Racoonie – Legends of the Spirits e Garden IN: quando l’Italia conquista il Guerrila Collective

Uno nostro speciale dedicatoa Racoonie Legend of The Spirits e Garden IN, due videogiochi sviluppati dal team torinese Dramatic Iceberg

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a cura di Nicholas Mercurio

C’è un mondo, là fuori, dominato da varie tipologie di videogiochi e da proposte piene zeppe di novità. Tanti studi di sviluppo indipendenti propongono storie emozionanti e coinvolgenti, dando spazio alla loro creatività, mentre altri si concentrano sulla narrazione, approcciandosi al grande pubblico in modo differente e scegliendo uno stile inedito e molto spesso unico come è accaduto recentemente con Death’s Door o Tunic. Questo è il caso di Racoonie – Legends of the Spirits e Garden IN!, che hanno destato il nostro interesse in maniera del tutto casuale e inaspettata mentre eravamo in visita al Torino Comics.

Stiamo parlando di due produzioni indipendenti sviluppate dal team torinese Dramatic Iceberg, composto da ex studenti della rinomata Event Horizon School, desiderosi di farsi largo nel mercato italiano e ben oltre la penisola. Un obiettivo sicuramente non semplice, considerando la concorrenza di Vesper di Cordens Interactive, Ravenous Devils di Bad Vice Games e Freud’s Bones di Axel Fox, tre produzioni che, nel corso degli ultimi mesi, hanno dato un nuovo slancio all’industria del gaming in Italia, venendo accolte positivamente sia dal pubblico che dalla critica.

Siamo un procione: non ci serve sapere altro

Dramatic Iceberg, tuttavia, ha uno scopo ben preciso: proporre dei videogiochi iconici e significativi, cercando di parlare a un pubblico più vasto possibile e facendolo in modo semplice e chiaro, ispirandosi e miscelando nel game design delle precise scelte strutturali. Racoonie – Legends of the Spirits lo abbiamo provato con mano. 

Impersoniamo un procione, come suggerisce il titolo dell’opera, che muoviamo in varie ambientazioni suggestive mentre affrontiamo nemici di ogni sorta, nascosti tra le frasche o, semplicemente, in attesa di un nostro un passo falso improvviso. Per evitare di essere colpiti abbiamo uno scudo che possiamo alzare quando un colpo arriva all’improvviso, utilizzando in seguito la spada per menare un fendente leggero oppure caricato, qualora chi affrontiamo fosse troppo coriaceo e spietato da non lasciarsi abbattere con facilità.

D’altronde, davanti a noi si stagliano creature dal design pittoresco, che ricordano quelli presenti nelle favole o nelle fiabe, ed è meglio non lasciarsi incantare dal loro design colorato e volutamente dolce via via che avanziamo nell’esperienza di gioco. Racoonie – Legends of the Spirits è un videogioco ispirato ai vecchi Zelda, più precisamente a Link’s Awekening come ci ha confermato più volte il team quando gli abbiamo chiesto quale fosse l’effettivo scopo del gioco.

Mentre esploravamo la demo, morendo una moltitudine di volte, ci siamo approcciati a un level design semplice ma comunque ben costruito, viaggiando in un’ambientazione curata che ci ha condotto in un’area boschiva, in una casetta e in un giardino circondato da botti di legno. Proprio come qualunque zelda-like che si rispetti, pure Racoonie – Legends of the Spirits ha dei cuori che rappresentano la vitalità del personaggio posti in alto a sinistra dell'interfaccia, che possiamo aumentare cercandone degli ulteriori. È infatti complesso trovarli tutti, tanto che alcuni sono nascosti là dove non immaginiamo neppure, spingendo a interfacciarci con l’esplorazione in un modo più ponderato e logico.

Ma perché un procione e non un… bradipo? Abbiamo chiacchierato assieme a Leonardo Assom, 3D Artist di Dramatic Iceberg, quando ci siamo distaccati dal prodotto per un momento contro la nostra volontà, che ci ha raccontato un retroscena curioso sul protagonista. Il procione non è un animale casuale, perché secondo la leggenda del Tanuki, una delle più famose e rinomate del folklore giapponese, questa creatura muta la sua forma a seconda delle necessità. È inoltre maliziosa e scherzosa, ma è meglio non averla come nemica, o potrebbero accadere avvenimenti poco piacevoli.

