Prince Of Persia The Lost Crown è una potenziale sorpresa! | Provato

Dopo aver speso circa quattro ore assieme a Prince Of Persia The Lost Crown, le nostre prime impressioni sono state completamente stravolte.

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a cura di Andrea Maiellano

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Dobbiamo ammettere che, per quanto noi adoriamo il genere dei Metroidvania, l’attuale esondazione di esponenti del genere, lo stia facendo venire leggermente a noia. Motivo per il quale, in seguito al primo reveal trailer di Prince Of Persia The Lost Crown, la nostra reazione fu particolarmente tiepida.

Nessun pregiudizio nei confronti di Ubisoft, sia chiaro. Né, tantomeno, alcun problema con l’estetica dei personaggi, il montaggio del trailer o una a caso di tutte quelle critiche, basate sul nulla, che vennero usate come pretesto dagli utenti per fare “preview bombing” in seguito alla presentazione del titolo.

Semplicemente, il primo trailer di Prince Of Persia The Lost Crown, ci diede l’idea di voler compiere un pigro tentativo, sfruttando un genere decisamente in voga, per risollevare le sorti di un brand che, da troppi anni, non riesce più a brillare come in passato.

Ecco, mai prime impressioni furono più sbagliate e per comprenderlo appieno, abbiamo dovuto spendere circa quattro ore in compagnia di una build, quasi definitiva, di Prince Of Persia The Lost Crown.

L’ultima fatica di Ubisoft Montpellier, figlia dello stesso team che diede alla luce Rayman Origins e Rayman Legends, non solo è un ottimo Metroidvania ma si è dimostrata anche la veste migliore, almeno per il momento, per riportare ai fasti di un tempo il brand Prince Of Persia.

Non sappiamo se sia merito di un team particolarmente talentuoso, e ispirato, o se sia in virtù dell’aver trovato una chiave di lettura per riproporre le atmosfere di quell’iconico esordio, creato da Jordan Mechner nel 1989, ma il risultato finale, almeno per quanto abbiamo potuto sperimentare nelle prime ore di gioco, ha tutte le carte in regola per essere una delle prime sorprese di un 2024 che, poco alla volta, si sta facendo sempre più affollato.

Andiamo con ordine, Prince Of Persia The Lost Crown non mette i giocatori nei panni del principe ma, cercando di stravolgere le carte in tavole, investe il reale persiano con il ruolo del “damigello in pericolo”, il quale viene rapito da alcuni traditori del regno.

Spetterà a Sargon, vero protagonista dell’opera, e agli Immortali (un gruppo scelto di guerrieri al soldo della regina persiana), dirigersi sul Monte Qaf per salvare il principe e mettere fine a una misteriosa cospirazione.

Proprio in virtù del comparto narrativo, e sempre basandoci su quanto potuto provare nella prima manciata di ore, Prince Of Persia The Lost Crown riesce perfettamente a mescolare una buona progressione della storia, a un gameplay frenetico e sempre “sul pezzo”, il quale fin dai primi istanti di gioco, scaglia il giocatore nel vivo dell’azione tenendolo partecipe, in prima persona, di un prologo tanto breve quanto intenso e perfettamente capace di mostrare quanti approcci il combat system riesca a offrire, con le poche abilità a disposizione di Sargon all’inizio del suo viaggio.

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Molto banalmente, il protagonista potrà schivare, saltare, parare le offensive avversarie e, ovviamente, inanellare combo con le sue due spade. Quello che funziona alla grande è il “come”, questo risicato numero di abilità, funzioni alla perfezione. 

Per farvi un rapido esempio, se si schiva mentre si corre, Sargon si lancerà in scivolata fra le gambe degli avversari, se si decide di attaccare in quel momento, l’eroe scaglierà in aria i nemici, aprendo a una potenziale combo aerea. Allo stesso tempo, combattere in modo più ragionato, apri a un ventaglio di schivate all’indietro, parry e contrattacchi, capaci di appagare i giocatori cresciuti a “pane e souls-like”. Se si preferisce un approccio maggiormente hack and slash si potrà optare per attacchi caricati, combo che iniziano al suolo e finiscono in aria e tutta una serie di concatenazioni delle abilità “base” di Sargon, che fin dai primi minuti di gioco offrono al giocatore un ventaglio di opzioni davvero interessante.

