. Muoversi e mirare allo stesso tempo è un meccanismo piuttosto intuitivo in Lost Planet, ma per i giocatori meno esperti c'è sempre la possibilità di attivare un supporto automatico della CPU nel puntamento (se non il mirino bloccato al centro).
Le opzioni di gioco, inoltre, permettono di regolare la sensibilità a proprio piacimento, come nel più classico degli FPS per personal computer. A proposito di FPS, è possibile anche selezionare una visuale in soggettiva per migliorare la precisione negli scontri a fuoco. Sulla falsa riga di Halo, anche nel titolo Capcom il protagonista può equipaggiare un massimo di due armi, intercambiabili in qualsiasi istante, ed un numero limitato di granate, richiamabili con la semplice pressione del grilletto sinistro. I tasti posteriori, invece, permettono di girarsi più rapidamente verso uno dei due lati, mentre con B è possibile raccogliere armi e munizioni collocate a terra. Per finire, i comandi prevedono l'utilizzo di un rampino, ideale per raggiungere delle locazioni troppo elevate. Qualche piccola preoccupazione è riscontrabile nella gestione dello strafe, un movimento non proprio innato per Wayde, e nella lentezza con la quale il protagonista si rialza dopo una caduta (odiosa).