Racoonie – Legends of the Spirits presenta una meccanica di gioco curiosa e interessante basata, appunto, sulle forme che possiamo cambiare durante lo scontro. Quando ci siamo trovati di fronte a un toro scatenato antropomorfo armato di scudi, siamo stati colpiti in diverse occasioni, provando a sfuggire al rateo d’attacco. Per abbatterlo, però, abbiamo cambiato forma, colpendo la creatura per poi tornare come prima e colpirla con la spada, finché non abbiamo raggiunto l’importante traguardo della seconda fase, anche se siamo morti all'inizio della terza. Sembra appunto, a detta degli sviluppatori, che le aree ospiteranno altrettanti boss con zone più intricate e nemici spaventosi. Racoonie – Legends of the Spirits è un progetto da seguire con attenzione, perché ha del potenziale e uno scopo ben preciso: quello di omaggiare, se non altro, Zelda e la sua evoluzione nel medium e di proporre un’avventura sfaccettata. Ovviamente - e questo è un dettaglio che farà piacere ai giocatori che non masticano l’inglese - sarà presente la localizzazione in italiano.

Garden IN! al Guerrila Collective: da Torino a Los Angeles con il pollice verde

Abbandonato il pad di Racoonie – Legends of Spirits ci siamo dedicati all’altra produzione dello studio di sviluppo torinese, ben diversa dalle peripezie del nostro procione preferito. Si tratta di Garden IN!, un videogioco basato sul giardinaggio che ha molto da raccontare. Se c’è qualcosa che accomuna una piantina con Dramatic Iceberg è la loro passione per i videogiochi e per l’arte più sottovalutata al mondo, che in Garden IN! viene raccontata con leggerezza e in maniera didascalica per farla conoscere a tutti.

Una pianta nasconde mille mondi e ognuno di essi non è soltanto a nostra immagine e somiglianza, ma ha qualcosa che potrebbe offrire agli altri e a chi sta cercando un po’ di serenità un’esperienza non troppo impegnativa. È infatti questo lo scopo di Dramatic Iceberg: proporre un viaggio tranquillo attraverso un videogioco simulativo e gestionale che vede l’ibridazione di piante inventate che ne ricordano alcune reali in un’atmosfera rilassante.

Quando abbiamo chiesto al team come mai abbiano deciso di realizzare un videogioco sulle piante, la risposta è stata che alcuni dei membri della squadra di Dramatic Iceberg si dilettano nel giardinaggio, quello vero e non virtuale. Mentre guardavamo scorrere i vari setting d’ambientazione e venivano mostrate le piante nel loro insieme, siamo rimasti piacevolmente colpiti della cura e dalla loro varietà.

Per un momento, analizzando ogni aspetto del gioco, siamo tornati con la mente ad Unpacking, uno dei videogiochi indipendenti più profondi e particolareggiati dello scorso anno, in cui ci siamo divertiti a disfare i nostri pacchi e a posizionare oggetti nelle stanze in pixel art sviluppate per noi da Witch Beam. Complici i set che abbiamo visto nel trasmesso durante la presentazione, coltivare e veder crescere le proprie piante potrebbe essere un’esperienza stimolante per chiunque stia cercando qualcosa di diverso da un’avventura troppo caotica.

Alle volte serve prendersi del tempo e imparare giocando, condividendo con qualcuno le proprie esperienze e le scoperte fatte nel corso di un viaggio. Se ci pensiamo tutto inizia con un seme che poi cresce, germoglia e infine fiorisce, come se fossimo noi a dare una nuova vita a cosa ci circonda. È un po’ questo il messaggio di Garden IN!, da approfondire e comprendere meglio quando ne sarà il momento.

L’Italia è sempre più al centro del panorama videoludico internazionale

Prima abbiamo accennato di Vesper, Freud’s Bones e tante altre produzioni tutte italiane che arrivano da studi di sviluppo talentosi. C’è un sogno, quello di proporre nel panorama videoludico internazionale qualcosa di nuovo e creativo, che racconti delle storie semplici facendolo attraverso le passioni di chi i videogiochi li vive da quando era bambino.

Se non altro, la storia di Dramatic Iceberg, come quella di Cordens Interactive, di Axel Fox e di Kibou Entertaiment è iniziata così, da una cameretta dove si inventano mondi e nuove vite, facendo errori e ripetendoli un’infinita di volte, provando e riprovando. E se ci pensiamo, è proprio questo il bello di essere indipendenti.