Parliamo di abilità “base” poiché, come da regola aurea per il genere dei Metroidvania, proseguendo con l’avventura Sargon potrà apprendere nuove abilità, sfruttare amuleti che gli garantiranno di aumentare il numero di colpi delle sue combo e, ovviamente, ottenere nuove armi.

Prima di compiere questa digressione sul combat system, vi stavamo parlando della narrazione di Prince Of Persia The Lost Crown, la quale, così come il resto della produzione di Ubisoft Montpellier, si diverte a ingannare il giocatore, facendogli credere di ritrovarsi di fronte a un canovaccio molto basilare quando in realtà, dopo la prima manciata di ore di gioco, la storia parte per una direzione completamente inaspettata, andando a intrecciare temi classici per la serie, easter egg a profusione e alcuni colpi di scena ben orchestrati.

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Prince Of Persia The Lost Crown, però, illude anche il giocatore per quanto riguarda il livello di difficoltà, in quanto nelle prime battute di gioco, sembra essere un Metroidvania con elementi da hack and slash abbastanza fluido e poco impegnativo, per poi trasformarsi, in maniera molto graduale, in un action/platform capace di mettere alla prova il giocatore attraverso scontri complessi, nemici ostici e sessioni di platforming che ci hanno riportato alla mente l’ottimo curriculum di Ubisoft Montpellier.

Il merito è anche dell’ottimo level design realizzato dal team di sviluppo, il quale, oltre a rispettare tutte gli stilemi del genere (fra i quali l’ovvio e immancabile backtracking) propone delle architetture tanto labirintiche quanto perfettamente interconnesse fra loro, capaci di ridurre le tediose sessioni di backtracking grazie a delle scorciatoie, tanto brillanti quanto inaspettate, posizionate in punti strategici che potranno essere svelati esclusivamente se ci si dedicherà a una profonda esplorazione delle ambientazioni.

Un elemento che ci è piaciuto davvero tanto? La possibilità di posizionare degli indicatori sulla mappa che non si limitano a mettere la classica icona ma si prodigano nell’applicare uno screenshot dell’area che si sta esplorando, permettendo di avere un’idea chiara, e sempre a portata di mano, di che cosa si è lasciato per strada durante le fasi esplorative.

Una piccolezza ma che serve per farvi capire la cura del dettaglio riversata, da Ubisoft Montpellier, in Prince Of Persia The Lost Crown.

Venendo al comparto artistico, e tecnico, Prince Of Persia The Lost Crown ci ha convinti. Lo stile è molto simile a quello di Immortals: Fenyx Rising e, per quanto a molti non piacerà, si sposa benissimo con il genere dei Metroidvania, oltre a permettere al titolo di non pesare eccessivamente sul versante delle performance e garantire i 60 fps granitici su ogni piattaforma di gioco, Nintendo Switch inclusa.

Vorremmo, in conclusione, parlarvi di quelle piccole incertezza che abbiamo potuto avere nei confronti di Prince Of Persia The Lost Crown, ma sono tutte confinate nella sfera della reattività dei controlli e, considerando che abbiamo provato il gioco in streaming, non possiamo essere certi che le incertezze percepite fossero da attribuire alla build che stavamo testando o alla connessione con l’host.

Al netto di tutto questo, però, Prince Of Persia The Lost Crown si è, almeno per il momento, rivelato come un titolo molto solido, ben curato, ricco di idee interessanti e capace non solo di proporre una nuova visione per una serie oramai dimenticata, ma, soprattutto, di introdurre alcune novità interessanti al genere dei Metroidvania.