PSN, Sony cambia i termini: niente più dispute legali

Le nuove clausole del PSN stabliscono che gli utenti non potranno portare Sony in tribunale o partecipare a class-action. Accettando il nuovo accordo si esprime il consenso a risolvere eventuali controversie tramite un arbitrato, una forma alternativa di risoluzione delle dispute senza procedimenti giudiziari. Non è chiaro se i nuovi termini di servizio saranno modificati anche in Italia, ma il codice del consumo offre un buon livello di tutela sulla questione.

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a cura di Roberto Caccia

Sony ha aggiornato i termini di servizio del Playstation Network negli Stati Uniti, introducendo una clausola che impedisce azioni legali e class action contro l'azienda. La notizia sembra incredibile, soprattutto dopo le esperienze negative con il PSN registrate quest'anno.

Inoltre, nei giorni del Tokyo Game Show preferiremmo parlare di videogiochi. Che Sony abbia calcolato il tempismo per far passare la notizia in sordina? Come si dice in questi casi, fidarsi è bene e non fidarsi…? Per ora limitiamoci ad analizzare la situazione.

Sony aggiorna i termini di servizio del Playstation Network con nuove clausole

Nei nuovi termini del PSN si legge subito in prima pagina che questo nuovo accordo contiene un vincolo arbitrario che costringe l'utente a rinunciare a qualsiasi tipo di controversie legali nei confronti di SNEI, cioè la nuova Sony Network Entertainment International (l'azienda a capo dei servizi online di Sony) e di tutte le società affiliate.

Sony prosegue sottolineando che questi cambiamenti sono spiegati dettagliatamente nella sezione 15 del documento, che potete leggere in versione integrale in lingua inglese cliccando su questo indirizzo. Ovviamente, chi dovesse decidere di non accettare queste novità si ritroverebbe impossibilitato ad accedere al Playstation Network e a tutti i servizi collegati.

Chi non accetta le nuove clausole si ritrova impossibilitato ad accedere al Playstation Network

Spulciando la sezione 15 si scopre che qualsiasi disputa (tranne quelle di modesta entità) fra l'utente e Sony potrà essere risolta fra le due parti tramite un arbitrato, che è un metodo alternativo di risoluzione delle controversie senza ricorso a un procedimento giudiziario.

In parole povere, per usare il Playstation Network bisogna accettare di risolvere qualsiasi questione con l'azienda al di fuori di un tribunale, ma non è tutto. Sony ha deciso di proteggersi anche dalle class action, tramite un paragrafo di questa ormai famigerata sezione 15, dove si legge che coloro che dovessero acconsentire ai termini di servizio accettano anche di risolvere le dispute con l'azienda in modo diretto e bi-parte. Questo significa che gli utenti non potranno partecipare a class-action, a meno che non siano partite prima del 20 agosto 2011.

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Tuttavia, la mossa di Sony dà la possibilità ai clienti di rifiutare la clausola anti class-action con un opt-out, una sorta di "diritto di recesso" valido un mese. Chi non desidera essere vincolato dalla sezione 15 dei termini di servizio può inviare una notifica scritta a SNEI entro trenta giorni dalla data d'accettazione dell'accordo. In pratica, bisogna scrivere una lettera a Sony dove si stabilisce di non voler risolvere eventuali dispute con l'azienda attraverso un arbitrato.

Quindi o si fa in questo modo o si accettano i nuovi termini, e non solo per la durata del contratto, ma fino alla fine dei tempi, grazie alla clausola di continuazione introdotta alla fine della sezione. Oppure si può attendere fino a che un giudice non stabilisca l'illegalità, o l'inapplicabilità di queste clausole.

Per ora non è ancora chiaro se le nuove clausole siano applicabili anche in Italia

Al momento non è chiaro se i nuovi termini siano validi anche per il territorio italiano (per ora il sito ufficiale riporta condizioni differenti). Fortunatamente, possiamo considerarci tutelati sotto questo aspetto grazie al codice del consumo, come ci ricordano i nostri consulenti legali, e precisamente dall'articolo 33, comma 2, lett. T, che riportiamo integralmente.

  1. Nel contratto concluso tra il consumatore ed il professionista si considerano vessatorie le clausole che, malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto.
  2. Si presumono vessatorie fino a prova contraria le clausole che hanno per oggetto, o per effetto, di: […]

t) sancire a carico del consumatore decadenze, limitazioni della facoltà di opporre eccezioni, deroghe alla competenza dell'autorità giudiziaria, limitazioni all'adduzione di prove, inversioni o modificazioni dell'onere della prova, restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti con i terzi; […]

Di questo passo per fare una partita con i videogiochi bisognerà interpellare un avvocato

In parole povere, queste nuove clausole introdotte da Sony potrebbero essere considerate vessatorie (oppressive o restrittive), e quindi inefficaci, a meno che non siano specificamente approvate per iscritto. Tuttavia, prima di formulare giudizi (o "sentenze") ci riserviamo il diritto di approfondire al meglio la questione.

Aggiornamento: un portavoce di Sony ha confermato che nei territori compresi nel raggio d'azione di Sony Computer Entertainment Europe, quindi anche in Italia, i termini di servizio non sono cambiati e che queste nuove clausole non sono presenti per i clienti europei e australiani.