PSVita quasi aperta agli hacker ma non ai software pirata

Un hacker ha scoperto una falla che permetterebbe di far partire software non autorizzati su PS Vita. L'autore del progetto spiega che è ancora incompleto ed esclude la possibilità di far funzionare giochi scaricati illegalmente, anche se potrebbe essere usato per trovare nuove falle.

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a cura di Roberto Caccia

Un hacker ha scoperto una falla nel sistema di protezione di PS Vita che potrebbe permettere il funzionamento di applicazioni e giochi homebrew, cioè i software realizzati amatorialmente per una piattaforma senza ricorrere ai kit di sviluppo forniti dall'azienda. Il responsabile di questa scoperta si chiama Yifan Lu, celebre per aver creato il jailbreak per il Kindle, per aver aggirato i server privati di Habbo Hotel (una sorta di chat virtuale con ambienti da esplorare con il proprio avatar) e per un hack per l'Xperia Play.

La PS Vita e i software homebrew sembrano sempre più vicini

A quanto pare il lavoro è appena cominciato, anche se si è a conoscenza che si baserà principalmente sull'Half-Byte Loader, lo stesso programma che ha causato qualche grattacapo a Sony questa primavera. Ricordiamo infatti che a maggio l'azienda giapponese ha ritirato temporaneamente alcuni giochi PSP dal PlayStation Store, perché erano vulnerabili a una falla che permetteva il funzionamento dell'Half-Byte Loader, usato per far partire software homebrew basati sul codice di PSP.

La novità di questo nuovo hack è che potrebbe permettere il funzionamento di una nuova serie di applicazioni homebrew, scritte usando il codice di PSVita. Tuttavia questo non vuol dire che si riuscirà a sfruttare la falla per usare giochi e applicazioni pirata. L'hacker ha infatti difeso il suo lavoro su Twitter, discutendo con uno sviluppatore indie e spiegando che il suo exploit non permette assolutamente di decriptare o caricare giochi scaricati illegalmente.

Lo sviluppatore indie ha risposto dicendo che si tratta comunque di una porta aperta verso il sistema operativo della console e che qualcun altro potrebbe usarla per scopi meno nobili e decisamente illegali. Ovviamente l'hacker ha spiegato di non poter fare nulla su quello che le altre persone potrebbero fare in futuro.

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Successivamente, durante un'intervista con i colleghi di Playstation Lifestyle, Lu ha ammesso che il suo lavoro potrebbe essere usato come una backdoor per la pirateria. "Quando l'exploit diventerà di pubblico dominio potrebbe essere usato per analizzare il sistema e cercare nuove falle, inclusi i vari exploit del kernel, che se dovessero essere trovati aprirebbero completamente il sistema: mod, firmware personalizzati, forse perfino Linux/Android e sfortunatamente anche gli ISO loader (ndr usati per far partire giochi e applicazioni pirata)", spiega l'hacker.

"Tuttavia ci vogliono molte competenze per trovare una falla di questo tipo, tutte le persone con cui sto collaborando con le abilità necessarie sono contro la pirateria. Il sistema di Sony è davvero ben realizzato e credo che un exploit del kernel sia ancora molto lontano", continua Lu.

Per ora la situazione è ancora nebulosa e il progetto è ancora lontano dall'essere completato. Se volete rimanere aggiornati sull'argomento vi consigliamo di tenere sotto controllo il blog ufficiale di Yifan Lu, dove si può leggere un post (attualmente irraggiungibile, se non per vie traverse) in cui si chiamano a raccolta tutti gli sviluppatori desiderosi di dare una mano.