Pro Evolution Soccer 2008: da simulazione ad arcade

L'arrivo di ogni nuova versione di Pro Evolution Soccer è sempre un evento. La simulazione più amata dagli appassionati di calcio torna su Xbox 360 e approda anche su Playstation 3, ma non è esente da critiche. Qualche rallentamento di troppo ma soprattutto una svolta decisamente arcade per un titolo che, nel corso degli anni, faceva dell'aspetto simulativo il proprio punto di forza.

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a cura di Tom's Hardware

Semplicemente diverso

Genere: Sportivo

Sviluppatore: Konami

Distributore: Halifax

Voto: 7 / 10

PES è più di una sigla. È allo stesso tempo un marchio di fabbrica, una promessa di divertimento garantito per centinaia d'ore e la sigla che sta dietro a una comunità che conta innumerevoli appassionati. L'avvento delle console di nuova generazione ha creato un'enorme aspettativa nei possessori di questi nuovi gioielli videoludici, che si aspettavano versioni di PES sempre più realistiche e belle da vedere. In realtà il primo titolo apparso su Xbox 360, Pro Evolution Soccer 6, aveva una grafica piacevole ma niente che facesse urlare "al miracolo!".

Il sesto episodio offriva comunque una grande giocabilità. Per la versione 2008 tutti si aspettavano che Konami si dedicasse finalmente alla creazione di un aspetto grafico che rendesse questa simulazione di calcio un vero prodotto di nuova generazione.

L'attesa inoltre era ancora più fervida visto che Electronic Arts è riuscita finalmente con Fifa 08 a offrire un vero concorrente di PES. Insomma gli sviluppatori giapponesi avevano più di un motivo per dare il massimo. Purtroppo però le prime immagini di PES 2008 non ci hanno impressionato più di tanto.

Attenzione Jérôme, c'è un grosso mucchio di pixel dietro di te!

La prima ragione per questo approccio tutt'altro che entusiastico è la relativa povertà della grafica. Ci aspettavamo meraviglie soprattutto dall'approdo di PES su Playstation 3, ma inevitabilmente è arrivata una bella delusione. Il terreno di gioco, innanzitutto, è bruttino. A ogni panoramica la sensazione di giocare su un grosso budino verde si fa sempre più marcata. Non aiuta la realizzazione del pubblico, decisamente pixelloso. Sulle gradinate si notano anche fenomeni paranormali, come striscioni che fluttuano per aria senza che nessuno li sorregga. Le stesse facce degli spettatori saranno in tutto una mezza dozzina, un po' come avere "l'esercito dei cloni" in gita domenicale allo stadio. Non è insolito vedere tre cloni barbuti affianco ad altri due gemelli calvi con occhiali da sole.

Il pubblico è in ogni caso un contorno. Venendo al pezzo forte, ovvero i giocatori, la situazione migliora. I visi sono ben modellati ma non sono mai molto somiglianti agli originali. Si nota anche un lavoro poco convincente per quanto riguarda le bocche e la parte bassa del viso. Insomma i giocatori sfoggiano dei sorrisi tutt'altro che affascinanti.