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Naughty Dog detesta Uncharted 3, ecco le prove

Naughty Dog prova una sorta di risentimento nei confronti di Uncharted 3, ci avete mai fatto caso? Ve lo raccontiamo in questo articolo.

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Avatar di Antonio Rodo

a cura di Antonio Rodo

Pubblicato il 01/09/2022 alle 10:00

Come avrete letto sulle nostre pagine, The Last of Us Parte 1, rifacimento tecnico e ludico dell'originale titolo uscito nel 2013 su PlayStation 3, ci è piaciuto moltissimo. Quello che però non sapete è che durante il processo di recensione abbiamo scovato un'informazione che ci ha confermato un sospetto che aleggiava nell'aria già da diverso tempo. Se ben ricordate, nel capitolo Pittsburgh, Joel ed Ellie - accompagnati anche da Sam e Henry - finiscono in un negozio di giocattoli. Nella versione PS3 e PS4, tra gli scaffali è possibile trovare un fittizio gioco da tavolo dedicato a Uncharted 3; sempre nello stesso capitolo, ma un po' più avanti, si può scovare invece un giornale che, scherzosamente, riporta: Uncharted 13, Justin Bieber As Drake.

Ebbene, tutto questo non trova più spazio nella versione PS5: entrambi gli easter egg sono stati rimossi prontamente dallo studio californiano, e se a questo avvenimento aggiungiamo anche altre situazioni analoghe viste in passato, diventa lecito porsi una domanda: perché Naughty Dog detesta Uncharted 3?

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Ellie e la sua collezione di giochi PS3

La conferma al nostro sospetto arriva anche dal secondo The Last of Us. Più o meno nelle battute iniziali, gironzolando per la camera di Ellie, è facilissimo imbattersi in una PlayStation 3 piuttosto impolverata con a lato diversi giochi Naughty Dog rilasciati proprio per quella piattaforma: c'è The Jak and Daxter Trilogy, Uncharted, Uncharted 2 e… basta. Già, manca proprio Uncharted 3. La stessa identica situazione si ripresenta qualche minuto più tardi, quando Ellie e Dina si riparano dalla tempesta nel laboratorio segreto di Eugene.

È inoltre possibile imbattersi in numerose discussioni online in merito a questa situazione, ma nessuna gioca a favore della terza avventura di Nathan Drake. Eppure, proprio nel 2011, quando Uncharted 3 venne rilasciato, conteneva persino alcuni riferimenti al The Last of Us che sarebbe arrivato due anni più tardi, quasi a voler creare una sorta di Naughty Dog-verse. Proprio per questo motivo, l'astio che arrivò qualche anno più tardi risulta abbastanza inspiegabile. Forse, però, solo in un primo momento. Crediamo infatti di aver compreso il motivo, e siamo più che certi che molti di voi avranno fatto lo stesso.

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Naughty Dog e la sua prevedibile gestazione delle IP

Ci avete mai fatto caso? Ve lo spieghiamo subito. Lo studio californiano, dagli albori fino a qualche decennio fa, si è sempre mosso allo stesso modo: nuova IP a inizio generazione e trilogia da pubblicare nel corso dei sei-sette anni che separano - solitamente - una console dall'altra. È successo con Crash Bandicoot, con Jak and Daxter e con Uncharted. O almeno, con quest'ultimo così doveva essere. Esatto, perché come tutti sapranno, su PlayStation 4 è uscito un nuovo capitolo della celebre saga con protagonista l'avventuriero Nate, sottotitolato tra l'altro "Fine di un Ladro"; titolo che non lascia spazio all'immaginazione e che, anzi, appare chiaro e diretto sin dall'annuncio: sarà questa l'ultima avventura di Drake.

Un gioco, quindi, nato quasi per sovrascrivere quanto fatto in precedenza con Uncharted 3, originariamente previsto come l'ultimo atto della serie. Cominciate a capire da dove nasce questa sorta di risentimento?

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Uncharted 3 è davvero così deludente?

Ovviamente no, ma lo è nel momento in cui, abituati alla solita gestazione Naughty Dog, lo aspettavamo come l'ultimo gioco della serie. Perché, lo ribadiamo in modo più esplicito, fosse stato il secondo capitolo, nessuno se ne sarebbe lamentato così tanto, specie considerando l'incredibile livello tecnologico che al tempo raggiunse e le spettacolari sequenze d'azione, ancora oggi ricordate come le più incredibili ed esagerate della saga. Non a caso, una in particolare, ovvero la famosa scena dell'aereo, è perfino stata omaggiata nel lungometraggio che vede Tom Holland nei panni di un giovane Nathan Drake.

Tuttavia, anche preso come gioco a sé stante e non come ultimo atto della trilogia, di problemi ne ha parecchi. Innanzitutto l'esperienza, soprattutto a partire dalla seconda metà, è terribilmente sbilanciata verso l'action, lasciando a casa quella solita alternanza di puzzle solving e platforming che, specie nel secondo capitolo, funzionò alla grande. Da un punto di vista narrativo, poi, nonostante appaia lampante la volontà del team di inscenare rapporti più verosimili e intimi nonché villain più pericolosi e meno macchiettistici, crediamo che gli obiettivi prefissati non siano stati raggiunti totalmente, dal momento che nel gioco completo le cose non andarono esattamente come preventivato. Infatti, quella che i giocatori si ritrovarono a vivere è una storia abbastanza abbozzata, frettolosa nello svolgimento e confusionaria in alcuni passaggi. Abbozzata e frettolosa perché tante vicende rimangono completamente sullo sfondo nonostante ci fosse la volontà di metterle al centro (pensiamo ad esempio al rapporto tra la villain Marlowe e Sully); frettolosa nell'incedere perché molti passaggi, specie i più intimi, sono proprio mal calcolati, con il giocatore che si ritrova a seguire le vicende dei personaggi con un certo distacco, non avendo le informazioni necessarie per comprendere pienamente il plot. A tal proposito, sapevate che del matrimonio tra Nate ed Elena, avvenuto dopo la conclusione del secondo capitolo (avviene off-screen, non nel gioco), non vi è traccia? Ingenuità e sbagli che un team come Naughty Dog non aveva mai commesso.

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Tirando le somme

Insomma, Uncharted 3: L'inganno di Drake, questo il suo nome completo, è un bel gioco. Del resto, Naughty Dog è sempre stata una casa di sviluppo dalle forti ambizioni; un team che ha sempre confezionato esperienze curate nei minimi particolari. Il terzo Uncharted non è però il gioco che la fine di una storia si merita. Non è l'ultimo atto delle vicende di Nathan Drake, non potrebbe in alcun modo. E dopo aver giocato, finito e amato lo straordinario Uncharted 4, appare ancora più palese.

In conclusione, ecco perché, secondo noi, Naughty Dog non riesce proprio a trattarlo come tutti gli altri suoi lavori, e perché, nonostante nel mondo di The Last of Us esista, essendo la pandemia esplosa nel 2013, non è stato aggiunto in The Last of Us Parte 2 insieme agli altri Uncharted, togliendo ogni riferimento dal recente rifacimento tecnico e ludico di The Last of Us Parte 1 su PlayStation 5.

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